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Raccolta Ultimi Articoli (2005) di Giorgio Boratto
Articoli parte 4
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IL MONDO DEGLI E-BOOK
Internet sta rivoluzionando il mondo della scrittura. Il formato elettronico ha trasformato molte attività linguistico letterarie. Oggi abbiamo il libro che su Internet è diventato un e-book. Di libri, di e-book, attualmente possiamo servircene facilmente 'saltando' molti passaggi editoriali.
Wema pensa di fare un servizio utile mettendo una sezione di libri da 'scaricare' e poter leggere con tranquillità. Libri tutti 'copyleft', ovvero liberi e gratuiti. Non vincolati da diritti d'autore, non 'copyright' naturalmente.
Dobbiamo però continuare a ritenere questa diffusione di testi librari, in forma e-book, non alternativa ma solo complementare al testo cartaceo. C'è sempre la praticità della lettura che per quella elettronica abbisogna del pc risultando la lettura sempre meno agevole agli occhi nei confronti di un libro tradizionale. Però qualche vantaggio il libro elettronico ce lo dà; ad esempio la possibilità di rinviarti, tramite una interazione con l'esterno, a banche dati, a collegarti con altri testi, notizie ecc. Immaginiamo quante possibilità potrà avere un testo elettronico scolastico: potrà fornire test con la risoluzione e l'intervento dell'insegnate per la valutazione immediata. Tutto un campo da scoprire. Si vedrà.
Ultimamente l'attenzione dei media è stata svegliata da alcuni singoli eventi, in particolare dalla pubblicazione nel 2001 di Riding the bullet, il primo racconto in formato e-book di Stephen King, scaricato nel solo giorno di uscita da più di 500 mila utenti. I siti web sugli e-book si sono poi moltiplicati progressivamente, e alcune case editrici hanno cominciato a fare i primi investimenti.
Un primo slancio a questa forma di libri elettronici è iniziato nell'anno 2000. Ma è molto tempo prima che è partito un progetto italiano di Biblioteca telematica; si tratta del progetto Aldo Manuzio –dal nome del grande tipografo del '500. Con l'idea di fare una grande biblioteca telematica gratuita a disposizione di tutti, nel 1993, si è avviata questa avventura che ha, ad oggi, messo in Rete oltre 800 titoli raggiungendo 250.000 contatti giornalieri.
Ecco il link: http://www.liberliber.it/index.htm
Su questo sito web si potranno trovare moltissimi testi di libri classici e anche moderni in diversi formati: html –txt – rtf-
Una curiosità: i venti "e-book" più scaricati dal sito Web di Liber Liber nel mese di giugno 2005 sono in ordine:
1. Internet 2004 (3.544 download), di M. Calvo, F. Ciotti, G. Roncaglia, M. A. Zela
2. Il fu Mattia Pascal (2.028 download), di Luigi Pirandello
3. Divina Commedia (1.978 download), di Dante Alighieri
4. Don Chisciotte della Mancia (1.831 download), di Miguel de Cervantes Saavedra
5. Corano (1.807 download), vedi Corano
6. La coscienza di Zeno (1.761 download), di Italo Svevo
7. Romeo e Giulietta (1.715 download), di William Shakespeare
8. Bibbia (1.713 download), vedi Bibbia
9. Novelle per un anno (1.695 download), di Luigi Pirandello
10. Sogno di una notte di mezza estate (1.684 download), di William Shakespeare
11. I promessi sposi (1.677 download), di Alessandro Manzoni
12. Decameron (1.639 download), di Boccaccio
13. Mastro Don Gesualdo (1.583 download), di Giovanni Verga 14. Pensieri di varia filosofia e bella letteratura (1.579 download), di Giacomo Leopardi
15. Enrico V (1.570 download), di William Shakespeare
16. La giara (1.565 download), di Luigi Pirandello
17. Macbeth (1.563 download), di William Shakespeare
18. Trattato della Pittura (1.558 download), di Leonardo
19. Sei personaggi in cerca d'autore (1.553 download), di Luigi Pirandello 20. Senilità (1.552 download), di Italo Svevo
Tramite questo piccolo elenco potrete farvi una
prima idea di cosa è possibile scaricare gratuitamente da Internet.
Da notare anche che in questo momento il Corano sta superando la Bibbia, di pochi click, comunque significativi.
Questo bellissimo progetto ha bisogno per proseguire di volontari e donazioni. Io ho contribuito con una donazione di 25 Euro, ricevendo i CD-ROOM con i testi disponibili ora su Internet. Chi vorrebbe farlo può mettersi in contatto al link:
http://www.liberliber.it/sostieni/index.htm
oppure telefonare al numero telefonico: 06/59.14.940
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PIAZZA ALIMONDA 20/7/2005
Arrivato in Piazza Alimonda, per ricordare Carlo Giuliani, all'inizio ti accorgi di essere un po' fuori posto, i centri sociali sono in maggioranza: capelli rasta, rasati in parte o a metà, t-shirt con stampigliati slogan in inglese, piercing, sono una specie di divisa; quasi come il panino in mano ed il bicchiere di vino. I panini sono, come il vino, venduti a prezzo politico, a euro 1,50 nei due gazebo targati Collettivo Critical Wine e Laboratorio Sociale Buridda. Sul palco sta cantando Alessio Lega (che ci tiene a dire di essere nato molto prima della lega che conosciamo). L'età dei partecipanti però è varia, d'altronde le mode lasciano sempre degli strascichi, così c'è ancora qualche 'figlio dei fiori' che oggi è forse nonno; c'è pure qualche 'indiano metropolitano', del movimento del '77, che ora con barba folta bilancia una calvizie incipiente. Ma è presto sono appena le 15,30; fra poco non solo l'età varierà ma anche i costumi, gli abiti, dei presenti.
Poi a guardare bene ci sono anche 'i nostri', quelli come me, quelli a cui il tempo ha inculcato un certo pudore. Pudore ad indossare certi 'segni' ma non a continuare lotte e voglia di cambiare sempre. Ci sono gli splendidi genitori di Carlo, Giuliano e Haidi, sempre presenti e circondati da giovani amici del figlio e nuovi, che forse non l'hanno conosciuto, ma certo ne vivono una comunanza di ideali.
C'è Peppino Coscione, presidente del Comitato Piazza Carlo Giuliani, che porta una maglietta con scritto: «tante sono le cose che segnano una vita e tante vite segnano qualcosa che verrà». E queste tante vite presenti qui, sono una umanità sempre più varia che, in questa piazza oggi diventata solo piazza Carlo Giuliani, lo ricorda con commozione.
Papà Giuliani sale sul palco per ringraziare tutti e dice:« Carlo mi ha portato qui. Carlo mi ha costretto, malgrado la mia timidezza a parlare a voi…costretti a essere qui. Carlo ha fatto questo, ha messo insieme le generazioni. La prossima settimana sarà discusso in consiglio comunale di mettere un cippo in questa piazza. Le risosrse per ricordare Carlo sono nostre, della nostra famiglia, sono vostre. I cittadini non dovranno tirare fuori un centesimo. Su questo cippo ci sarà solo scritto: 'Carlo Giuliani, ragazzo' e una data '20/7/2001' . Quel nome e quella data vorranno dire tutto».
Sono le 17,20 e un lunghissimo applauso segna il momento più commovente e insieme più unito della piazza. Sono passati 4 anni ma i sentimenti sono gli stessi. Sono attuali, di oggi, veri.
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BANANAS
Nella sua rubrica 'Bananas', sul quotidiano 'L'Unità' di qualche giorno fa, Marco Travaglio, sotto il titolo, 'Siamo tutti siciliani', esaminava le misure per combattere il terrorismo e la criminalità in Italia. Tra brigatisti rossi, stragi nere, nar, fascisti e mafiosi, ricordava Travaglio, l'Italia si è fatta una grande esperienza di lotta al terrorismo, ma molte delle misure adottate per combatterlo sono state demolite da questo governo. Oggi chi chiede lo stato di guerra parla dell'Europa come di forcolandia, in materia di arresti internazionali. Ma per questo non bisogna meravigliarci: sono gli stessi che brandivano un cappio nel nostro Parlamento. Si parla di misure di prevenzione ed intanto si tagliano i fondi alla Polizia di Stato. In tutto il mondo si cerca di combattere i paradisi fiscali, dove la criminalità ricicla i suoi proventi illeciti, e il nostro Presidente del Consiglio ha ammesso di averli usati per non pagare le tasse. Poi abbiamo una persona, che ha una grande esperienza in fatto di lotta a terrorismo brigatista e mafioso, come il magistrato Gian Carlo Caselli e questa maggioranza governativa cerca di 'cancellarlo'. Non parliamo delle misure di depenalizzazione del falso in bilancio o altre scelte di condono di misfatti vari. La criminalità ha rialzato la testa. Ora si è visto che il terrorismo –cosiddetto islamico; dico cosiddetto perché mi darebbe assai fastidio che si dicesse terrorismo cristiano parlando di quello fascista- non si combatte con le guerre ma indagando le radici profonde di quello che ha portato ad odiarci così tanto: noi, quelli che ci riteniamo i migliori, i superiori e che in verità siamo solo i potenti della Terra, quelli che si sbaffano oltre l'80% della sua ricchezza. Poi serve serietà, misure di intelligence e determinazione nell'usare le giuste leggi fatte ad hoc…ma guardate questa nostra classe dirigente: vi sembra seria? Aspettatevi qualche nuova barzelletta da 'Bellachioma'.
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GIALLO AL SECOLOXIX
Nell'ambito della rassegna Aperitivo in Giallo, in collaborazione con la Fratelli Frilli Editori, al Mucca Bar di C.so Italia è stato presentato, martedì 5 luglio da Mario Bottaro, il libro di Andrea Casazza e Max Mauceri, 'Omicidio agli Erzelli'.
«Per me presentare un giallo è fare un dispetto, -così esordisce Mario Bottaro-come si fa a parlare di un libro senza poter dire come finisce? Com'è congegnata la storia? Allora vi parlerò invece di come è nato…». Infatti il libro è nato circa dodici anni fa, quando Mario Bottaro era caporedattore della cronaca al Secolo XIX e gli autori due giovani cronisti. Libro nato di nascosto in redazione durante le notti, dove c'è sempre il 'Principe della nera': colui che dà del tu a tutti, poliziotti, prostitute, banditi, commissari, investigatori…'Omicidio agli Erzelli', che in un primo momento si sarebbe titolato 'Una maschera in fuga', è una storia intricata in cui, a detta degli autori, si mangia, si beve e si fuma molto- e questo fa capire che è stato scritto prima della legge Sirchia.
Così ecco che si racconta la vita di redazione, del mestiere di giornalista che vive con la 'normalità dell'imprevisto' e soprattutto con la sindrome del 'seguito'. Già, il tormentone che assilla il cronista dopo un grosso fatto di cronaca, quando il capoturno aspetta il 'seguito'; allora il cronista di 'nera' deve trovare un seguito ad una marea di sciocchezze magari scritte il giorno prima in fretta.
Max Mauceri e Andrea Casazza si confessano: «Con questa storia ci siamo creati un 'seguito'; così poco a poco con un lavoro divertente è nato questo libro».
La prima parte del libro è un po' autobiografica, c'è molto della vita dei giornalisti. Poi si è lavorato con fantasia e bisogna ricordare che le donne commissario si iniziava a vederle in quel periodo; a Genova c'era Angela Burlando che per i cronisti era Miss Marple...davvero in gamba.
Mario Bottaro fa i complimenti ai due cronisti che sono anche suoi amici: «Di solito il giornalista è portato a storicizzare ed i suoi libri spesso sono raccolte di articoli. Essere scrittori e giornalisti è difficile. Per un giornalista inventare storie è arduo. Loro due sono bravi. Sanno scrivere e bene. Questo libro piacerà molto. I due personaggi: Simona Ottonello, la commissaria, e Giulio Leonardi, giornalista romano, sono interessanti e simpatici. Nei giornali chi scrive bene poi passa a fare il responsabile di redazione –come è capitato a Mauceri- così non scrive più con grave danno, a mio parere, per il giornale...». Allora un'occasione per continuare a leggerli ancora e divertirsi, con una storia davvero ben congegnata.
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NIKAWA
Attraversare il continente nordamericano dall'Atlantico al Pacifico via fiume era nei sogni di William Least Heat-Moon e con il libro Nikawa ci racconta la riuscita di questa avventura. Letteratura di viaggio dunque, che per questo autore assume un particolare significato per la conoscenza approfondita degli Stati Uniti d'America. Heat-Moon (Luna del Caldo, per i Sioux il settimo mese dell'anno) è il nome che ricorda le ascendenze indiane di William Trogdon, per questo non ci deluderà: l'autore ama profondamente il territorio americano e con sincera attenzione ci parla, con tante semplici storie, dei luoghi e degli incontri con gli uomini più diversi.
Con Nikawa -Diario di bordo di una navigazione attraverso l'America, William Least Heat-Moon, porta a compimento una trilogia del viaggio americano frutto dell'esperienza narrativa ed umana che ha avuto inizio nel 1978, quando, a bordo di un furgone adattato a dimora itinerante, compie un viaggio lungo le strade secondarie americane, quelle che sulle vecchie cartine erano segnate in blu. Quel libro si titolava, Strade Blu- Un viaggio dentro l'America- e nasceva dal bisogno di contrastare una condizione personale che lo aveva visto perdere il lavoro e separarsi dalla moglie.
Dopo seguì: Prateria- Una mappa in profondità. Prateria rivelerà quanta storia ci può essere anche in una landa desolata nel cuore degli Stati Uniti. La mappa di quel territorio, Chase County nello stato del Kansas, consentirà di viaggiare nel tempo della storia ma anche nel tempo della natura, dando significato alle storie del presente che si intrecciano o si ignorano.
In Nikawa, una piccola imbarcazione a motore il cui nome, in lingua osage, significa cavallina d'acqua, Heat-Moon racconta un viaggio fluviale immaginato da anni sulle carte e sulle mappe d'America; dalla costa atlantica a quella del Pacifico, dalle foci dell'Hudson a quelle del Columbia, un itinerario tale da consentirgli per più di 8000 chilometri di non staccare mai dall'acqua il fondo della barca (o della canoa a motore nei tratti proibitivi).
Il racconto dell'impresa ha inizio nella baia di New York, dove sfocia l'Hudson, la prima via d'acqua ad accogliere Nikawa nel suo lungo viaggio verso l'Oceano Pacifico. Seguiranno l'Erie Canal, l'Allegheny, l'Ohio, il Mississippi, il Missouri, i torrenti delle Montagne Rocciose, il Salmon River, lo Snake River ed infine il Columbia. Sette compagni si alterneranno a fianco di Heat-Moon sulla plancia della piccola River-Horse, amici che sulle pagine conosceremo però con un solo nome, come se fossero una sola persona: Pilotis. I cento giorni trascorsi sulle acque d'America, giorni durante i quali ripete le stesse manovre, assillato dalle eterne preoccupazioni del viaggiatore fluviale che impediscono, tenendo sempre vigile l'attenzione, sono raccontati in forma di diario giornaliero. Giornate raccontate con una semplicità di scrittura e di struttura narrativa finalizzate alla volontà di coinvolgere il lettore, facendolo sentire a fianco dell'autore a bordo della piccola imbarcazione mano a mano che il cammino sull'acqua prosegue, trasmettendo il ritmo del viaggio fluviale: la secca che può distruggere l'elica, il tronco galleggiante che in un attimo può affondare l'imbarcazione, le enormi chiatte da trasporto che potrebbero in un attimo investire Nikawa senza nemmeno accorgersene, le piene, il ritmo scandito dagli orari delle chiuse, le rocce affioranti sui torrenti di montagna…
Quindi un ideale consiglio di lettura per le vostre vacanze.
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A QUATTORDICI SMETTO
'A quattordici smetto' questo è il titolo del libro di Livia Pomodoro, Presidente del Tribunale dei Minorenni di Milano, presentato al Nouvelle Vague, giovedì sera 7 luglio. La presentazione introdotta da Nando Dalla Chiesa, è stata preceduta dalla lettura, di Teresa Pomodoro e Arturo Di Tullio, di un capitolo del libro: la storia di Dorin, tredicenne rumeno che si prostituisce in piazza Trento a Milano. Un racconto drammatico. Prologo di una discussione appassionata sul tema dell'emigrazione di massa, che sarà il problema dei prossimi decenni.
Grazie al suo lavoro e alla sua passione civile, Livia Pomodoro racconta un mondo spesso invisibile: storie di stupri, furti, prostituzione di ragazzi sotto i quattordici anni. Sono 12 storie di violenze da togliere il fiato. Tutte storie vere. Un altro modo per discutere di emigrazione clandestina.
Mestiere difficile il giudice per i minori. Mestiere dove si lavora su rapporti di Polizia giudiziaria che poi diventano storie di vita cui non si può rimanere indifferenti.
Parlando di questi luoghi dove non si può lavorare sulle 'carte', con le semplici leggi, perché si ha a che fare con le persone e dove avvengono scambi intensi e sofferti, ma arricchenti, c'è stato un interessante confronto di opinioni tra addetti ai lavori: Anna Canepa presidente dell'ANM ligure, Alessandro Cavalli sociologo e Maria Faganelli, Presidente del Tribunale per i Minorenni di Genova.
Non si può pensare che questi problemi si risolvano con l'applicazioni di leggi o la scrittura di nuove. Occorre un coinvolgimento dell'intera società. Quale norma può fermare quella madre albanese che vende le sue tre figlie?
Quelle persone poi sono deboli due volte, perchè minorenni ed immigrate. Storie di dolore e violenze inaudite come quelle degli adottati e rifiutati.
Nel libro c'è un lavoro di scrittura che Livia Pomodoro vuole dire: «Ho scritto questo libro perché è cresciuta la mia sofferenza, perché io magistrato che applica per dovere sempre la legge e la norma, voglio scrivere dalla parte dell'umanità».
Libro bello su una realtà bruttissima, scritto da chi è dentro l'istituzione preposta a governare questo problema ma che spesso fallisce. Per questo ci sono racconti amari ma poi anche i successi, e qui rinasce la speranza; come per Aurora giovanissima prostituta albanese, venduta dalla madre, a cui la polizia è riuscita a dare fiducia.
I rimedi alla piaga sociale, della criminalità dei minorenni immigrati, sono difficili; si comprende che non sono le leggi, le norme, a sanarla ma perché continua il rifiuto e l'ostilità. Anna Canepa lo ribadisce: «Il cambiamento dell'Italia da esportatrice di braccia ad importatrice, deve spingerci a cambiare il nostro modo di pensare. Poi le molte soluzioni sono transnazionali. Non si può pensare di chiuderci in casa…».
Il sociologo Alessandro Cavalli poi puntualizza: «Noi degli immigrati abbiamo bisogno; per la nostra economia e soprattutto per la nostra sopravvivenza: la nostra natalità è sempre in calo. Solo diventando cosmopoliti e convivendo con le nostre differenze riusciremo a salvarci».
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CALDEROLI
Cosa ho fatto di male per meritarmi un ministro come Calderoli? D'accordo ne abbiamo passate di tutti i colori. Abbiamo avuto ministri della Sanità come De Lorenzo, ministri della Comunicazione come Gasparri; della Difesa come Previti o della Giustizia –questo c'è ancora- come Castelli, ma uno come Calderoli non lo sopporto proprio. Ogni volta che parla con quella boccuccia rosa dice cose mostruose. Parla di castrazione, pena di morte, di sparare cannonate alle navi con clandestini, di taglie, di buttare via la chiave…cose per lui normali. Come se lui fosse normale. Infatti lui è normale, come ministro di questo governo con a capo un gigante del pensiero banale.
Senz'altro Calderoli rappresenta qualcuno, forse qualcosa. Svolge un mandato, ha dietro della gente ed esprime idee condivise, dicendo quel che pensa. Calderoli è della compagnia di Bossi e di Borghezio, è l'interprete di un mondo che non cambia o se cambia è per tornare nel medioevo, alla legge del più forte. Quel mondo conosciuto come legge naturale, la legge della giungla.
Ma penso che i geni purtroppo determinano un destino da cui non si può deviare. Essi pongono anche il limite alle aspirazioni individuali e, anche a causa di barriere psicologiche, spesso un uomo con un patrimonio genetico di un ballerino passa la vita a saltellare in un ristorante con i piatti in mano. Altri magari, nati camerieri, si ritrovano a servire, riveriti, idiozie. Poi diventa chiaro il copione: è il 'piccolo fascista' che rivive sempre in ognuno di noi e può prendere il sopravvento. Sono gli 'standard tipici' degli umani d'ogni terra e paese, inculcati a forza da una cultura genitoriale, che non si rimuoveranno più. Come un computer, toccato il tale tasto uscirà la vecchia soluzione…uscirà un Calderoli a rimarcare quanto siamo giovani sulla Terra, fors'anche cretini.
A proposito questo computer –con cui scrivo- con il controllo dell'ortografia corregge sempre il nome di Calderoli in Calderoni. E' proprio in questo che arrostiamo. Allora permettetemi di non sopportare. Permettetemi di sognare un'altra realtà.
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CURA OMEOPATICA
Alla luce dei risultati elettorali regionali, la cura omeopatica ha funzionato: la malattia berlusconiana sta regredendo.
La malattia ha prodotto molti guai all'organismo ma con una forte cura ricostituente (anche costituzionale) si potrà riprendere. Innanzi tutto il morale e la morale si sta risollevando. Quei lustrini accompagnati dall'aumento dei crimini, insieme al costo dei beni di prima necessità e la crisi economica, hanno non poco depresso l'umore.
Quel grido Forza Italia, svolto per interessi personali e da 'patrioti' con orticelli ben riconoscibili, è divenuto un rantolo.
Tutto l'ottimismo era un sintomo perverso della malattia: una specie di tic ridens che faceva stringere gli occhi e aumentare insane pelurie. Ora ci sarà da conquistare la serenità e la fiducia. Ora con il check-up elettorale abbiamo scoperto che l'organismo reagisce. Reagisce bene.
Ci vorrà ancora un po' di tempo, sarà possibile qualche ricaduta o infezione postuma, ma la via di guarigione è iniziata…non ci sarà bisogno di aspettare che il 'virus' muoia; ha perso, si sono creati i giusti anticorpi.
Il fenomeno epidemiologico del virus ha cambiato segno, ora è negativo.
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DUE PAROLE SUL PAPA
Due parole da aggiungere alle tante su Giovanni Paolo II.
Non ci sarebbe stato Giovanni Paolo II senza Giovanni XXIII e Paolo VI. Non è stato un caso la sua scelta del nome da parte di Karol Wojtyla, come era stata fatta da Papa Luciani. Se il Papa Giovanni Paolo II è stato grande, lo si deve anche al solco tracciato dai due Papi precedenti. Angelo Roncalli e Giovanni Battista Montini sono stati due precursori del rinnovamento della Chiesa cattolica; i primi ad aprirla al mondo intero.
Le due encicliche: Populorum Progressio (1967) di Paolo VI e Pacem in Terris (1963) di Giovanni XXIII, conservano, a mio parere, ancora oggi una forte attualità; il loro richiamo ai diritti individuali e dei popoli alla libertà, alla giustizia e alla pace sono il tracciato cui si è mosso il Papa appena morto.
Il richiamo continuo ai politici, responsabili delle scelte sul futuro, fatto da Giovanni Paolo II è stato spesso inascoltato. Oggi arrivano in massa, a rendergli omaggio, tutti i potenti della Terra: chissà che non sia, per loro, un momento di riflessione per il destino del mondo. La Terra ha bisogno che le parole del Papa, la sua voce – che lo ha indispettito per la sua forzata interruzione- abbia concreto corso.
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LETTERA DI UN ANZIANO INNAMORATO
Non parlarmi di San Valentino. Ti prego, non cadere in una scatola di cioccolatini. Lascia stare la festa e parlami di te. Poi anch'io ti parlerò. Io te lo devo dire: mi è successo di pensare a te e di emozionarmi fino alle lacrime. Ho pensato a te come la cosa più bella che ho avuto nella mia vita. Mi piace pensare all'amore e pensandolo dargli il tuo viso; riempirlo di te, della tua voce, delle tue movenze così aggraziate.
E poi devo aggiungere che il nostro amore è diventato una piccola società di mutuo soccorso. No, questo non è riduttivo dell'amore, è l'amore che è cresciuto ed è cambiato. Forse ha perso slanci, ha perso qualche carezza e qualche bacio appassionato in mezzo alla strada…è sopraggiunto un pudore che non conoscevamo: ti avrei baciata un dì, ovunque.
Ma ora pensa, io ci penso, pensiamoci: sapremmo stare vicini adesso, ora, se non saremmo invecchiati insieme? Ci guardiamo ogni mattina appena svegli senza barare. Poi lo so tu, dopo mezz'ora chiusa in bagno, diventi più bella…ma io con l'alito che puzza e il pigiama arrotolato posso ancora sedurti? Guardo in un angolo la cesta dove finiscono i nostri panni sporchi: sono mischiati anche loro, sono uniti da una intimità arcana; siamo noi che continuiamo in attesa del lavaggio a risplendere insieme. Dì la verità, le toccheresti le mie calze sporche se non avessi conosciuto i miei sudori giovanili? Se non fossimo entrati, anche con le dita, negli intimi affanni?
Ora passati gli anni sento di aggrapparmi a te. Sento che non ci sarà un'altra storia che ripercorra tutte le emozioni che mi ha dato la vita con te. Così io ti penso sempre al mio fianco. Senza di te, io non sarei io. Non sarei quello che sono o sono diventato, in bene o in male; poiché non si vive invano insieme tanti anni. Non si vive a fianco senza scambiarsi qualcosa di profondo.
Sì, va bene, ora parlami di San Valentino, forse ho sbagliato; non è poi sempre banale parlare d'amore. Non è banale invecchiare; invecchiare insieme.
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PICCOLE COSE PER CAMBIARE IL MONDO
Girando per Internet ho trovato un sito web- http://www.wearewhatwedo.org/ - che riportava le 50 cose utili da fare per cambiare il mondo Erano piccole cose riferenti a comportamenti quotidiani, che se modificati potevano trasformare il ciclo dei consumi evitando gli sprechi, e innestare un circolo virtuoso di disponibilità verso gli altri, di cortesia e attenzione, dandoci coscienza che con quello che facciamo si può davvero cambiare il mondo.
Ho pensato che 50 cose fossero un po' troppe da seguire e ricordare, allora ho cercato di fare una sintesi e le ho ridotte un po'. Così sono divenute 13. Eccole:
1- Sorridi e rispondi ai sorrisi. Per sorridere si usa la metà dei muscoli che servono per aggrottare la fronte, ma sorridere fa sentire te e gli altri due volte meglio
2- Usa i trasporti pubblici e cerca di camminare di più; farai bene a te stesso e all'ambiente. Per mantenerti in forma usa le scale e non l'ascensore.
3- Passa un po' di tempo con una persona anziana. Le persone di altre generazioni sanno cose che tu non sai. Poi leggi una favola ad un bambino quelle sensazioni, che hai vissuto tu da piccolo ascoltandola, è giusto che ora le trasmetti.
4- Dona il sangue e iscriviti all'associazione di donatori di organi. Moltissime persone potranno essere salvate dalla morte.
5- Guarda meno la TV; accendila solo quando sai che programma guardare. Poi leggi più libri non dimenticando dopo di donarli agli amici. Ricicla i tuoi libri o 'abbandonali' alla lettura degli altri.
6- Iscriviti ad una associazione di volontariato e dedica un po' di tempo ad ascoltare gli altri. Non devi risolvere i problemi del prossimo, basta che gli dai la possibilità di esporli.
7- Rifiuta le buste di plastica e adotta lampadine a basso consumo energetico. Inquinamento e spreco d'energia diminuiranno subito.
8- Compra i prodotti del commercio equo solidale. Sono più convenienti e garantiscono condizioni di lavoro dignitose e condizioni commerciali eque agli agricoltori e ai lavoratori dei paesi in via di sviluppo.
9- Presentati e scambia i numeri di telefono con i vicini di casa o abitanti del tuo quartiere. Stabilire rapporti amichevoli con i vicini aiuta a creare un clima migliore.
10- Chiudi il rubinetto mentre ti lavi i denti. Lasciandolo aperto si sprecano migliaia di litri d'acqua ogni anno.
11- Fai qualcosa che credevi di non saper fare. Finchè non ci provi, non puoi sapere se davvero non ne sei capace. Fai e impara anche cose nuove. Diffondi le idee che secondo te lo meritano, mettendole in atto ma anche parlandone con altre persone. 12- Ricicla tutto quanto è possibile: computer, cellulare, occhiali. Usa il foglio di carta da entrambi i lati e pianta un albero ogni anno.
13- Abbraccia le persone a cui vuoi bene. Chi ti vuol bene desidera essere toccato; poi comunicaglielo, dire ti voglio bene fa girare l'amore. Elogia anche le persone che ammiri e hanno fatto qualcosa di bello, le incoraggerà a farlo di nuovo. Ultimo consiglio: fatele girare
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DIFFERENZE UOMO-DONNA
«Perché gli uomini lasciano sempre alzata l'asse del water e le donne occupano il bagno per ore?».
«Perchè gli uomini possono fare una sola cosa alla volta e le donne ne fanno troppe tutte insieme?».
«Perché le donne non sanno leggere le cartine e gli uomini non si fermano mai a chiedere?». Questi non sono gli interrogativi di chi si è svegliato, una volta nel cuore della notte, chiedendosi perchè lui/lei non la/lo capisce, per spiegare le ragioni biologiche, evolutive e antropologiche per le quali uomini e donne agiscono e pensano in modo diverso; no, questi sono i titoli di tre libri scritti da Allan e Barbara Pease, marito e moglie, due psicoterapeuti australiani esperti di comunicazione e linguaggio del corpo. Dopo essere diventati straordinariamente famosi in patria con lezioni, seminari e trasmissioni televisive, hanno scritto questi bestseller tradotti in trentasei lingue, che hanno venduto oltre quattordici milioni di copie in tutto il mondo. Non si sa come, hanno persino trovato il tempo per fare quattro figli.
Tutte le risposte, incluse nei tre libri succitati, portano ad una unica conclusione: uomini e donne sono diversi; 'diversi' non per dire che c'è qualcuno migliore o un altro peggiore, ma semplicemente perchè gli approcci, le pulsioni, i comportamenti e le priorità sono differenti. Sì, uomini e donne agiscono in modo diverso e questa diversità dovuta ad un uso del cervello molto differenziato, con riscontri anche biologici, porta ad un continuo confronto del linguaggio. Ad esempio prendiamo alcune parole:
COSO. Per la donna: qualsiasi parte meccanica sotto il cofano di un'auto. Per l'uomo: il gancetto di chiusura del reggiseno.
IMPEGNO. Per la donna: desiderio di sposarsi e di creare una famiglia. Per l'uomo: cercare di non abbordare altre donne quando esce con la fidanzata. DIVERTIMENTO. Per la donna: un bel film, un concerto o uno spettacolo teatrale interessanti oppure un buon libro. Per l'uomo: tutto ciò che ha a che fare con il calcio.
FLATULENZA. Per la donna: prodotto secondario imbarazzante della digestione. Per l'uomo: fonte infinita di divertimento, di espressione di sé, nonché metodo utile per legare con i propri simili.
FARE L'AMORE. Per la donna: la più grande espressione di intimità che la coppia possa raggiungere. Per l'uomo: quello che la donna fa mentre l'uomo la scopa.
TELECOMANDO. Per la donna: aggeggio per cambiare canale. Per l'uomo: aggeggio per passare in rassegna tutti i 54 canali ogni tre minuti.
Perché allora non fare della diversità fra maschi e femmine un punto di forza che contribuisca a rendere meno problematici i rapporti fra gli abitanti di Marte e di Venere? Sono sicuro che migliorando la comunicazione tra i due sessi miglioriamo il mondo intero. E' un pò come imparare a far funzionare un cellulare ultimo modello: è necessario avere fra le mani un libretto d'istruzioni. Questi libri allora aiutano…e in attesa dei risultati dei prossimi mille anni, intanto allenatevi a capirvi e ad apprezzare le differenze. Buona lettura.
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UN DIO COME NOI
C'è nelle religioni monoteiste un particolare copione che disegna Dio come un vecchio saggio, un dio molto umano dai caratteri molto personali: un puro spirito molto carnale; insomma, uno come noi. Buona parte del copione è dovuto alla Bibbia dove c'è un Dio che dopo aver dato dimostrazione di creatività, di onnipotenza, si comporta come un uomo rancoroso, vendicativo e molto vanitoso. Questo è il Dio soprattutto dell'Antico Testamento, ossia nella prima parte della Bibbia, per poi diventare con il Nuovo Testamento un uomo a tutti gli effetti e così dimostrarsi nell'amore per il prossimo, nelle attività manuali e intellettive un superuomo; insomma, uno diverso. Uno, insieme Figlio e Padre.
Per gli ebrei Dio rimane quello della prima parte della Bibbia, per i cattolici diviene un'altra entità, mentre per i musulmani cambia ancora: è una grandezza onnipotente, misteriosa e misericordiosa, non conoscibile dalla limitatezza degli uomini.
Poi per gli islamici Dio non è Padre; anche per il racconto della Genesi in cui si dice che Abramo, su istigazione di Sara, unica moglie legittima da cui alla fine ebbe il figlio Isacco, cacciò via nel deserto, Ismaele e sua madre, la schiava Agar, da cui aveva avuto quel primo figlio. Gli arabi sono ritenuti, a torto o a ragione, discendenti di Ismaele, e perciò sono stati chiamati, anche se i termini sono ora quasi in disuso, ismailiti o agareni, termini che si sono estesi a indicare tutti i seguaci della religione islamica. Dio non come Padre, perché Abramo non era stato padre fino in fondo. Allora qualcuno sostiene: come non essere violenti, senza un Padre? Sarà vero che nei musulmani si siano accumulate la rabbia e il risentimento di un figlio che non si sente figlio?
Ma Fromm avanzava l'idea di come, con la difficoltà di amarsi tra loro, gli uomini abbiano pensato di amare Dio. L'uomo ha antropomorfizzato la figura di Dio: “Fate di Dio il vostro alleato” significa far di Dio un socio negli affari, anziché diventare un'unica cosa con Lui nell'amore, nella giustizia, nella verità.
Così, per Fromm, Dio è stato trasformato in un remoto direttore generale dell'universo; si sa che c'è, che dirige la scena, non lo si vede mai, ma si sente la sua guida mentre “ si recita la propria parte”. Sarà allora che quando diciamo 'poveri noi', forse intendiamo 'povero Dio'?
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I POLITICANTI
La politica che dovrebbe rivelare le qualità migliori degli uomini, quasi sempre ne mostra gli aspetti peggiori. Quello spirito di servizio, di abnegazione per il bene comune, necessari al politico, che dovrebbe essere per natura un uomo generoso, si scontra con una ambizione sfrenata ed una rincorsa al potere come segnale inquietante a coprire gravi mancanze: affettive? Sessuali? Di intelligenza? Chissà. Intanto è molto rappresentativo di ciò che è successo a dei politici chiamati non a caso 'colonelli'. Il clima da caserma non è un caso in certi ambienti politici…spesso di destra; ma non è solo del partito AN. Un giorno forse qualcuno racconterà le voci degli anfratti, dei bar, di questi politicanti; ebbene pensate che le cose più cattive contro Berlusconi o Bossi le abbiano dette gli avversari politici? Vi sbagliate. Sul piano umano molti Bruto sguazzano in politica e senz'altro questo si riflette sull'andazzo generale del paese Italia. Un altro segno dei nuovi veri barbari; altro che islamici fondamentalisti.
L'Italia è una democrazia senza una vera classe dirigente. Abbiamo una classe tutt'alpiù sorridente. Sorridi: c'è una telecamera. Poi appena spenti i riflettori giù a bestemmiare gli idoli, un po' idioti della nostra politica mediocre.
Noi incauti spettatori, che cosa dovremmo dire?
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BANANAS
Nella sua rubrica 'Bananas', sul quotidiano 'L'Unità' di qualche giorno fa, Marco Travaglio, sotto il titolo, 'Siamo tutti siciliani', esaminava le misure per combattere il terrorismo e la criminalità in Italia. Tra brigatisti rossi, stragi nere, nar, fascisti e mafiosi, ricordava Travaglio, l'Italia si è fatta una grande esperienza di lotta al terrorismo, ma molte delle misure adottate per combatterlo sono state demolite da questo governo.
Oggi chi chiede lo stato di guerra parla dell'Europa come di forcolandia, in materia di arresti internazionali. Ma per questo non bisogna meravigliarci: sono gli stessi che brandivano un cappio nel nostro Parlamento. Si parla di misure di prevenzione ed intanto si tagliano i fondi alla Polizia di Stato. In tutto il mondo si cerca di combattere i paradisi fiscali, dove la criminalità ricicla i suoi proventi illeciti, e il nostro Presidente del Consiglio ha ammesso di averli usati per non pagare le tasse. Poi abbiamo una persona, che ha una grande esperienza in fatto di lotta a terrorismo brigatista e mafioso, come il magistrato Gian Carlo Caselli e questa maggioranza governativa cerca di 'cancellarlo'. Non parliamo delle misure di depenalizzazione del falso in bilancio o altre scelte di condono di misfatti vari. La criminalità ha rialzato la testa.
Ora si è visto che il terrorismo –cosiddetto islamico; dico cosiddetto perché mi darebbe assai fastidio che si dicesse terrorismo cristiano parlando di quello fascista- non si combatte con le guerre ma indagando le radici profonde di quello che ha portato ad odiarci così tanto: noi, quelli che ci riteniamo i migliori, i superiori e che in verità siamo solo i potenti della Terra, quelli che si sbaffano oltre l'80% della sua ricchezza. Poi serve serietà, misure di intelligence e determinazione nell'usare le giuste leggi fatte ad hoc…ma guardate questa nostra classe dirigente: vi sembra seria? Aspettatevi qualche nuova barzelletta da 'Bellachioma'.
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LE PERSONE CHE SI AMANO
Le persone che si amano si portano con sé.
Così io porto te, sempre con me. Anzi più distante sei, più sei vicina. E' il modo di pensarti, di ricordarti bella e dolcissima e, chissà come e perché, così forse non sei.
Ora ad esempio ti immagino con me a gustare un bel momento o forse anche un gelato, qui sul lungomare. Immagino che mi sorridi o anche che ci teniamo per mano. Ora, in questo momento. Perché è vero, noi non ci siamo sempre. Noi non siamo per sempre. Noi viviamo troppo poco. Anche se diciamo sempre, sappiamo che non è vero. Sappiamo che quel sempre è vero solo nella morte, con quella diveniamo eterni. Ora dunque tutto quello che ci è dato è gratuito. Quello che ci succede di bello bisogna gustarlo e per farlo bisogna essere insieme a qualcuno altro. A qualcuno che si ama. Per questo le persone che si amano si portano con sé, per godere la vita.
Poi noi assumiamo, delle persone che amiamo, delle particelle. Noi ce le scambiamo negli atti d'amore; ce le strusciamo vicendevolmente con baci e carezze e nessun lavaggio ce le toglierà più…così ora sei qui con me, anche se non ci sei. Sei nei miei pensieri, perché è vero non c'è niente di più intimo di un pensiero.
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STAMINALI E PERSONE
Era dal tempo del referendum sul divorzio che non mi capitava di vedere la chiesa cattolica così schierata su un referendum: a quei tempi invitava ad andare a votare 'si', oggi invece sostiene il 'no' dicendo di non andare a votare. Ha trovato nel frattempo un nuovo modo per sostenere le sue ragioni, non certo la democrazia: sa che la maggioranza che andrà a votare, perché crede che nella democrazia ci si debba esprimere, voterà 'sì'; ecco che allora l'idea di far fallire una consultazione popolare.
Certo che vedere all'interno delle chiese i volantini che fanno propaganda per il non voto fa effetto…poi pazienza che se anche il prete durante l'omelia lo ricorda ancora: non andate a votare. Il prete aggiunge anche che non è vero che con la scelta del 'sì' si aiutano a vincere delle malattie…ora anche il prete è divenuto un piccolo medico scienziato: punti di vista. L'altra volta diceva che con il divorzio volevamo la fine della famiglia e la dissoluzione della società- ora se questa avviene non è certo colpa del divorzio. Un'altra volta ancora, il prete, impedendo l'uso del preservativo, sosteneva che si andava contro natura e che quegli spermatozoi non erano da fermare. Forse. Non parliamo poi dell'aborto…tutti assassini…o meglio assassine.
Ma allora quelli che sostengono il 'sì' sono tutti assassini, nazisti, frankestein, cannibali, crudeli peccatori che invocano una sorta di pena di morte? Ma è così?
Forse tra pochi anni il problema delle cellule staminali degli embrioni, che ora giacciono congelate in parecchi laboratori, non si avrà più; sempre se aiutiamo la scienza e non la contrastiamo con paraventi ideologici e pseudoreligiosi.
La scienza corre e quello che fino a ieri sembrava impensabile domani sarà possibile, con buona pace di molte coscienze oggi travagliate per la nostra conquista del loro paradiso. Si dovrebbe dire intanto però che quelle cellule staminali già congelate poi saranno buttate nel cesso. Allora perché non tentare con queste di dare vita? Vita vera? Farle diventare persone? Io andrò a votare e voterò quattro volte SI'.
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GIOCHI SPORCHI
Un certo potere, con Berlusconi a capo, si dice indignato per le intercettazioni telefoniche; non certo per quello che rivelano ma per il semplice fatto che sono state effettuate. Così è la morale di questo potere: tu non mi controlli, invoco la privacy. Questo vale naturalmente per gli imbroglioni dell'alta finanza, per le lobby borsistiche, non vale per le persone semplici e umili; per gli altri.
Per chi ha letto le intercettazioni telefoniche comprende la statura culturale e morale di questi faccendieri. Non c'è forse da meravigliarci: buon gusto e denaro non sempre vanno d'accordo. Se poi pensiamo alle irrefrenabili ambizioni di questi 'poveretti' intercettati, sappiamo quanto poco basti a farseli 'amici': entrare nel giro del 'compra e vendi'…ed essere a capo di qualche cosa. Contare.
'Ma io volevo solo fare soldi', dichiara Emilio Gnutti, il finanziere che di mestiere fa trading: ossia acquista 2-3 milioni di azioni, per esempio delle Generali, e poi dopo le rivende realizzando una plusvalenza. Bel lavoro, non c'è che dire. Ma che cosa ne farà dei soldi? A sentirli parlare in fondo capisce che stanno solo giocando. Giochi sporchi. Chissà pensano di giocare ancora a Monopoli, mettendosi le dita nel naso.
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POPOLO IRACHENO
Anche se il popolo iracheno con le elezioni ha dato una grande prova di civiltà, di partecipazione alla ricostruzione democratica del proprio grande paese, bisogna ricordare che vive sempre in guerra. Dopo l'abbattimento del sanguinoso regime di Saddam Hussein, per il quale il popolo iracheno con l'attuale guerra ha pagato un contributo di sangue senza precedenti nella sua storia, la normalità non si vede; anzi con il proliferare del terrorismo e la continuazione dell'occupazione militare americana si può pensare ad una catastrofe umanitaria. L'Iraq non sarà mai più una nazione tranquilla e gli americani sono in grande difficoltà poiché in verità controllano solo una piccola parte dell'immenso territorio iracheno.
Questa è la verità che molti giornalisti raccontano. Dopo aver vinto la resistenza con le armi a Falluja, Karbala e Najaf, gli americani vivono alla giornata non avendo nessuna prospettiva se non controllare quello che possono con i nervi a fior di pelle e l'ostilità crescente di tutta la popolazione: sono sempre degli stranieri e a nessuno piace avere in casa propria degli stranieri prepotenti, maleducati, arroganti, come sanno esserlo gli americani?
L'incidente a Giuliana Sgrena, con l'uccisione dell'agente del Sismi, si inserisce in questo quadro. Gli americani non hanno vinto un bel niente. Le guerre non portano democrazia ad un paese, se questi non ne ha in sé i germi.
Gli Stati Uniti d'America per questa guerra si stanno indebitando fuor modo e non sono in grado di inviare più truppe di quante ce ne sono già. Per un controllo totale del territorio iracheno occorrerebbero 3 volte di più i soldati impiegati. Impossibile. Bush non sa come uscirne: spero che l'Europa si dimostri più intelligente degli italiani e non si faccia coinvolgere neppure dando soldi agli USA.
Le elezioni si sono svolte, ora lasciamo l'Iraq agli iracheni
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LA GUERRA DI RELIGIONE NON ESISTE
La religiosità dell'uomo dovrebbe farci comprendere la nostra insufficienza. Non solo l'uomo non è autosufficiente senza Dio, ma lo è anche senza l'altro, senza il prossimo, le sue idee, la sua conoscenza e rispetto. Bisogna scoprire lo straniero come parte di noi. Con ciò nasce il dialogo che ci arricchisce.
Così ora in clima di terrorismo -definito islamico- immagino quanta fatica tocca a chi deve spiegare cos'è l'Islam. Ma c'è qualcuno che sappia spiegare agli altri cos'è il cristianesimo? Se ci fosse da ambo le parti l'umiltà di uomini piccoli e fallaci; l'intelligenza di saper essere tutti stranieri sulla Terra, per incontrarci, allora sapremmo chi è l'altro: chi è l'islam, l'Ebreo e il Cristiano. Con gli stupidi stereotipi i difensori di civiltà, che neppure conoscono pensandole essere solamente i propri interessi, nascono i 'disegni di guerre totali'. Si pensa automaticamente musulmano un arabo e cristiano un europeo: non è così. Si pensa fanatico un fondamentalista, mentre è semplicemente uno che crede in fondamentali ragioni che danno senso alla sua vita. Fondamentalisti lo sono i cristiani come gli ebrei. Il fanatismo è qualcosa d'altro. Bisogna dire invece che il fanatismo è respinto dalla stragrande maggioranza del mondo islamico. Essi conoscono l'impossibilità obiettiva di un'applicazione letterale e normativa di Corano e della Tradizione, come fondatrice d'una vera convivenza civile, quanto all'arbitrarietà della tesi secondo cui il dovere principale del musulmano sia la lotta contro il "satana occidentale"; questo è solo una sorta di leninismo politico applicato alla fede.
Confidare tutti in Dio, paradossalmente lo stesso, potrebbe farci superare gli schemi dettati dall'ignoranza. Chi vive la spiritualità e si comporta di conseguenza al suo messaggio religioso, che è esempio morale e di saggezza, cerca il dialogo: parla di Dio senza parlarne; agisce con la gentilezza e non uccide l'altro.
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CARVER O IL TEMPO INTERROTTO
Serata magnifica ieri sera 13 giugno, all'11° Festival Internazionale di Poesia a Genova. Nel nome di Raymond Carver si è svolto un'affascinate concerto per pianoforte (Marco Di Gennaro), tromba (Enrico Rava) e voce (Giuseppe Cederna). Una estemporanea performance di jazz e parola: un concerto speciale per Carver. I racconti di Carver sono gioielli di scrittura, di capacità narrativa, che sanno comunicare un messaggio di compassione e di vita autentica; sono brevi, concisi…non hanno tempo o l'hanno interrotto. Oggi possiamo affermare che Raymond Carver è stato un antesignano della scrittura moderna, la scrittura della Rete, quella che si riversa nei blog e nei suoi notiziari. In questo caso il tempo è breve, sostituisce pare quello morto, quello di annotazioni invisibili: una newsletter della condizione umana universale.
Certo, poi rimane il sapere, il sapere di…What We Talk About When We Talk About Love. Già, 'Di cosa parliamo quando parliamo d'amore': questo è il titolo del concerto cui si è assistito a questo 11° Festival Internazionale della Poesia 2005. 'Voglio parlarvi d'amore, di tutto quello che mi fa crescere…' recitava Cederna, poi attaccava il controcanto di tromba e pianoforte e se qualcuno ha visto, nella letteratura di Raymond Carter, un tempo interrotto, quei suoni jazz l'hanno riannodato. Hanno sentito un tempo che scorre fluido; scorre come quello della poesia: ha il suono sincopato e armonico di una frase accostata all'altra. Così si fa sintesi di parole e suoni, si illumina ciò che nessuno riesce a vedere o semplicemente a guardare. Un terzo occhio ci aiuta: è la poesia nascosta nella prosa scarna. Quella di Raymond Carver. Non una parola di più, non una fuori posto.
Il mistero è racchiuso nelle parole; nel loro saper evocare la vita, saperla descrivere e trasformare. E non ci sono vite felici, semplici o compiute ma ci sono parole che le contengono e diventano rivelazione. Carver è questo. E' nei suoi brevi racconti che disegnano gente con matrimoni falliti, dediti all'alcool, con bollette mai pagate, sempre a litigare e a fare i conti con le proprie frustrazioni.
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GIOCHI BIBLICI
Gli americani? Un popolo di bambini giocatori. Sapevo della spettacolarizzazione di ogni evento, perfino di quelli più sacri: chi non ricorda Jesus Christ Superstars? I fumetti con Gesù o le fabbriche di reliquie? Ma addirittura far diventare la Bibbia un gioco da tavolo, non ci volevo credere. Ieri un amico mi ha segnalato un link su Internet: www.discountcatholicproducts.com –ebbene, c'è di tutto. La pubblicità spiega che si può giocare in gruppi di chiesa, in famiglia e con amici: vince chi sa rispondere ai quesiti posti dalle carte; oppure dopo lanciando i dadi se esce una 'c', avanti con le rispose che iniziano con questa lettera.
C'è anche il gioco di Re Salomone che consiste nella gara di costruire il Tempio mentre i babilonesi cercano di distruggerlo: si mescolano le carte che rappresentano profeti, sacerdoti, re, poi in base alle offerte fatte, su degli altarini, si otterranno i favori per promuovere King David o King Solomon. Beh, nello stesso sito web si possono acquistare anche le medaglie, con l'effige di San Michele o San Cristoforo, per militari impegnati in Iraq; sul retro c'è la scritta: che Dio ci aiuti a servirlo con le armi.
Sarebbe bello che chi predica lo scontro di civiltà, lo continuasse a fare con le figurine e medagliette. I giochi biblici, proposti su Internet, sono fatti per divulgare la conoscenza del Libro; quelli cui assistiamo sono le solite guerre. Ora mentre i vari gadget venduti, sempre su questi siti web, segnalano bisogni di identità e appartenenza per fare salire la spiritualità; per me decade. Diventa tutto un inno al trash. Oggi non ne abbiamo bisogno.
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E' MORTA GINA LAGORIO
E' morta Gina Lagorio, scrittrice che io consideravo ligure anche se sapevo nata a Bra nel cunense. Ma Gina Lagorio ligure lo era per la sua vicinanza al poeta Camillo Sbarbaro; ligure lo era perché vi ha abitato per molto tempo con i suoi genitori e poi ancora per elezione, per essere una scrittrice di paesaggi. Per questo era ligure nella schiettezza della parola, nella essenzialità dei sentimenti, scarni e veri.
Gina a 84 anni ci ha lasciato, ieri 17 luglio 2005, a Milano dove abitava ormai da anni. Mi è capitato di ascoltare Gina Lagorio a due presentazione di libri: Tosca dei gatti con cui ha vinto il premio Viareggio e Golfo del paradiso –libro vincitore del Premio Rapallo; con parole semplici e ricche di annotazioni vissute mi ha trasmesso la gioia della scrittura. “La letteratura è qualcosa di così intimo, profondo, così necessario, se è necessario, che deve implicare tutta intera la persona, che deve scegliere tra il dovere e il piacere, che deve sapere navigare nel mondo in cui si trova a navigare e in cui è bene, se è possibile, non cedere a troppi compromessi, perché i compromessi corrodono l'integrità di una persona”: Così, Gina Lagorio, in una intervista.
I suoi libri letti mi hanno rivelato una straordinaria raccontatrice. Ma di lei ogni volta che mi capitava di leggerla sentivo una comunanza di sentimenti: quelli legati alla Resistenza, quelli per la coscienza di un passato faticoso e forte di impegno e di passione, oltre ai gusti letterari- Sbarbaro, Calvino, Fenoglio e Primo Levi. Inoltre come non condividere il suo disappunto e disgusto per la povertà morale, civile e politica dell'Italia di oggi? Sapevo poi che era una ammiratrice del giornalista Michele Serra e anch'io sono un suo estimatore.
Gina vivrà ancora nei suoi scritti, a quei libri cui ha affidato il suo impegno civile e di passione per la vita e la sua bellezza, da cogliere in punta di penna per noi e gli altri.
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VECCHIAIA
L'ho sentito dire: 'Non c'è peccato più grande che invecchiare senza sapere niente di sé'. L'ho sentito dire e ci credo. Sì, perché si invecchia per quello: per sapere di noi. Così quando sappiamo qualcosa ne assumiamo il carattere, tanto da scriverne nel nostro corpo l'immagine. Il nostro corpo allora diviene una metafora, che aggiunge ai processi biologici ulteriori significati. Tutto il nostro essere si sposta gradatamente verso l'anima, ed è lì che prosegue la vita e la sfida per il suo senso.
Così nella vecchiaia assistiamo al sublime mistero della vita: la decomposizione fisica genera pensieri a dimostrare che la vita dipende pure da batteri muffe e chimica, ma il pensiero no! I pensieri più 'inadatti' sopravvivono. Ecco come si presenta l'evoluzione. Ecco come succede l'inspiegabile.
Ma ne siamo coscienti? Oggi invece assistiamo ad un allungamento della vecchiaia. Qualcuno pensa anche di fermarla, rinviarla; ma si ottiene solo un allungamento, un percorso più lento, comunque inarrestabile e senza senso.
Ora bisogna, invece che aggiungere capelli alla nostra testa, stirare le rughe del corpo o travasare ricostituenti nelle viscere, si mettano nel cervello nuove idee, nuovi pensieri, e si contemplino nuove libertà.
Come sostiene James Hillman, nel libro La forza del carattere, «Arrivati ai cinquanta o sessant'anni è ora di incominciare un altro tipo di terapia: la terapia delle idee». Ecco questa cosa è quello che penso e mi piace.
Allora Buona Pasqua, buona resurrezione, con nuove idee.
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DIVISIONI
Non c'è solo lo scontro elettorale ad acuire le divisioni e la litigiosità tra gli italiani; c'è da tempo –si può dire con l'avvento della destra al potere- una guerra tra fazioni che l'Italia non ha mai conosciuto. Neppure nell'immediato dopoguerra tra la D.C. e Fronte Popolare, tra De Gasperi e Togliatti, ci fu una tale virulenza conflittuale. E' sempre più chiaro che la destra divide, sempre più fa leva sull'animosità e i sentimenti reazionari: razzismo, richieste di pena di morte, discriminazioni salariali e sociali, vendette e rivincite tra persone, gruppi…lo smantellamento dello stato sociale è poi una condizione basilare per attuare la loro politica di deregulation.
Sembrava, fino a qualche anno fa, che in nome di un pragmatismo laico si fosse abbandonata le guerra ideologica, ma invece questa ritorna: si evoca la paura del comunismo sovietico, dei magistrati cosiddetti giustizialisti- naturalmente solo quando colpiscono il ceto politico- ecc. Tutto continua.
Eppure io credo nell'intelligenza degli italiani. Credo che non piaccia a nessuno continuare a vivere così. Non credo che la realtà del nostro vivere quotidiano sia un ipotetico ring dove scambiarsi pugni anche solo virtuali. Allora le sfida politica messa in campo dall'Unione ha, anche nella sua denominazione, un auspicio: unire le forze per ridare speranza di futuro. La politica deve lavorare per il futuro e questo vuol dire muoversi insieme per obiettivi di benessere comuni.
Solo aiutando il nostro vicino, quello che vive a fianco a noi, aiutiamo anche noi stessi. La destra invece vuole solo il far west; vuole un liberismo, cui ognuno pensa per sé, a scapito del prossimo e della comunità: questo vuol dire dividere e far retrocedere, come sta avvenendo, la nostra società.
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10 AGOSTO 2005
10 agosto 2005…io lo so perché tanto di stelle per l'aria tranquilla arde e cade, perché si gran pianto nel concavo cielo sfavilla...
Il pianto del cielo è reale, oggi piove. Oggi è un altro giorno nuvoloso di un'estate incerta. Le stazioni di villeggiatura denunciano un milione in meno di presenze –malgrado che tutti abbiano due telefonini. Tutti i giorni arrivano però nuovi immigrati a Lampedusa: oggi 165 su una barca di 10 metri. Notizia del giorno è intanto la scalata al 'Corriere della sera', che oggi contiene due articoli: 'Briatore: tifo Ricucci'; 'Falchi: non mi piace Rutelli'. Per sapere di più, di tutti questi nuovi ricchi, è che si ritrovano nello stesso vicolo: Porto Cervo. Ieri la notizia era la retrocessione in serie C dell'Italia e del Genoa FBC, ma le manifestazioni di protesta sono state per quest'ultima. Anche con la benzina ai massimi storici, le code sulle autostrade non mancano: è per il weekend, la nuova vacanza 'mordi e fuggi'- così si dice. Si segnalano morti in incidenti sulle strade; ma da un po' non vengono più forniti i dati statistici: chissà con Lunardi sembra vada tutto bene. La sensazione di stragi non mancano ugualmente: l'altro ieri un aereo è precipitato, un treno è deragliato e da un momento all'altro si aspetta un attentato terroristico. Gli attentati e i morti quotidiani a Baghdad non fanno più notizia; le truppe che sono là stanno mantenendo la pace. La morte in evidenza è quella tra una lite fra anziani ottantenni che finisce a sassate: un morto nel barese.
Si ha l'impressione che tutto cada a pezzi, insieme ai nostri capelli: solo ad uno in questa estate ricrescono e sotto la 'bellachioma' ride.
Estate 2005, spero sia l'ultima estate del governo Berlusconi.
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ISLAM E OCCIDENTE
Perché si considera la civiltà islamica diversa da quella occidentale? L'Islam diverso dall'ebraismo e del cristianesimo? Non sono religioni tutte figlie della Rivelazione? Del Libro? Se c'è una diversità è solo di percorso, non certo di nascita. Questo concetto lo afferma anche lo studioso medievalista Franco Cardini. E' ormai acquisito che, in quello che chiamiamo Occidente, c'è stata una continua scristianizzazione della società per giungere, conseguentemente ad un suo percorso filosofico, al nichilismo. Non è forse stato definito l'Occidente il paese della sera? Non abbiamo poi con l'Islam la stessa volontà di potenza?
Oggi abbiamo un Occidente economicamente, tecnologicamente e militarmente forte inversamente proporzionale alla sua debolezza morale, spirituale con la crescente infelicità dei suoi abitanti.
A questo punto mi sembrerebbe giusto cogliere dall'Islam un recupero della Trascendenza: non ci servirà la supremazia materiale se non recuperiamo e conquistiamo anche quella morale e spirituale. Certo dobbiamo rivendicare sempre la nostra laicità ma anche il Cristianesimo, da cui abbiamo mutuato il senso della persona come valore infinito, il valore della solidarietà verso tutti, del lavoro come operosità positivamente costruttiva, la stima per la razionalità e il senso della giustizia sociale: per non citare che alcune delle maggiori idee di cui l'Occidente è portatore.
Nel cammino per la pienezza dell'umanità, l'Islam ci può essere d'aiuto. Può essere un'occasione per l'Occidente a riscoprire le sue radici più vere. Il cristianesimo è più presente di quello che si pensa ed è sempre vivo.
Insomma lo stesso Occidente che ha generato Napoleone, Stalin, Hitler, Pinochet, i generali argentini ecc., pare lo stesso di quello di Saddam Hussein, Komeini, Bin Laden. Una trascendenza spirituale, che mette al centro la dignità umana, come il cristianesimo può salvarci ancora.
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