|
Raccolta Articoli di Giorgio Boratto
ARTICOLI parte 2 Articoli e lettere pubblicate sul IL SECOLO XIX - La Repubblica - L'Unità - webzine varie -
indice
PASSATO
C'è qualcosa di sottile che ci divide: è il rapporto con il passato. La malattia di oggi, di questa Italia che ha votato a destra ma pensa a sinistra, è la perdita della memoria collettiva e un benessere materiale acquisito troppo in fretta. In sostanza, in pochi anni si sono conquistati solo beni materiali: dalla scodella d'acqua fresca al frigo doppia porta e doppia altezza; dalla '500 al 2000 con turbo iniettore, multicavalli. Si potrebbe obiettare: è il progresso, è la tecnologia che avanza, è la conseguente evoluzione dei paesi industrializzati; ma c'è una conseguente crescita di coscienza? C'è una ulteriore consapevolezza di essere privilegiati? Da una parte sì, insieme c'è più coscienza dei diritti, della tutela ambientale; ma dall'altra non si è riusciti, esercitando una rimozione collettiva, a trasmettere il valore delle giuste proporzioni dei beni avuti.
Se solo tornassimo indietro di tre o quattro generazioni, scopriremmo un'Italia povera e contadina raccontata dal bellissimo film di E. Olmi: "L'albero degli zoccoli". Quel mondo, pervaso da un fatalismo cattolico e da un'aspirazione laica di riscatto sociale, ci ha portato, attraverso le guerre, il fascismo e la democrazia, ad essere quello che siamo oggi.
Ma è possibile allora dimenticare il nonno e poi non sapere del padre, per superarci dall'essere figli, oggi senza domani? Pare così. Oggi abbiamo una diversa memoria del passato: o è negato, o è santificato; o è tutto cattivo o è tradizione immutabile. Ma chi siamo allora? Con quello che ci rivela l'Istat, con i dati del censimento, si fa fatica a riconoscere l'Italia e gli italiani. Siamo fuori dagli schemi. Ma l'Istat parla di cose, di situazioni oggettive; soggettivamente siamo al buio: siamo genitori in crisi di figli che non sappiamo educare, non sappiamo cosa testimoniare proprio con le regole del passato. Eppure basterebbe dare ascolto a ciò che sappiamo da sempre, ascoltare noi stessi, non agire spinti da stereotipi, da automatismi o condizionamenti sociali. Agire con un sapere che c'era anche nel passato, dove ogni figlio manifesta una nuova coscienza, una dimensione critica. Nel rapporto con i nostri figli non possiamo avere scuse, ci mettono a nudo, ci conoscono intimamente: non sono infatti usciti dalle nostre viscere? Non possiamo barare. Eppure a vedere come va il mondo, qualcuno bara.
indice
Il MIO ODIO
Per chi ha solo la ricchezza del proprio lavoro, l'articolo 18 è una tutela inalienabile. Perché accettare dei soldi per lasciare il posto di lavoro? Per poi non trovarne più? Perché certi datori di lavoro vogliono a tutti i costi sfondare questa porta? Per aumentare i posti di lavoro come si dice? No, semplicemente per togliersi i sindacati dalla fabbrica. Si licenzierà così chiunque fa sindacato (questa è appunto una causa ingiusta); eliminando l'art. 18 tutto diviene semplice: anche se si ricorre alla magistratura del lavoro, la controversia non prevederà più il reintegro ma semplicemente una cifra di soldi una tantum. Questa abrogazione è una pietra angolare, dove poggia il neoliberismo di marca berlusconiana; di questo, in campagna elettorale non si era parlato, era stato semplicemente detto che si condivideva il programma confindustriale. Appunto... Per arrivare a questa legge altro che odio: morti, sopraffazioni, violenze, sacrifici....Ora ci parlano, con i toni di chi sembra avere sempre ragione, di pacatezza, di non avere odio; ma perché ? Non c'è odio nella società? In questa società? Dovreste ascoltarli certi piccoli industriali che utilizzando la flessibilità dei contratti a termine: si vantano di tenere lontani i sindacati...Gli altri li trovano una zeppa per lo sviluppo delle proprie aziende; allora? Non è giusto per la libera concorrenza: via i sindacati da tutte le parti. Non è odio? Io ad esempio esercito l'odio da sempre...Contro i terroristi, contro la guerra, contro i criminali, contro i potenti e gli arroganti. Forse l'odio un pò l'ho imparato frequentando la chiesa, un pò guardando certi politici, padroni e politicanti. Ma il mio odio non porta certo ad uccidere; è un sano sentimento di disgusto, di indignazione, di energetica linfa per cambiare la società. Quindi chi richiama all'odio, solo per fare i propri interessi, tenga presente quanto ne può avere lui stesso.
indice
...CON SU DELLA GENTE...
"Quelle navi con su della gente...che vengono qui a sbatterci fuori a noi..." Queste parole pronunciate dal capo del governo, hanno giustamente indignato linguisti, intellettuali, scrittori e cristiani. Per i primi è anche questione di cultura, e si sà non è vero che i soldi, potere lauree siano sinonimo di cultura, per altri è anche una questione di umanità. Si sà, certe politiche sono più rivolte all'egoismo che alla generosità; o meglio la generosità la si elargisce ai propri simili, soprattutto ai supporter ideologici: a Bossi, a Fini, a Gasparri...
Ma quel "...con su della gente" è un milanesismo come:"...tè prendi su la roba...Ma cos'hai su in testa?". Niente; niente memoria. Questa Pasqua è passata e non si ricorda di un'altra Pasqua dove all'arrivo di un'altra nave con "su della gente", e affondata per una collisione con una nostra nave, il "cummenda" accorse in Puglia e piangendo disse: "questa povera gente viene qui a cercare benessere e guardate come la accogliamo...". Ora sempre il "cummenda" ci dice che questa "gente su delle navi" viene qui a sbatterci fuori. Esemplare. Il lumbard o si è convertito, o si è scordato: voce del verbo scordare e anche aggettivo.
indice
POLITICA DI DESTRA
Io continuo a pensare che la cultura di destra, non appartiene all'Italia. A differenza dell'Inghilterra, della Germania e della Francia, la destra italiana non ha radici e si muove goffamente con provvedimenti estemporanei. Berlusconi vuole fare la Tatcher, ma non ne ha nè la stoffa, nè l'intelligenza. Questo non deve consolare. La parola d'ordine di meno Stato, più Privato, trova una classe imprenditoriale che per prima ha vissuto alle spalle dello Stato. Lo stesso premier deve ringraziare lo Stato e i suoi referenti politici per essere riuscito a costruire l'impero che ha. Ora cercando di cassare o modificare l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, cercano di infliggere un duro colpo ai diritti e alla dignità del lavoratore ritenendolo solo "merce"; merce di scambio. Questo sarà di lezione agli operai che hanno votato Berlusconi credendo chissàcché. Un'altra lezione che ci insegna come niente è conquistato per sempre, specialmente quando si parla di diritti. Ora provando al governo la politica di destra, sarà utile almeno per formarsi degli anticorpi, e così tenerla lontana per un pò, se la sinistra vincerà nuovamente. Il problema è quanto durerà e quanti danni farà. Io spero pochi. Intanto le promesse meno tasse si rivelano un bluff: i ticket e le gabelle si sono trasferite con la Devolution alle Regioni. Aumenta il divario tra ricchi e poveri e questi ultimi crescono di numero. Si fanno tagli alla scuola pubblica per dare "buoni" utili alle scuole private. Si ravvederanno tutte quelle casalinghe e pensionati che hanno creduto a Iva Zanicchi e a Emilio Fede? Loro, in fondo, sono di destra una-tantum; ovvero dei miracolati dal padrone. A tale proposito siamo tutti in attesa di vedere all'opera l'intelligenza e la satira di destra nella prossima Rai TV: tornerà la Gabriella Carlucci? I Fichi d'India? Vigorelli e Lando Buzzanca?
indice
CLANDESTINO
Se passa la legge Bossi- Fini sull'emigrazione, consideratemi un clandestino, che non vuol dire criminale, vuol dire non in regola: per questo ritiratemi pure la carta d'identità, il codice fiscale, non sarò più italiano, spero neanche padano. Non sarò in regola come forse non lo è chi non paga le tasse; chi corrompe la finanza; chi non rilascia le ricevute fiscali; chi fa falsi in bilancio...No, quello va bene.
Assaporerò la fatica di un clandestino, di non avere identità, di essere in un paese straniero, in casa d'altri quando la mia è lontana ed è la cosa che più amo. Sentirò la paura di essere scoperto e poi di essere trattato come un assassino, non capirò quale reato ho commesso nel voler venire alla vostra mensa, lo sò non mi avete invitato, sono ospite sgradito: ricordo troppo la miseria da voi dimenticata. Ma sono un uomo che picchiato sanguina con lo stesso dolore, che ha gli stessi sogni, ama e piange al vostro stesso modo e se sono senza "carta" non disprezzatemi, la mia anima sà contenere il mondo.
Voi, poi potrò dire, siete già venuti a casa mia un dì lontano, anche voi senza "carta" ma con la pistola in mano: ci dovevate insegnare la vostra civiltà. Ora sono qui a prendere "ripetizioni", non ho carte nè permessi e non voglio voti. So che per i vostri indagati ci sono rogatorie particolari, non chiedo i vostri "bolli", i vostri giudizi; voglio umanità. Se passa la legge di Bossi, Fini e Berlusconi, da quel dì io sono clandestino; intanto, un pò, già ora lo sono per la loro cultura
indice
POESIA UN ACCIDENTE
La poesia come un accidente. Nessuno si sa poeta; eppure quel che si dice talento, è in forza ad ognuno. Così la penso per cultura umanistica, ma poi a scrutare le facce, i movimenti e certe idee, trasalisco e vince lo sconforto: è giusto allora che la pena di morte continui; continui a portarci via, a ripulire la piazza; non certo la pena di morte inferta dai tribunali, ma quella di una provvida natura. E' giusto che si rinnovino sentimenti, si perpetuino rabbia e dolore, si riascoltino risate e gioia. Ma perché tanta ricchezza viene sperperata? Perché un'unità di scambio, fa scegliere un lingotto d'oro ad un bacio? Eccolo allora il poeta mancato; eccolo un Berlusconi in elicottero a mirarci dall'alto, lui il poveretto a inseguire "case chiuse" e farfalle variopinte...Che mi racconti un sogno, il Berlusconi, che non racconti di giudici e denari; di ministeri e poteri: vorrei da lui, un sogno fatto nella notte; un sogno fatto mentre dorme ed è inerme, io allora lo riconoscerò. Forse.
Ah la poesia, ultima risorsa per non sentirci avviliti; ultimo sguardo per vederci tutti uomini. Ma perché oggi rido poco? Forza ridiamo che Berlusconi passerà: si è fermato a fare lo chansonnier per poco. Noi tireremo in avanti.
indice
PERCHE' DI SINISTRA
Scusate questo mio sfogo e voglia di dire...
Perché oggi sono di Sinistra? Perché voglio cose diverse da quelli di Destra? Certo che raccontarlo ad un giovane di oggi, può apparire difficile, ma è opportuno. Perchè sono di Sinistra? Perché ho memoria di una antica miseria? Perché aspiro ad un mondo migliore? Potrei dire le stesse cose che dice un'altro di Destra; ma poi, forse, tutto passa per la storia personale, per la propria cultura, intelligenza ed esperienza. A dirlo oggi ad un giovane è dura, ma è importante: perché sono di Sinistra? Potrei dirgli molte cose, raccontargli la storia dell'ultima metà secolo: la mia. Sono nato poco tempo dopo il più spaventoso scoppio della seconda guerra mondiale: la Bomba Atomica; un enorme fungo di fumo che ha scosso per decenni il mondo. Poi la Guerra Fredda. Le battaglie per la democrazia, i licenziati perchè di Sinistra o assunti con il placet della parrocchia. Le battaglie per applicare la Costituzione che ha garantito, pur con tanti difetti la libertà in Italia e che reca in calce - è bene ricordarlo sempre- la firma di un grande comunista italiano: Umberto Terracini. Poi gli ideali di un partito socialista operaio e contro i padroni che poi prese i soldi da tutti. Ancora a Sinistra a vedere la politica che scompiglia gli uomini, li divide per interessi di bottega o magari anche per le idee. Ma poi... Perchè di Sinistra? Per l'uguaglianza, la giustizia, la libertà e la solidarietà. Perchè di Sinistra? Per essere diversi? Poteva esserlo un dì, ora non più: il conformismo attraversa tutti; vestiti uguali, con gli stessi desideri di un benessere borghese a volte ottuso: un conto in banca, una strada pulita, un lavoro sicuro e poi? Poi sono di Sinistra e continuo ad esserlo nonostante sia risalito dalla palude ideologica; nonostante che la Destra, per un gioco speculare, rivoglia quella Sinistra.
Io sono di Sinistra oggi proprio per una interrogazione profonda sull'essere; per la riscoperta di criticare con il presente, il passato senza rinnegarlo. Io sono di Sinistra perchè sono riuscito a uccidere il padre (metaforicamente) e anche se si è spinti a cercarne un altro mi sono accorto che nessuno può dare lo stesso affidamento; questo costringe ad affrontare la realtà senza benedizioni e chi si presenta come tale e vuole abbracciarmi è meglio rinnegarlo.
Per questo sò di essere cambiato profondamente e se la mia fede rousseauniana nell'Uomo, invecchiando diventa pessimistica, rimpiangendo una gioventù seppur settaria, ottimistica, sento però subito le sicurezze di allora, come un grosso limite per proseguire. Ma mi fanno paura le certezze degli altri, degli avversari, di certi politici, financo quelle del Papa.
Ecco perché sono di Sinistra oggi, perché non ho verità rivelate né certezze da trasmettere, ho solo amore per una umanità sporca, assassina e a volte corrotta ma che per questo sento fatta di uguali: nessuno può arrogarsi diritti di casta, di razza, di cultura né- per la terra, l'aria e il mare- di proprietà.
Ecco perchè sono di Sinistra; perché, come dovrebbe al cristiano, mi indigna al pari della grande miseria, il lusso sfrenato. Ancora tante cose avrei da dire, perchè molte sono sempre le cose da fare, per questo i miei sogni continuano come la speranza di vivere l'Utopia.
indice
LEGGE INUMANA
Insieme alla legge truffa sul conflitto di interessi il Parlamento si appresta a varare la nuova legge sull'immigrazione, una legge inumana. La cosiddetta legge Fini-Bossi non farà altro che aumentare i clandestini e gli irregolari. Ma perché non si uniformano le leggi europee in materia? Si diceva che con l'abolizione delle frontiere tra gli stati europei, oggi non si sbarca più in Italia, in Francia o Germania ma in Europa. Allora perché una diversa legislazione? La nuova legge sull'immigrazione non permette più ricongiungimenti familiari; obbliga i datori di lavoro a trovare casa e a pagare il viaggio di ritorno agli immigrati, terminato il contratto di occupazione; la permanenza e la regolarità sarà vagliata dalle questure, come se gli immigrati fossero un problema di ordine pubblico. Dopo le leggi a personam su rogatorie, falso in bilancio, rientro dall'estero dei capitali illegali, conflitto di interessi, si passa alle leggi liberticide. Io sono un volontario della comunità di S. Egidio e so con quanta apprensione la chiesa cattolica e le sue associazioni guardano a questa legge: come si potrà ovviare a questa nuova illegalità? Non l'illegalità del rubare; ma quella della possibilità di migliorare la propria condizione umana. Come si può rispondere a questo nuovo egoismo? Non quello nel nome del diritto; ma del mero possesso e sfruttamento dei beni.
indice
GENOVA PER NOI
Appena usciti dall'autostrada Genova - Ovest, la città di Genova mi viene incontro attraverso la Sopraelevata. Il mare intuito, da diversi chilometri, per chi viene dall'entroterra, si mostra all'improvviso alla destra nel porto: fermo, balucinante di umori più che di colori.
A sinistra le case si inerpicano su, come un baluardo fatto da innumerevoli occhi. Verrebbe voglia di fermarsi, ma si resta imprigionati in una colonna di auto che impongono la velocità. Alla nostra destra scorre l'attrazione: navi, barche, vele e poi L'Acquario, il Bigo, il tendone delle feste...Esco? La decisione è da prendere subito. Basta un indugio e via ho superato la prima uscita. Dietro le macchine pare spingono oltre. Ecco un'altra uscita: questa volta non la manco, ma dove va? Si entra in un oscuro budello attorcigliato, curvo e ricurvo; un sotterraneo che fa presagire un sopra caotico. L'uscita è nel cuore della città: Piccapietra; ma dove mi fermo? I posteggi sono tutti esauriti. Dov'è la strada per il Porto Antico? Giri a destra...ma anche a sinistra e poi di nuovo a destra. "Ahi genovesi, popol diverso...", perché io solo mi sento perso? Questo è il racconto di chi viene a Genova dalla campagna, da fuori: è il breve incontro con la nostra città, tutta da scoprire. Certo è che i percorsi sono obbligati, vincolati da una viabilità ridotta: Sopraelevata o Via Gramsci, Via XX Settembre o Corso Saffi allora conviene far abbandonare subito l'auto, ma dove? Genova è giusta da girare a piedi, ma dove parcheggiare? Meglio sarebbe allora arrivare dal mare...date una barca, un motoscafo anche a chi viene dalla campagna e chissà...Genova sarà una favola.
indice
PALESTINA
In Palestina, in quei paesi dove risuonava la buona novella, ora si ascolta la triste storia di sempre: la guerra. Nella terra dove sono state espresse le più alte parole d'amore, di pace, di fratellanza, ora si odono scoppi e grida di paura.
Eppure il giudeo Gesù ci ha parlato di un Dio che ama tutti, non uccide, non si vendica, non ha scelto un popolo ma tutti gli uomini: è il Dio dell'umanità.
Se fossimo veramente gli eredi di Gesù, non conosceremmo la violenza, useremmo il discorso, saremmo i veri uomini.
Così, con la guerra, noi non siamo gli eredi dei veri uomini ma siamo dei sopravvissuti, siamo gli eredi degli schiavi che non avevano discorsi ma solo un linguaggio. Degli antichi schiavi conserviamo il senso e l'importanza della lotta; abbiamo conquistato una eguaglianza non mediante l'evoluzione ma attraverso il declassamento.
Così la vera libertà non è conosciuta; possiamo concepirla come determinante la realtà e la sua negazione. Così ci sentiamo liberi di fare quello che abbiamo intenzione ma non sempre si può; siamo liberi di morire, ma non sempre liberi di vivere; siamo liberi di scegliere in una situazione, ma non siamo liberi di scegliere la situazione. Così moriamo sempre ad ogni guerra un pò; moriamo nel terrore e nella vendetta, moriamo incattiviti dalla paura e con l'illusione di una forza che ci doni il cielo.
Così continuiamo la schiavitù: ad essere giudei, musulmani e cristiani tutti senza sapere del Dio amore.
indice
GIROTONDI
"Dura minga, dura no". Non può durare. Diceva così l'Ernesto Calindri di un carosello di tanti anni fa. E mi domando: ma davvero la televisione può trasformare in potente un simpatico venditore? Ma cos'è che ha fatto diventare primo ministro, un miliardario arricchitosi con referenti politici corrotti? Può durare una situazione di conflittualità così grande?
Certo che lo scadimento degli eletti, rispecchia quello degli elettori. Ognuno ha forse una grande opinione di sé; ma quelle persone che si tengono per mano, che scandiscono parole di libertà, non ci stanno a pensare un'Italia che scade. Dicono di no.
"Sempre bene non può andare, sempre male non può durare". Così diceva la nonna di Enzo Biagi e allora ben vengano i girotondi. Allora: girogirotondo...Ma non casca il mondo, non casca la terra se Berlusconi va giù per terra. Ma quale terra può tollerare che un 'uomo, tra i più ricchi d'Europa, detenga il potere anche dell'informazione? No, non si potrà governare se non si cade nel regime, contro questa gente. No, non si potrà evadere dalle domande che queste persone chiedono. Bisognerà che chi governa ne tenga conto. Queste persone dei girotondi sono dei moderati; sono professori, casalinghe, impiegati, pensionati, studenti, professionisti, operai, categorie tra le più varie unite non per fare la rivoluzione, ma per rivendicare semplicemente rispetto della legalità, dei diritti, della giustizia e della libertà. Girogirotondo: è sempre l'ora di cambiare.
indice
BERLUSFIGA
Non ho mai creduto alla cabala, non sono superstizioso, non credo agli amuleti e fatture, però da quando è diventato primo ministro Berlusconi, ho il presentimento che porti male. Lui il Re Mida della TV, il ricco e vincente, per me porta sfiga; non a me personalmente che non devo fare bilanci e rogatorie e non conosco nè Borelli nè Squillante, ma per tutto quello che è successo con lui da quando è a capo del governo: G8 con pestaggi, saccheggi, centinaia di feriti e un morto; attacco alle Torri Gemelle e al Pentagono; Guerra all'Afghanistan; aumento degli sbarchi di clandestini; borseggi, rapine, furti negli appartamenti, incendi dolosi...
Ma lui ride. Lui si crede, stando con Bossi, invincibile; per me è solo un Berlusfiga. La fortuna l'ha fatta fare a Gasparri, Giovanardi, Castelli, Bossi e altri individui che mai e poi mai avrebbero potuto diventare ministri di qualche cosa. Si erano creduti fortunati i poveri pensionati, ultrasettantenni con il reddito minimo che hanno ricevuto, il primo Gennaio 2002, il milione di lire, che ammontava invece a € 516,46, e che ora dovranno pagarsi tutto di più. Anche se con la faccia tosta racconta barzellette, fa le corna, si leva le scarpe in pubblico, parla della mamma Rosa, dice che ci ha liberato dai comunisti, per me porta scalogna: non siamo stati mai così male.
Viviamo con l'ansia che qualcosa di "grosso" sta per succedere; non sarà che i nostri figli trovano lavoro; non sarà che pagheremo meno tasse...Sarà qualcosa d'infernale. Passate parola: Berlusconi porta male.
indice
MONDO CHE C SARA'
I G8 ovvero gli 8 Grandi della Terra, continuano a riunirsi con l'intento di coordinare e difendere la propria competitività, crescita e ricchezza.
Tutti i G8 hanno ormai adottato il sistema ritenuto "migliore" del "libero mercato"; ma non si chiedono: liberi di fare che cosa e come? Se tutti gli altri paesi della cosiddetta globalizzazione
( i più tanti e i più poveri) imitassero i G8 il mondo scoppierebbe.
Ecco perchè è uscita la formula "sviluppo sostenibile": questo è lo sviluppo che possiamo sopportare in termini di salvaguardia ambientale e che possiamo anche proporre agli altri.
Per ottenere ciò ci vorrebbe consapevolezza e responsabilità.
Possiamo continuare a fare automobili? Possiamo continuare a fare tanti rifiuti? Possiamo continuare a mangiare così tanta carne? Possiamo?
Non per noi, ma per tutti; per quelli che non hanno i nostri supermercati, le nostre automobili, le nostre autostrade? Se le avessero tutti, nel mondo, il mondo scoppierebbe.
Non avrebbe più animali (altroché fettine senza grasso), non avrebbe il petrolio sufficiente (altroché 30 dollari al barile), non avrebbe più aria (altroché marmitte catalitiche).
Per questo è meglio tenerci i poveri nel mondo e far finta di essere di destra o di sinistra...Ma per un mondo che (forse ) ci sarà, l'unica strada è quella del cuore. Chi salverà l'uomo alla fine non sarà l'economia ma la filosofia.
indice
CAZZO
Scusate, cazzo, lo avevo scordato: mi ero proposto di non dire più parolacce, ma sgorgano fiere a rimarcare la rabbia. Escono, merda, a dire le cose. Cazzo, merda, porca eva, figlio di puttana, vaffanculo: letteratura fragile per riempire vuoti; mancanza di pseudonimi? Un altro fraseggio? Scusate, cazzo, guardavo la TV ed è apparso l'uomo ridens con la sua scorta. Quale altra cosa avevo in mente? Quale altre poesie potevo pronunciare? Pasolini aiutami tu, avrei dovuto fare un salto nel mio dialetto - purtroppo lo parlo poco- lì di sicuro avrei rimarcato il passaggio e insieme avrei cambiato paesaggio e la TV, roba sua, non mi avrebbe scalfito più di tanto. A me non serve un "Passaparola"... Inizia con la lettera "L": non sono un concorrente interrogato da Jerry Scotti, il pentolone simil culturale della TV è un maledetto sottofondo sonoro. Cazzo, poveri cervelli spugna, io il mio lo strizzo per liberarlo un pò. Addio sinapsi, ricordi e appuntamenti, rimango solo io e mi lascio andare. Merda, così fornisco un pò di materiale a chi ne ha voglia e memoria di raccoglierlo: diventerà un amico, forse un compagno di viaggio, adesso per un breve tratto di via.
indice
EMBRIONI
Nei giorni scorsi Papa Wojtyla ha chiesto il riconoscimento giuridico per l'embrione umano. Ma l'embrione è un essere umano? Alcuni scienziati lo riconoscono, altri no.
Ma l'embrione è un individuo? Questo è uno dei paradossi cattolici: guardate quante discussioni per dare l'opportunità a fare un trapianto ad un clandestino; ma non è un uomo?
Ho letto, molto tempo fa, un libro di Renato e Rosellina Balbi, "Lungo viaggio al centro del cervello". Questo libro analizzava l'evoluzione in rapporto alla legge di Haeckel, ovvero alla teoria secondo la quale nella vita intrauterina (prima della nascita) e per un periodo dopo la nascita, ciascuno di noi passa attraverso gli stadi percorsi dall'antenato dell'uomo; si ricapitola la vita che ha portato all'uomo: siamo passati attraverso invertebrati, cordati, pesci, anfibi, rettili, mammiferi, marsupiali, insettivori, roditori, carnivori, primati. La teoria evoluzionista è ormai accertata ed è acquisito che l'uomo rappresenta la sintesi della vita animale.
Se analizziamo tutto ciò alla luce di questa evoluzione, l'embrione corrisponde all'uovo fecondato: è il livello zero mentre al livello uno siamo allo stato di un celenterato. Allora, secondo quanto sostiene il Papa, mi posso chiedere se quando mangio delle uova in realtà mangio dei pulcini? Intanto se applicassimo la carità e la libertà cristiana agli uomini già nati, non avremmo né clandestini (semmai li potremmo dotare delle nuove rogatorie), né altri problemi di riconoscimento giuridico.
indice
VIOLENZE
L'ira, l'odio sfociano sovente in violenza; all'origine c'è il senso di impotenza di fronte ad una cosa che si ritiene ingiusta: la sopraffazione, il potere corrotto, la ricchezza esagerata di alcuni...Cose che sotto una certa ottica sono anch'esse violente, prevaricatrici e uccidono la coscienza di chi più degli altri ha fede nell'uomo e nei suoi ideali di giustizia e libertà. Ma come reagire è la discriminante vera tra la politica e la sua assenza. Gli impolitici, i tecnici, i "ghe pensi mi" alla fine dimostrano, anch'essi, il volto violento del potere. Lo Stato a volte viene confuso e non è più formato dalla totalità degli abitanti viventi ma dai pochi garantiti e sfruttanti.
In Italia abbiamo sperimentato, con le BR e il terrorismo, la violenza ideologica; la reazione è stata forte e civile. Ricordo che quando le Brigate Rosse spararono e uccisero Vittorio Bachelet, i famigliari per primi perdonarono gli assassini: con quell' atto le BR, iniziarono a perdere anche moralmente la loro guerra. Contro il terrore, la morte, la violenza si opponeva la forza di un'etica superiore, la forza dei propri ideali, delle convinzioni democratiche e di convivenza civile. Cosa potevano opporre le BR moralmente? Quale modello di giustizia? Cancellare, quello che ritenevano il "male" con la pena di morte inflitta dai loro tribunali rivoluzionari? Ora specularmente, certi potenti si comportano ugualmente. Si riuscirà ad uscire da questa triste spirale?
indice
EROI
Rivedendo le gesta di Giorgo Perlasca in TV, raccontate nel libro di E. Deaglio con il titolo "la banalità del bene", mi riporta a quanto ho ascoltato da Gino Strada quando è venuto a Genova.
Strada ha detto che quando la normalità del curare, dell'aiutare, dell'operare diventa una emergenza allora c'è qualcosa che non va; egli non si sente un eroe come non lo si sentiva Perlasca. Infatti la cosa che accomuna, sotto un certo aspetto Strada a Perlasca, è la domanda: "Voi cosa avreste fatto al mio posto?". Già, cosa avremmo fatto noi? Avremmo fatto quello che è normale per la nostra umanità? Quando cadono le bombe e dei ragazzi rimangono feriti, sia a Kabul che in qualunque altra parte, che differenza c'è? Non li avremmo aiutati? Quando una mano si abbatte per ferire o discriminare chiunque, non è normale girarsi per non vedere.
L'eroe a me pare un verbo del passato o una dimenticata desinenza: dopo "are", "ere" e "ire" c'è sto' "eroe", che torna sempre a rammentarci quello che succede e non dovrebbe succedere.
"La banalità del bene" si contrappone alla "banalità del male" che Hannah Arendt aveva descritto parlando di Adolf Eichmann: un perfetto burocrate, un impiegato modello come tanti che si dichiarano leali, fedeli e senza un proprio pensiero. Di questa "normalità", di questo conformismo che piace ai potenti, che lo sono di armi e di denari, ma non di autorità morale, dovremo stare sempre attenti. Allora per dirla con Bertold Brecht: "Felice il paese, che non ha bisogno di eroi!".
indice
CASE CHIUSE
Berlusconi il senso del limite, proprio non lo ha; lui può fare benissimo tutto: il Presidente del Consiglio, il Ministro degli Esteri e per quanto riguarda la prostituzione, anche il Ministro degli interni...Insomma se gli rimanesse un pò di tempo e se avesse le tette - con una battuta famosa- potrebbe fare anche a fare la valletta in TV; oltretutto lui si diverte. Intanto da imprenditore ha già pronto il progetto per trasformare i ministeri in funzionali aziende pieni di "yesman" a fare il fatturato; per questo si vedrebbe bene anche al Ministero del Tesoro, delle Comunicazioni lo è già. Alla fine inconsciamente, con l'uscita sulle "case chiuse", penso che la sua vera aspirazione è la gestione di una di queste: lì tutti godono e lui guadagna; il massimo. Non sarà che l'Italia, con Berlusconi, si avvii a diventare proprio una "casa chiusa"? Il sogno vero di Berlusconi.
indice
LE PERSONE SEMPLICI
Chi sono quei "giacobini", portatori di odio che in oltre 500 mila hanno manifestato a S. Giovanni?
Una è Velia, 73 anni, volontaria nel sociale: aiuta gli anziani. Ma come, non sei anche tu anziana? Sì, risponde, ma io sto in salute e aiuto chi ha bisogno. A dire il vero, Velia, ha avuto un incidente cadendo dalle scale lasciando il passo ad un'altra persona: "Io sono educata e faccio passare sempre davanti gli altri. Questo lo ho insegnato anche ai miei figli. Io sono così"; ora si è ristabilita. Velia parla in napoletano, " Sono lucìana - di Santa Lucia - e sebbene da 40 anni abito a Genova io il dialetto non lo dimentico. E' il mio amore per la terra dove sono nata".
Velia dice che è nata benestante, poi ha conosciuto la miseria...Un miseria grande eppure con grandi sacrifici ha laureato i figli e ora è qui, sul pullman per Roma. Non dimentica.
Un'altra è Chiara, 23 anni, diplomata maestra; dopo aver lavorato in un asilo, ora lavora in un bar: barista, come qualunque altra cosa che le dia lavoro e dignità. Il cellulare squilla sempre è il suo ragazzo che vuole sapere: "Dove sei? Come va?". "Stai tranquillo, ci vediamo al ritorno...". Ma quando? Impossibile saperlo: le 3, le 4, chissà. "Tu vai a dormire".
Altri sono Helen e Andrea, giovani di 28 anni. Lei svedese di nascita ma italianissima di fatto; lui gran lavoratore, sempre pronto a raccogliere ogni opportunità. Vivono insieme da molti anni, un'avventura d'amore iniziata con due sedie, un tavolo e una rete. Non è finita, ora mano nella mano sfilano in corteo. Questi sono alcuni. Ma cosa ha spinto, così tante persone innamorate della vita e della giustizia, ad affrontare ore e ore di bus, di resse agli autogrill, di fatica fisica se non l'amore e la speranza di vedere qualcosa di buono? Questi sarebbero i giacobini? Queste persone fanno paura a Berlusconi. Oggi, 3 Marzo, dopo la diretta di ieri, su tutto è calato il silenzio. Queste persone, si è deciso di cancellarle. Oggi si parlerà solo della Lega, di Bossi, di Berlusconi, ma quello che è successo ieri influirà di più di tutto. Alla fine vinceranno le persone semplici.
indice
UNO DEL PALAVOBIS
Io sono uno dei 40 mila del PalaVobis; mi chiamino pure reazionario se chiedo giustizia.
Mi diano pure del massimalista se non accetto fascisti e ladroni al governo.
Mi indichino pure per antidemocratico se contro l'arroganza sono per l'ostruzionismo. Non sono terrorista e ho rispetto per i giudici. La guerra civile la vuole chi infanga la giustizia denigrando i propri giudici e ritenendosi intoccabile. Per me di giudici ce ne sono di destra, di centro e di sinistra, ugualmente a cittadini come me; alcuni di loro hanno pagato con la vita per difendere queste istituzioni. Queste e non quelle che qualcuno ci vuole preparare...
Poi anche se non ho niente da rifondare, chiamatemi pure comunista. Si, di quest'ultimo titolo sono orgoglioso come di cristiano: null'altro mi serve a riempire il senso dei valori con cui seguire la via e la vita.
Continuerò, con tutti gli altri, una lunga battaglia di democrazia, di giustizia e di legalità.
Senza televisioni e giornali, ma con le mie ragioni, useremo la piazza e la strada con cartelli, girotondi e parole nuove. Quindi appuntamento alla prossima manifestazione per la legalità, il 16 Marzo a Genova.
indice
AMORE E SANTI
Io non credo a San Valentino e il 14 Febbraio non regalerò cioccolatini, né festeggerò per far contento il mercato. L'amore per me non ha né santi né protettori e quel Valentino ricorda più un divo del cinema sciupafemmine che un santo. Ed è giusto così. L'amore sciupa tutto, ci strufuglia, ci perturba e men che meno richiama alla santità. L'amore a volte ci fa dannare, ci lascia indifesi e alla fine fa piacere dell'altro più i difetti che i pregi; quest'ultimi sono noiosi e simili in tutti, ci rendono amabili. I difetti invece ci rendono unici, ci fanno amanti, originali e anche potenti; già perché sono i difetti, che in natura sono tentativi per migliorare e perpetuare la specie, a garantirci l'immortalità.
Per questo, l'amore non è del ricco, come del povero, dell'analfabeta o dell'intellettuale, del bello o del brutto; l'amore è la follia disponibile per tutti.
Ma forse, ancora proprio per questi difetti, entra in gioco la santità, intesa come grande sopportazione di vivere tanto vicini; di vivere chiamando le rinunce a mille cose, libertà. Sì l'amore, si scopre, è libertà. Libertà di essere ciascuno così, come é; non certo santo.
indice
PRIVATO
Privatizzare è la parola d'ordine. Il privato è bello, al privato si ci affeziona: ha un nome e cognome, lo puoi vedere, salutare, amare o odiare. Con il privato c'entri in rapporto. Dunque chi è contro il privato? Anch'io voglio il privato, voglio la privatizzazione della cosa pubblica...Ma poi si ci accorge che quel privato finisce dietro strane sigle S.r.l. S.p.A. S.n.c. e allora trovi non più persone ma bilanci (ora anche facilmente falsi), cartelli, impiegati e il privato?...C'è ma non è lui...Non c'è e se c'era dormiva...E' stato lui, no è stato quell'altro e il magistrato ha sbagliato...Ora ci sono le Fondazioni; le hanno costruite ad hoc, ma non preoccupatevi alla fine tutto viene riportato al suo elemento più semplice: fare i soldi. L'argent fa la guerre e la guerra è sempre pubblica.
Ma l'argent è privato, molto privato. Allora basta privato? No, l'idea del privato deve rimanere. Deve rimanere il privato come noi, fatto da persone con i nostri bisogni e i nostri diritti. Deve rimanere l'idea di un privato che funziona, segno di umanità libera e responsabile.
Un privato che non sia participio passato del verbo privare; ma un privato come noi.
Ora questa smania del privato in una Italia, dove si sono sempre pubblicizzate le perdite e privatizzato i profitti, mette un pò in ansia. Oltretutto chi deve fare la privatizzazione è un gran arruffone: e' proprietario di case editrici, giornali, assicurazioni, televisioni, radio, agenzie di pubblicità...allora non sarà che farà andare bene soprattutto il suo privato? Chi crede che, visto che il suo privato va bene, farà andare bene quello degli altri? Io no. Infatti sta facendo diventare tutto un suo affare privato, molto privato- così forse pensano in molti andrà tutto bene. A me questo privato ricorda Bokassa.
indice
FESTA FINITA
Sanvalentino è passato e tu sei rimasto con quel pigiama con gli orsetti disegnati che ti ha regalato lei. Puoi pure continuare ad ascoltare paolaechiara, mangiare i cioccolatini chiamati baci, ma lei non tornerà. Hai dormito con lei solo per due notti e il letto era diventato piccolo, tu russavi e lei ti sopportava. Tu imperterrito con il pigiama, come una divisa, felice preparavi il caffè ogni mattina.
Ma lei se ne è andata e chissà se la rivedrai.
Succede così, non credere più in sanvalentino, dovevi saperlo che la festa dura poco. Ora lo sai. E non rifare lo sbaglio di ridipingere una tela dai soliti colori. Guardati ora famelico e imbronciato quanto più vero sei, mentre imprechi alla tua sbadataggine. Spegni la radio e fai una bella croce sul calendario: ora che sanvalentino è passato, passa anche la tua mano. Soli e indifesi quanto di più ci amiamo, quanto di più ci scoviamo. Quanto più sappiamo chi siamo.
Forse allora un altro amore più forte arriverà.
indice
LIBERISMO
A vedere come va il mondo sembra che il liberalismo abbia vinto. A distanza di 225 anni dalla pubblicazione di " Le ricerche sopra la natura e le cause della ricchezza delle nazioni" di Adam Smith e il fallimento delle teorie comuniste, pare che il mondo sia governato da quelle idee. L'ideologia liberale attribuisce il merito del successo, come il demerito dell'insuccesso, alle virtù e ai vizi individuali che poi si ripropongono nella società con le diseguaglianze sociali. Nello stato liberale lo svantaggio sociale viene così attribuito alla carenza di mobilitazione morale e degenerazione della volontà. E' sempre e davvero così? C'è in questo una parte di verità poiché le doti umane si affinano o degenerano anche a seconda delle tradizioni famigliari e dell'ambiente sociale, fortemente condizionanti; ma io ho i miei dubbi: le doti morali che accompagnano i potenti e il successo non esistono, esistono soldi che chiamano soldi. Le " difference of talents", che richiama sempre A. Smith, sono sì la definizione di una identità ma nel rapporto con il mercato non rappresentano solo un valore, sempre tradotto in soldoni, ma la filosofia del più furbo che non vuol dire intelligente. Tutto questo è causa di guerre, odio, poiché le doti morali vantate, sono l'imbellettamento del "lupo famelico" che per "grazia" o "elezione" diventa dispensatore di ricchezze e beni materiali. Questa ideologia persiste e avanza come "legge naturale"...Ma lo è?
Chi crede nell'uomo e nella libertà continua a combattere contro questo liberismo.
indice
INFRANGIBILI
Berlusconi con Bossi era invincibile, con Fini è infrangibile; infatti rimbalza come quelle palle di Natale che cadendo dall'albero non si rompono. Peccato che intanto gli invincibili della storia siano morti tutti e gli infrangibili di oggi- una categoria nuova come la plastica- oltre che inquinanti sono di poco pregio: costano meno; durano di più? E' da vedere. Molti che hanno le palle (sempre di Natale) infrangibili poi si stufano e le buttano: le buttano proprio via, tanto che non si trovano neppure nei mercati delle pulci e nei bric a brac. Qualcuno a cui piace il modernariato forse ne conserva qualcuna in un cassetto; ma ricordano Natali tristi anni'50: chissà se l'allora sedicenne Silvio, papà di Piersilvio, le aveva attaccate all'albero...Rimembri Silvio gli anni '50? Già in quegli anni nascevano le prime immagini TV e l'esteriorità faceva con la plastica il suo debutto. Così i "riformatori di oggi in verità ci riportano ad una antica ricetta chiamata liberismo, che dà l'illusione di essere ricchi con le palle di plastica infrangibile. Infrangibile a me ricorda il refrattario, l'insensibile, il dozzinale...Non sarà per caso un esempio sbagliato? Un cattivo aggettivo?
indice
ADDIO LIRA
Addio lira. Addio per sempre vecchia moneta, gioia e disperazione degli italici: gioia per chi l'ha vista crescere, disperazione per chi l'ha persa o mai avuta.
Ora al governo abbiamo uno che ne ha fatte tante ( lire e altro); questi ha detto che ci regalerà un convertitore lire- euro, lui specialista in moltiplicatori denari- soldi: io il piccolo omaggio, non lo voglio, con il suo conflitto di interessi ha il sapore di una concussione. Certo che i ricchi avevano dimestichezza con tutte le altre monete, soprattutto dollari, franchi svizzeri, marchi e sterline: per loro era routine; ma per noi tapini, con i salvadanai in terracotta, il risparmio postale, regalato alla prima comunione, la nuova moneta ci dà sconcerto. Ora avremo a che fare, nuovamente come i nostri nonni, con i centesimi: i cari e vecchi cents di Paperone: il cents partenza per la costruzione di una ricchezza esagerata...Ma stiamo tranquilli, noi viaggeremo sulle mille euro giacché il milione è tornato un sogno. Ma con i centesimi tornano le differenze: anche solo un centesimo fa la concorrenza; sperando che non arrotondino di nuovo tutto, lasciandoci solo le spigolosità di una vita sempre in salita.
indice
CARO NANNI
No caro Nanni, sono fiducioso, non serviranno 3 o 4 generazioni per vedere finito il berlusconismo; basteranno, visto l'età del protagonista, una decina d'anni a meno di un "coccolone" che ne anticipi la dipartita. D'altronde anche se non ha i capelli bianchi, legge senza occhiali, ha sconfitto la prostata, gli anni avanzano e quando avrà 75 anni, il novello Dorian Gray si ritirerà: non reggerà l'immagine di sè.
Sono fiducioso malgrado tutto che l'Italia colpita dalla berlusconite guarirà. D'altronde, di malattie, ne abbiamo passate peggiori e nessun vaccino vale se non assorbito.
Caro Nanni, tu continua a fare film; io continuo ad andare al cinema, leggere poesie e ridere; continuo a parlare di libertà e di giustizia come se fosse sempre a portata di mano: vedrai che basta solo quello a sconfiggere questo mercato. Se poi giustamente aggiungiamo un girotondo, un incontro in piazza tutti i lunedì primi del mese- come ha proposto qui a Genova, Adriano Sansa- ed un corteo: il tempo volerà, volerà a nostro favore...
indice
MA CHE MUSICA...
Ma che simpatico Ciampi, dopo le varie banalità e nozioni didattiche oggi ci ha riservato un "governare richiede armonia come in un'orchestra". Infatti Berlusconi suona il corno, Bossi il flauto, Fini la trombetta, Castelli il tamburo e Buttiglione l'arpa. Io non andrò certo dietro a questi musicanti e se ne avrò voglia, suonerò pernacchie. L'altro giorno Ciampi diceva della litigiosità; ma perché dovremo ridere delle misure di questo governo? Ma che bravo questo Ciampi, ogni volta che parla pare lo faccia per qualcuno che non c'è; diversamente è sempre interpretabile soprattutto da Berlusconi e i suoi ministri. Ma che bella orchestrina, ma che bella musica: valzer? Tango? Rock? No, è una marcetta in Fa maggiore che fa danni a posteriori e si suona con diversi spartiti. Spartiti? No, chi suona il corno ha anche la bacchetta da direttore ed è il padrone del teatro...Tu chiamali se vuoi...conflitti.
indice
INEGUAGLIANZA
"Le distinzioni politiche portano necessariamente a distinzioni civili. L'ineguaglianza crescente tra il popolo e i suoi capi si fa sentire anche tra i privati, e si modifica in mille modi secondo le passioni, le attitudini e le circostanze. Il magistrato non potrebbe usurpare un potere illegittimo senza farsi delle creature a cui è costretto a cederne qualche parte. D'altro lato i cittadini si lasciano opprimere solo in quanto trascinati da una cieca ambizione, e poiché guardano più a quanto sta al di sotto che quanto è al di sopra di loro, il dominio diviene loro più gradito dell'indipendenza e accettano di portare catene per poterne imporre a loro volta. E' molto difficile ridurre all'obbedienza chi non cerca di comandare, e il più abile politico non riuscirebbe ad assoggettare uomini che non volessero essere che liberi; ma l'ineguaglianza si diffonde con facilità fra anime ambiziose e vili, sempre pronte a dominare o servire quasi indifferentemente a seconda che sia per loro favorevole o contraria". ("Sull'origine dell'ineguaglianza" di J.J. Rousseau - 1754). Sono passati circa due secoli e mezzo e tutto è ancora attuale, come la nostra psicologia e il nostro malessere. Ancora J.J. Rousseau, conclude come l'ineguaglianza sia sancita per istituzione nei popoli:"...come un fanciullo comandi un vecchio; un imbecille guidi un saggio e che un pugno di uomini nuoti nel superfluo, mentre la moltitudine affamata manca del necessario".
Nel frattempo ci sono state rivoluzioni, guerre mondiali ma poco è cambiato. Aggiornando solo un pò il pensiero di J.J. Rousseau si potrebbe concludere che forse per garantirci il poco che abbiamo tolleriamo per alcuni il molto. La politica come giusta e sana difesa degli interessi collettivi per arrivare ad una sintesi di governo, ovvero a conciliare lo scontro delle diverse ragioni con una convivenza civile, ci dovrebbe garantire con l'infelicità anche la possibilità di cambiare. Ma a me non sembra. Tutto procede uguale: questa è l'uguaglianza concessa.
E se rovesciassimo i valori con una nuova uguaglianza? Non nel possesso di cose ma di consapevolezza: con ciò si potrebbe superare l'ineguaglianza di questa cosiddetta democrazia: tra chi può e non sa volere e chi sa volere ma non può.
indice
VITA E MORTE
Mi sono imbattuto in un libro nell'affermazione del direttore della ricerca tecnologica della Netscape: "Non c'è ragione perché la morte debba avvenire". Ma siamo sicuri? Sarà vero? Vincere la morte è solo questione di scienza tecnologica? Io penso che tutto, anche la nostra felicità, si rapporta ai limiti che abbiamo. La morte ci fornisce la dimensione principale di questo limite.
Certo nessuno vorrebbe essere un Titone: la condanna a vivere sempre annienterebbe con il tempo, la gioia e la bellezza. Già lo vediamo nel come ci affanniamo nell'inseguire il tempo breve di un orgasmo. Se non ci fosse il limite per quale ragione ci muoveremmo? Se avessimo tutti solo un inizio perché dovremmo amarci? Non ci sarebbe la Storia e la nostra vita sarebbe molto triste perché si scoprirebbe un saggio che non sa ridere; un saggio che non invecchia per morire o per sapere, ma solo per durare. Ma già ora abbiamo una possibilità per estendere la vita: far vivere i sogni, conoscere di più, amare di più. La nostra vita poi, si è allungata sconfiggendo molte malattie. Poi senza accorgersene la vita si è estesa: pensate a quante generazioni possiamo andare a ritroso; oggi abbiamo sempre più strumenti che supportano la memoria; abbiamo scritti, foto, video. La nostra vita si allunga, regalando, se ne siamo capaci, memoria ai figli.
Ma vi è già qualcosa di immortale nell'uomo, è nel come trasmette i suoi caratteri, le sue forme, la capacità di riprodursi e proiettarsi nel tempo: l'idea stessa dell'uomo. Questo germoplasma che dà continuità alla specie è qualcosa d'immortale. Queste pulsioni vitali che accompagnano l'uomo
sono la forza per superare il tempo. E' nello scontro tra la vita e la morte che procede l'immortalità.
C'è, a mio parere, anche in tutto questo la ragione perché la morte debba avvenire e non sarà certo la tecnologia a sconfiggerla; la tecnologia fa aumentare oltre che le capacità umane anche le sue illusioni.
indice
RUPOFOBIA
Tanto più aspiriamo come società ad un mondo pulito, tanto più paradossalmente cresce la "rupofobia". Dal greco "rupo", ovvero sudiciume, rupofobia significa paura dello sporco.
Un termine non conosciuto e poco usato a dispetto di sintomo che sempre più colpisce le persone. Quanti sono quelli che tutti i giorni sono a combattere i loro nemici: polveri, acari, capelli, peli, microbi, batteri? Tanti; tanti e sempre di più, anche spinti dalla pubblicità pronta a venderci le più svariate armi da combattimento: stracci mangiapolveri, spray autopulenti, detersivi con Mastro lindo o Mr Bianco.
Certo che il vero rupofobo, spesso è anche un compulsivo ossessivo: si lava continuamente le mani, vede microbi malefici dappertutto e guai agli odori, sente il lezzo ovunque. Questo mentre cresce l'inquinamento, le allergie, le malattie della pelle...Se leggiamo tutto questo, sotto l'aspetto psicoanalitico, ci rivela come non riusciamo più a reggere le mancanze, le nostre "ombre", ovvero le parti nascoste di noi, non accettate, che nel rito della pulizia cerchiamo di sbarazzarci. Forse per questo c'è in giro a volte, molta negatività e cattiveria.
Eppure noi siamo anche la "cacca", la "pipì"; siamo un corpo che suda e puzza. Se non facciamo i conti con questo corpo, questa materia, non riusciremo a uscirne. Anche se nel linguaggio siamo sempre più liberi di chiamare le cose come stanno, sentendo perfino in TV nominare la "diarrea", rifiutiamo la convivenza con lo "sporco", le "ombre" che guarda caso sono sempre degli altri.
Eppure imparare a convivere con questo "sporco", ci aiuterebbe ad amare in modo diverso e più autentico: un amore che vuol dire anche affondare nella carne e nelle budella dell'altro.
Questo vuol dire contaminarsi e affrontare la vita per quello che è. In definitiva essere pronti ad amare sapendo che proprio per questo si può essere traditi.
indice
SIMBOLI
Morto un simbolo ne nasce un altro.
Dietro il criminale attentato a Falcone c'è il messaggio di potenza, di forza, di intoccabilità della mafia, ma c'è anche la paura che la stessa ha. La forza che fa vedere è una forza distruttiva, una forza senza speranza. E' un potere che non ha valori: dietro la mors tua vita mea, non c'è nient'altro che il terrore, lo stesso di chi lo semina. Il governo del terrore non ha mai vinto. Uomini infelici, uomini belve, uomini vigliacchi che non avranno mai le nostre coscienze e per questo non prevarranno. La mafia, questa sotto cultura di morte, falso senso d'onore e potenza, comportamento che prevarica e travalica il tempo, diviene sempre più spietata. Per loro tutto ha un prezzo e Il terrore è la moneta più usata. La mafia inizia con il controllo di una strada, di un mercato, di un paese per arrivare alla città, alle banche, alle regioni. Facciamo si che le nostre strade, villaggi e città non abbiano prepotenti, padroni e loro figli. Chiamiamo già ora tutto con un nome: onestà. E' di questo valore che la mafia ha paura, è dei sentimenti e dei valori dl Rosaria Schifani, vedova di mafia. Nel volto scavato di Rosaria, nella sua disperazione, nelle sue parole nel suo dolore, che ha commosso tutti, vi è la dignità e un'intima forza morale che la malia non ha. Con Falcone è morto un simbolo, ne è scaturito un altro con Rosaria e le sue ultime parole: "io chiedo la vendetta della giustizia". Mi auguro che l'infelicità non sia il solo loro castigo.
indice
MIMOSA
In questo clima di forti divisioni, tra programmati lanci di uova e omaggi floreali; questo 8 Marzo 2002, gli auguri li faccio di parte: li faccio alle donne dei girotondi, alle autoconvocate, alle donne che scendono in piazza. Sono queste donne che ho nel cuore.
Queste donne, le vedo aumentare sempre di più, gradiscono la mimosa, ma poi sono capaci di darti uno schiaffo; sono critiche, esigenti e un pò massimaliste nel giudicare: o sei bianco o sei nero; non hanno mezze misure.
Queste donne sono capaci di grandi slanci, di grandi passioni da tingere di mille colori, il grigio di tanti uomini.
Queste donne che trovi a manifestare non lasciano il marito tra frittate e piatti un giorno solo perché è l'otto Marzo; pretendono tutti i giorni una parità che mette a dura prova tanti uomini persi nell'età di un tempo dove "era così".
Ora non lo è più; grazie donne di non lasciarci mai tranquilli. A voi un ramo di mimosa per un giorno può bastare, per noi è tutto un'altra cosa.
indice
ECONOMIA GLOBALE
Siamo ad un punto cruciale. Con la cosiddetta globalizzazione, che altro non è che l'affermazione del mercato unico, il mondo ha davanti a se sempre più squilibri economici. Sembra che tutti i problemi siano di carattere economico, ma l'uomo per raggiungere la giustizia e la pace, ha bisogno di eguaglianza e non del profitto esasperato. Si sono accumulate ricchezze che possono comprare stati, governi, magistrati, eserciti; così tutta la vita viene sempre più intesa con una logica mercantile. E pensare che già Aristotele con il termine "crematistica" aveva condannato il profitto come fine. I soldi poi mal sopportano la morale; perciò la politica che è sempre più invasa dal denaro, cerca sempre di svincolarsi dall'etica. Poi da sempre la criminalità e la finanza sono andate a braccetto.
La maggior parte di crimini si commettono sempre per avere più soldi.
Intanto siamo giunti in Italia a dare il potere ad un ricco esagerato con la credenza e l'illusione che ci faccia ricchi tutti. Certo che alcuni lo diventeranno e lo sono già diventati, ma giocoforza diverranno più poveri in molti. "Mors tua vita mea" è sempre l'adagio che regola l'economia di mercato. La stessa democrazia, diventa a volte, un'arma per perpetuare certi crimini economici, cui basta una maggioranza per fornirsi un'etica del "giusto prezzo", che è ingiusto invece per chi lo subisce.
Quale può essere allora la strada per un mondo diverso? Certo un'altra economia. Una economia che sia attenta al luogo e a quelli che lo abitano; una economia così, paradossalmente in un mondo che si apre, salverebbe l'uomo.
A questo proposito vorrei meditare sulle parole di un economista, William Baumol:
"Abbiamo solo bisogno di guardarci attorno per osservare l'angosciante evidenza del grave danno prodotto al nostro mondo dalla proliferazione dell'industria e siamo tutti coscienti della spiegazione ovvia: la ben fondata analisi dei fallimenti del mercato. Le imprese private tenderanno a produrre in eccesso qualsiasi attività i cui costi privati sono inferiori rispetto al costo in termini di danno prodotto nei confronti della società. Tuttavia esiste anche una forza superiore trascurata dalla storia, ed essa riguarda il ruolo della competizione. Perché è la competizione che lascia poche alternative agli imprenditori e agli uomini d'affari oltre a quella di inquinare e danneggiare l'ambiente nella misura massima consentita... Così la competizione tende a proibire il supporto alle arti, il supporto all'ambiente e la prevenzione di altre forme di spreco che rendono la vita degna di essere vissuta. La competizione dunque non offre alle imprese alcuna libertà di agire in modo tale da preservare l'ambiente. La competizione punisce ogni gesto prosociale come spreco, e lo fa senza pietà e senza quartiere”. Non sono parole di Marx o di un comunista, ma di un economista liberale.
indice
LA GIUSTA CAUSA
E' all'opera l'esercito israeliano, all'opera per distruggere case, seminare paura e morte; imporre la sua legge. Ancora è il dente per dente, il dente che azzanna e brama sangue. Sangue per vendicare i morti di un terrorismo che, proprio per questa guerra, ritornerà più forte. D'altronde quante volte è stato detto che la guerra non ha mai risolto nulla dei problemi umani? Ha semmai cambiato gli scenari, cambiato gli uomini al potere, ma mai il potere; il potere di una uniforme che si pensa ci rafforzi come una specie di corazza contro il dolore: vedere un morto in divisa lo si fa con più freddezza di un civile. Morire diventa più semplice.
Ora mi domando quanti palestinesi di Jenin all'ombra delle proprie case distrutte stanno pensando di uccidere Sharon? Così siamo preparati a piangere Arafat e Sharon morti per la giusta causa. Morti in fondo, paradossalmente, già ora per la stessa causa.
indice
GIOCHI PSICOLOGICI
Nello studio dell'Analisi Transazionale, c'è un sistema per individuare una dinamica relazionale definita "gioco". Ogni giocatore assume inconsciamente di volta in volta il ruolo di Persecutore, Salvatore e Vittima; poi può saltare da un ruolo all'altro a secondo l'andamento del gioco. Di solito però uno interpreta il ruolo preferito e passa la maggior parte del suo tempo ad esercitarlo. Voi siete Vittime, Persecutori o Salvatori? Un aiuto: il Persecutore di solito è una persona seriosissima con un alto senso del dovere che vede tutto negativo; lui si ritiene sempre nel giusto e gli altri sono quasi sempre inadatti, non bravi, non giusti. Il Salvatore è molto premuroso, in pò chioccia; ama molto come un dovere e trova negli altri sempre delle mancanze a cui sopperire. La Vittima è sempre complementare agli altri due ruoli: è un bambino sempre in difficoltà e trova sempre un Persecutore o un Salvatore secondo il momento esistenziale. Gli altri sono sempre più bravi di lui e quindi cerca chi può aiutarlo. Questi giochi si svolgono sia a livello sociale che psicologico. Chi gioca in genee instaura relazioni simbiotiche ovvero relazioni figlio - mamma; bambino- genitore. Il dramma è che questo meccanismo di relazione si ripropone sempre inconsciamente: un figlio cercherà sempre una mamma ed un bambino un genitore.
Uno dei giochi preferiti è : Povero Me!. Trovata una Vittima, il Salvatore risponderà: "Sono felice di aiutarti, come saranno felici di avermi conosciuto"; Il Persecutore: "Guarda in che situazione mi hai messo, ti ho beccato, brutto pasticcione".
Ma perché si gioca? Tutti i giochi hanno un tornaconto, una finalità importante ed esistenziale: ricevere carezze, meglio positive, ma non importa a certuni più di tanto; vanno bene anche quelle negative, poiché si sà la cosa peggiore è l'indifferenza: è non essere visti, guardati, percepiti, ascoltati , sentiti... Insomma ci siamo?
Pensateci un pò, quanti stanno giocando in questo momento?
indice
GENOVA - FLANEUR
Genova si sta scoprendo una città ideale per flaneur, ovvero un luogo dove è bello passeggiare, bighellonare, "perdere tempo", che non significa sprecarlo od oziare ma, gustarlo. Flaneur è un termine che è in simbiosi con Parigi, con i suoi boulevards, i suoi passages, (le gallerie) dove si indugia e ci si concede di vagare senza meta. Poi, è grazie a questi flaneur, che lo spirito del XIX secolo si riversò nella letteratura francese: mentre dappertutto c'era l'assillo della fretta, qui si ci perdeva nella recherche. E' ancora a Parigi dove esiste il gusto di vivere la città con i suoi cafè e le sue strade adibite al passeggio; quindi all'incontro e alle chiacchiere: due piaceri della vita di città.
Genova con gli ultimi lavori e pedonalizzazioni, sta diventando una città piacevole; anche qui ora si può passeggiare e incontrarsi senza l'incombenza del traffico automobilistico. Oggi si può partire dalla stazione Brignole e arrivare in cima al molo dei Magazzini del Cotone, poi alla Porta dei Vacca (alla Marina) camminando tranquillamente in zone pedonalizzate. Tutto una bellezza.
In una città così, facendo un pò di filosofia, si potrebbe arrivare a pensare alle persone, non più alla loro collocazione sociale, divise per "che cosa fanno", ma semplicemente solo "per chi sono". Ora con quell'aria di sfaccendati, quel che fanno diventando oscuro e neanche più importante: che professione esercitano? Ora tutti bighelloni si può pensare: "Chi sono?".
Una nuova scoperta di una città; forse con tantissimi pensionati ma diventati tutti flaneur: tutti pronti a gustarsi la città.
indice
MEGASTORE
I Megastore, i grandi centri commerciali, sono il paradiso del rito dell'acquisto dove si può dare sfogo all'irrefrenabile piacere di comprare le cose più strabilianti e inutili.
Se si guardasse la fauna dei megastore con gli occhi di un entomologo, si noterebbero delle alterazioni della specie. Capiterebbe anche di assistere a questi dialoghi:
- Scusi avete autoradio per auto? - Sono nello scaffale in fondo a destra...Dove ci sono i televisori a 18 cavalli con tubi cattolici.
- Volevo dire con la placenta... - Quelle non sono ancora arrivate. Ce ne sono d'altri tipi: stereo o con l'aids elle. - Avete Stereo? Non Sony?
- Scusi avete anche i telefonini vegetali a GPL con fibrillazione? - Lei parla di quelli cromati?
- Il mio è guasto: è saltato il fusillo a 5 volts...
- Scusi c'è scritto SCART, è uno scarto? - No, vuol dire che ha una presa apposita. - Ah, per vedere la candid- camera?
- No, serve per il videoregistratore.
- Ho capito, quello per impressionare le cassette.
- Posso pagare con il Bancomarket o con le dilatazioni?
Dialoghi da marziani? La constatazione è che aumentano i prodotti, aumenta la tecnologia, regredisce il lessico, la comunicazione. Nei megastore, nei nonluoghi, negli spazi fisici indefiniti, ci alieniamo in nome di una funzionalità: diventiamo inconsapevoli consumatori. Forse dei nuovi analfabeti.
indice
MIGRAZIONI e CIVILTA'
Roma e Colombo sono arrivati ovunque, dove l'ovunque era all'epoca anche lo sconosciuto. Ora che lo sconosciuto ci ritorna, non come potevano esserlo le patate o i pomodori, le dalie o i totem, ma come persone che hanno creduto in noi; noi le rifiutiamo. Desideriamo smeraldi, cerchiamo oro, argenti e varietà ma poi vorremmo lasciare fuori gli uomini. Con ciò è come se lasciassimo fuori noi stessi.
Quante parabole di civiltà sono state segnate dall'emigrazione? Noi stessi abbiamo determinato la fine degli Incas, dei Maya e dei Pellirossa; e poi noi non siamo forse figli dei Visigoti e Normanni?
La nostra civiltà si sta modificando lentamente; ormai è assodato che fra circa 200 anni non ci saranno più francesi, tedeschi e italiani come li conosciamo e vediamo adesso. Ci saranno degli italiani un pò più scuri di pelle, che conosceranno altre lingue, che avranno degli strani cognomi; magari canteranno l'inno di Mameli commuovendosi. Ecco diverranno come sono ora gli americani; saranno europei. Tutto questo in barba a chi ora ha paura e non vuole gli immigrati.
indice
OMBRE
Riusciamo a vedere le ombre? Jung definiva "Ombre", le parti nascoste, non accettate della nostra personalità, che ci imbarazzano e pensiamo ci facciano discriminare dagli altri. L'ombra è così il nostro particolare inconscio, la parte sconosciuta e speculare di quello che di solito vogliamo rappresentare di noi agli altri. Viviamo la maschera. Eppure l'ombra ci rende uomini tra gli uomini e umani; mentre le buone qualità, i pregi ci pongono al di sopra degli altri. A tale proposito quelli che non vivono l'ombra, sono i perfetti, quelli che infliggono a chi sta intorno a loro un irritante senso di inferiorità: si comportano come esseri superiori e per questa ragione quando si scoprono in fallo, fanno provare sollievo e perfino rallegramenti quando gli capita un accidente.
Ad altre persone capita, invece, che vivano la propria ombra in modo esagerato, così rivestono il ruolo di "redentori negativi", ci liberano dall'affrontare la nostra propria ombra. A volte quando esprimiamo dei giudizi drastici: "è una puttana...", " è un delinquente...", diciamo più di noi che di quello che vogliamo indicare. E' l'altro il cattivo, quello che commette il delitto; noi l'abbiamo soltanto desiderato. Succede poi che qualcuno si addossi anche l'ombra degli altri; ecco allora nascere i "barbablù", i "mengele" e tutti gli altri criminali della storia.
Però non possiamo vivere senza un rapporto con la nostra ombra; un rapporto che ci faccia pure continuare ad imprecare con un "Porca Eva" o "Porco cane", ma non dimenticare quanto ne siamo succubi o negatori. Riusciamo a saperlo? Con un pò di introspezione chissà quante ombre uscirebbero e allora chissà se il mondo non diventerebbe per questo più umano. Forse più giusto.
indice
FASCISMO OGGI
Come si potrebbe vendere insieme un Big Mac con Coca Cola e trofiette al pesto con un Pigato, se non ci fosse la libertà? Il mercato o meglio la libera concorrenza di vendita delle merci è una libertà da cui poi dovrebbe discendere l'etica. Il fascismo e il regime si rappresenta bene con l'autarchia, con il far da sé, con l'auto potere e quindi con il diritto semmai di prendersi le cose che si ha bisogno con la forza. Ma il fascismo che conosciamo aveva nella componente anti borghese, la sua propaganda: "Volete la vita comoda?"- domandava il Duce- "Nooo!", rispondeva la folla. Vallo a dire oggi dove tutto volge al comodo, al confortevole, tutto è soft. Eppure c'è qualcosa che non è spezzato, che continua, è l'impostazione mentale di fondo: possiamo variare le merci, consumare le più svariate minestre, parlare più lingue ma il fascismo è sempre lì ad insidiare l'intelligenza e la tranquillità borghese. Anzi proprio da certi borghesi che non ti aspetteresti discende il filo logico della perturbazione sociale; parte da loro la richiesta di guerra, di sicurezza e di ordine: tutto per riportare a qualcosa che non solo non ci è mai stato ma, è nelle menti sempre e solo un ritorno al passato.
Paradossalmente è il fascismo che ritorna e si ripresenta con vesti nuove: non ha più il libro e moschetto (forse ancora solo il libro), la divisa d'orbace, ha magari la cravatta regimental e il doppio petto blu; ma ha sempre un leader tipo "ghe pensi mi", fa le rassicurazioni di ordine e disciplina, per questo riapre i casini, pianifica il divertimento magari con telecamere a scrutare i comportamenti. Il nuovo leader magari è anche padrone della pubblicità che fa comprare i più svariati prodotti; se è il caso ti farà anche andare al cinema a vedere le bandiere rosse; ma lui sorridente ci dirà della libertà, del progresso e della civiltà: tutto quanto si garantirà e, inevitabilmente questo borghese, ci preparerà le più grandi scomodità. Il fascismo ritorna sempre per soddisfare i bassi appetiti e immancabilmente, come per una regressione infantile collettiva, si uscirà solo attraverso un doloroso choc: ieri è stata la 2° guerra mondiale...Oggi non sò.
indice
CONSIGLI AI CANDIDATI
I consigli per i candidati li ho sentiti e, a dire il vero, sono coerenti con chi li ha pronunciati.
Un'altra volta ho sentito lo stesso consigliere definirsi seguace d'Erasmo da Rotterdam, e proprio l'Erasmo che può consigliare bene chiunque, con "l'Elogio della Pazzia", consiglia i candidati: "Dicono essi: non v'è pazzo più grande del candidato alle elezioni, il quale umilmente si presta ad adulare il popolo, ne compra il favore con donativi, va in caccia degli applausi d'una massa di pazzi, è tutto contento quando lo acclamano, si lascia portare intorno in trionfo perché il popolo lo ammiri, come si fa per le immagini dei santi, e infine ammette di star ritto nella pubblica piazza effigiato nel bronzo. Con tali buaggini fanno il paio le adozioni di nomi e soprannomi, gli onori divini offerti ad uomini da nulla, e le pubbliche cerimonie con cui tiranni scelleratissimi vengono elevati al rango di divinità. Queste sono davvero pazzie belle e buone e non basterebbe un sol Democrito a farsene le dovute beffe... in definitiva la vita degli uomini nient'altro è che un gioco della pazzia." (anno 1511).
Ma Erasmo è soprattutto sinonimo di tolleranza, libertà di pensiero, ricchezza morale, critica dell'esteriorità...Allora io consiglio ai candidati di leggere tutti l'Elogio della Pazzia che è anche un trattato di psicologia che continuando spiega come la saggezza valga poco nei pubblici affari: per governare non serve la filosofia, è lontana dagli uomini e dalla vita quotidiana. Oggi poi anche l'onestà è diventata un optional, con la scoperta della fotografia, pare valga solo una bella faccia, una bella "linea" o l'età; ma per me pochi l'hanno, così di conseguenza felici continuiamo la pazzia; anche senza l'Erasmo, che di Arcore non era e non è.
indice
CONDANNATI
Condannati a parlare del Cavaliere; condannati a schernirlo, a sentirlo, a vederlo, a contestarlo. Io vorrei prendermi da tempo, una vacanza, vorrei partire per un viaggio senza biglietto di ritorno, ma non ci riesco. Già da un pò il cavaliere mi dà da fare: tutti i sabati un girotondo, tutte le settimane un dibattito sulle sue pseudoriforme, tutti i mercoledì un sit-in in piazza per la pace, ogni quindici giorni una manifestazione per difendere un diritto offeso; poi scioperi, lettere, volantinaggi, presidi...Insomma ho tanto da fare. Come me noto in tanti la voglia di partecipare; siamo tutti presi dall'impegno e pare cresciamo, ci troviamo ad ogni tornata sempre di più: ma guarda un pò c'è anche la vicina del terzo piano quella che fino a ieri credevi di Forza Italia e invece...Guarda c'è anche Ginetto, era dal '68 che smesso il "cagnaro" non si era più visto. Ora arrivano anche le elezioni comunali e provinciali; lavoro si aggiunge a lavoro: sarà forse questo il lavoro promesso? L'obiettivo è recuperare i voti persi; è convincere la gente che lo ha votato di avere sbagliato: così la condanna a parlare del cavaliere continua. Ma siamo fieri, siamo risoluti; siamo diventati tutti ragazzi e quel cavaliere dai capelli tinti, dalla parlata da "bauscia", dalle arroganti "sparate", si rivela improvvisamente un vecchione di ben più dei suoi 65 anni che ci riporta agli anni '20 del secolo scorso.
indice
SI CAMBIA
Ma poi si cambia, eccome si cambia. Proprio per diventare quello che si è, ossia si potrebbe e si dovrebbe essere, si cambia. Si cambia con le batoste della vita, con le "facciate", le sconfitte, le delusioni. Si cambia per amore, per dolore; si cambia perché si deve.
Poi noi non siano, quasi sempre, quello che pensiamo di essere o meglio quello che cerchiamo di presentare agli altri. Noi siamo un caos e insieme - con un curioso anagramma- un caso. Sì, ci capita di accadere come la pioggia, il vento, la neve o la tempesta; ci capita di accadere come il risultato di altre cose, spesso di cose esterne. Ma tutto dipende da tutto: tutte le cose sono collegate e girano, si muovono e noi ci "comportiamo" come era "già stato fatto"; ma basta poi anche un solo piccolo cambiamento, un solo nuovo piccolo fatto e tutto cambia...Dipende anche da noi.
Ma non c'è niente di magico, niente di impossibile. C'è una persona con cui non ridete mai? Ebbene iniziate a ridere con lei. C'è un gesto che non avete mai fatto? Comprarsi ad esempio un bel mazzo di rose? Regalarsi un concerto o un posto a teatro? Fatelo. Non è tutto automatico, ma certi atti innestano un pensiero diverso, a volte si scatena una reazione a catena che ci dà una scossa; ci dice che si può, si può cambiare. Poi, con la persona che amiamo e, molto spesso riservandogli la parte peggiore di noi, pensiamo di non mentirle, diciamole quello che proviamo davvero, diciamole: ti amo. Cambiamo davvero; noi e insieme gli altri. Già perché quando cambiamo noi, cambiamo il mondo.
indice
COMUNICAZIONE
Paradossi della comunicazione: il "problema di comunicazione" denunciato dal governo di destra, ricordo era sostenuto dal governo precedente, di sinistra. Chi è al governo forse avrebbe bisogno dello stampino: "Fatto!", ve lo ricordate? Ma gli italiani vedono bene oppure bevono meglio? Non saprei, ma non occorre scomodare gli studiosi della materia, oltretutto a capo dell'attuale governo c'è quello che è considerato un campione di comunicazione; la trovata del "contratto con gli italiani" è stata straordinaria. Il fatto è che il passaggio successivo a quel tipo di comunicazione, se non viene rispettata la premessa, la comunicazione si interrompe. Capita sempre così. Si attende sempre che dalle dichiarazioni si passi ai fatti e questi lasciano perplessi. Quello che si vede, in attesa del nuovo miracolo italiano, sono la introduzione dei ticket sanitari, l'aumento della criminalità, compreso i bonus dati a chi ha truffato il fisco, esportato i capitali e falsifica i bilanci, mentre si levano i diritti a chi lavora. Problema di comunicazione? Eppure il capo del governo poco dopo dice che i sondaggi di soddisfazione del governo sono in salita: 57%. Dice anche che farà il giro delle sue televisioni a spiegarci bene cosa ha fatto e farà. Siamo noi che capiamo male, siamo un pò tonti: lui, ce lo spiegherà... Insomma, la riforma della Scuola, della Giustizia, della Sanità, arriverà e ci garantirà il miglior mondo possibile a colpi di maggioranza. Magari fra 4 anni ci sarà qualcun 'altro a illustrarci un'altra riforma della Sanità, della Scuola e della Giustizia; ma noi non capiremo ancora niente...Ma ci sarà qualcosa di condiviso? Fermo restando la libertà dei ricchi, l'impunità dei politici corrotti, dei furbi e bancarottieri, la mancanza di conflitti di interessi della maggioranza degli italiani, chi ci spiegherà o meglio comunicherà quello che non sappiamo già? Continua la presa in giro.
indice
FISICI E SPIRITO
Capita spesso che siano i fisici a metterci in contatto con lo spirito. La fisica nasce come lo sforzo di scoprire la costituzione reale delle cose e per questo è in comunanza con i mistici e i filosofi della scuola di Mileto. Se poi entriamo nella fisica subatomica, allora lo spirito è di per sè la materia prima. Quale concezione abbiamo dell'atomo, che nessuno ha mai visto fisicamente, se non facendo una operazione spirituale? Abbiamo dato forma ad una astrazione disegnando un frammento di universo: un pianeta - nucleo con i satelliti - elettroni. Una conferma di come l'infinitamente piccolo assomiglia all'infinitamente grande.
Io sono rimasto, pur essendo un profano, molto colpito tempo fa, quando un genovese, M. Macrì e un olandese, W. Oelert riuscirono a rendere "osservabile" l'antimateria. Si era riusciti con un acceleratore molto grande (di diversi chilometri) a fare scontrare delle particelle atomiche (infinitamente piccole) e quindi conoscere le loro proprietà, comportamenti e sintomi. Allora l'antimateria esiste, pensai; pensai, ma allora esiste il nulla? Per me era una scoperta sconvolgente, la più importante del secolo dopo il principio di relatività di Einstein. C'era nella scoperta anche la riconferma della stessa simmetria misteriosa che accompagna tutte le cose, e ha generato il concetto di bello anche nella materia subatomica: ecco allora ad ogni particella accompagnarsi una anti-particella. Ecco allora ritornare il "Panta rei" di Eraclito che considerava il continuo scorrere delle cose, la loro trasformazione, una unità dei contrari. Nel frattempo abbiamo diviso la materia dallo spirito, l'anima dal corpo e ci siamo persi nel dualismo del pensiero occidentale. Con la scoperta dell'antimateria abbiamo riscoperto l'unità e per me anche un non-luogo, ma non un nulla, un posto dove le cose non sono ma stanno per diventare; il luogo del silenzio, il luogo dove prende forma il pensiero...Un posto di passaggio, di sospensione, di silenzio ma non di vuoto...forse il centro dell'anima.
indice
RESISTENZA
Oggi 25 Aprile si commemora la Resistenza e quelli della cosiddetta "casa delle libertà", pare che oggi siano, nelle loro seconde case di residenza. "Dobbiamo riconciliarci, i morti sono tutti uguali; tutti quanti perseguirono i loro ideali". Questo qualcuno ha detto e altri si sono ripetuti.
Infatti c'è chi ha perseguito i soldi, gli imperi; chi le televisioni, chi le nostre libertà e ci ha reso muti.
Così fra qualche tempo può darsi che fascisti e talebani, siano ricordati come oggi i morti partigiani e americani. Questa è l'inconscia aspirazione di chi sarà sempre pronto a darvi un suo libro e fucile, mandandovi poi a fare la guardia al suo barile. Si badi bene tutto sempre in nome di una libertà appropriandosi per forza, però ad un'altra verità: una bugia grande e grossa che non trova patria nella riscossa
indice
COMUNISMO e FASCISMO
Di una sola cosa bisognerebbe dire grazie a Cossutta e Bertinotti: di avere salvato la parola "comunista e comunismo" nel panorama politico italiano.
In un momento di rigurgiti reazionari e revisionisti, Bertinotti e Cossutta fanno un doveroso atto politico e culturale nel sovvertire l'assunto: fascismo = comunismo.
Tutto il male e le stragi commesse in nome di queste ideologie, come d'altronde del cristianesimo, non ne sollevano nessuna; ma non ha senso considerare le storture ideologiche, fuori dai loro valori ideali.
Così come non ha senso commemorare tutti i morti ugualmente.
Prendiamo i testi dei propugnatori del fascismo e del nazismo: Hitler e Evola, del cristianesimo: "Il discorso della Montagna" e del comunismo: il manifesto di C. Marx; qui si rimarcano le differenze e i valori ideali. Mentre "il discorso della montagna" è un manifesto della vera giustizia e libertà; il "manifesto del partito comunista" di Marx una via al riscatto e l'emancipazione verso la libertà delle classi sfruttate, la dottrina del "Mein Kampf" è l'asservimento alla razza e al potere di uomini considerati superiori: la vera negazione della giustizia e della liberà. Quindi si può combattere contro il comunismo, ma non si può equipararlo al fascismo. Equiparereste il fascismo al cristianesimo? I valori ideali sono diversi: c'è una grande differenza tra chi vede nell'altro uomo un fratello oppure uno sfruttatore o uno sfruttato e chi invece un "diverso", un inferiore, da annientare.
indice
| |