Attraverso un'opera alquanto singolare, Giorgio Boratto affianca poesie e prosa, fondendo il suo pensiero alle parole che rimbalzano tra una composizione romantica ed un'analisi precisa e personale del mondo e della società. (L'editore)
Recensione di Marina Giardina su Mentelocale.it -18 settembre 2004
Immaginate delle pagine ingiallite di un diario. Fogli sparsi che vorreste raccogliere. Appunti presi per sé. Sguardi sul mondo. Immaginate i libri letti, Sbarbaro, Montale; la storia che ci passa accanto o che ci salta addosso. L'appartenenza a un'idea, un'idea di sinistra, “un comunismo cristiano”. Immaginate i versi e i racconti. Poesia e prosa. Tutto “come un accidente”. Immaginate tutto questo e avrete il libro, “La poesia come un accidente” edito da Caroggio Editore, in presentazione Martedì 21 Settembre alla libreria Porto Antico alle 18.00 dove Laura Guglielmi introdurrà per chi ancora non lo conosce Giorgio Boratto, già comparso tra le pagine mentelocale.it. Quando si viene colti, da un'immagine, un attimo, “liberi di correre” è poesia. Quando ci si ferma e si riflette, è prosa. Boratto ha voluto fermare i suoi pensieri, i suoi appunti, le quotidianità. Quelle di un caffè in cucina a dare un senso a quel vuoto di senso di giacche blu, verso strade grigie. Come se la parola potesse essere democratica, l'origine primordiale, quando ci “tocca nudi”, quella poesia che forse potrà rendere i ricchi meno ricchi e i potenti meno potenti. E' proprio un diario nel tempo questo libro di Giorgio Boratto, tanto da dire “non trovo più la poesia, l'avevo scritta tempo fa”. Come quei fogli sparsi a cui si vuole dare ordine. Boratto, artista polivalente, dalla ceramica, alla terracotta, alla parola. Materiale da plasmare. Per voler comunicare. Pensiero. Politica. Amore. Passione. La vita insomma. Ma dentro la vita l'arte. L'arte per combattere il disumano e la stupidità che ci circonda. Boratto cerca, anche nel basso,il riverbero delle cose splendenti. Sono le dichiarazioni folli d'amore, sono gli impeti, e ancora e sempre “l'interrogazione”e la “meraviglia”. Che brilli di luce dunque l'entusiasmo di questo uomo. Potremo vederne lo sguardo dello stupore e della meraviglia.