Raccolta Scritti su "Berlusconi"

Scritti pubblicati su quotidiani, riviste e webzine varie

Ricco di Niente
Le lasagne di Prodi
Prrrrrrr...
Berlusconi imbianchino
Governo Maschio
Berlusconi non durerà...
Authority
Cervi
Limiti
Ricco di me
Berlusconi Pt.
Nuovo Miracolo Italiano
Censimento
Vaccini
Liberismo
Berlusfiga
Come nel 1994
Case chiuse
Traslazioni
Infrangibili
Lavoro e valori
Consigli per i candidati
I veri bipolari
Poesia un accidente
Modernità
Berlusfiga 2
Anche cantante
I Ricchi al governo

Invincibili
Moda italica
Politica e Morale
Italiani
Fare Politica
Conformismo
Grande Fratello
Odio ancora
Democrazia Forse...
Non luoghi
Immigrazioni
Comunicazione
Odio gli avversari
Oggi ho perso
Le persone semplici
Politica di destra
Vecchione
Condannati
Girotondi
...Con su della gente...
Dura Minga
Tao
Perchè prendersela?
Legittimi sospetti
Giochi drammatici
Sospetto legittimo
Silvio agli esteri
Italia brutta


Torna agli scritti

indice

RICCO DI NIENTE

Razzista a ben vedere lo sono anch'io; da come ho avversione verso i ricchi. Soprattutto certi ricchi, come Berlusconi che dal solo fatto di possedere molti "beni" (ville, barche, aereo, elicottero) credono di avere il "bene" del capo, del leader, del condottiero.
Ecco il razzismo affiora evidente e scorgo nei seguaci dei ricchi, in quei vestiti uguali, in cravatte copiate, linguaggi imitati, tutta la voglia di prendere le distanze. Rifletto: rigetto una recondita voglia? Sì, quanto vorrei anch'io essere come Berlusconi, il vincente, "l'unto del Signore". Solo così troverei un pò di sicurezza, saprei chi sono. Che bello! Ma no... proprio non mi ci vedo, con la tenuta da tennis, a misurare il mio agonismo. Per questo non avrò mai quel "possesso" e quell'"essere". Beata mancanza...
Lui dice che di suo è tranquillo, è come Madre Teresa e Biancaneve. Lo resti, come io non lo sono dei miei giudizi. Noi non riusciremo a dargli niente di più di quello che ha. Non riusciremo a dargli conforto. Lui ha bisogno di parlare e di correre, di raccontare barzellette, di far ridere, io ho bisogno di star fermo e di silenzio. Razzista a ben vedere lo sono anch'io, e fino a quando non saprò integrare ciò che "ho" con ciò che "imparo" non potrò non "essere", senza avversare chi per parte sua lo è già, così: ricco di niente.

indice

LE LASAGNE DI PRODI

Se la politica è la giusta difesa di interessi collettivi, fatta alla luce del sole, nello scontro tra le diverse ragioni per arrivare ad una sintesi di governo che garantisca una convivenza civile, io ho scelto. Ho scelto Prodi. Se invece la politica è un'arena dove si scontrano delle persone per poter imporre i loro interessi e le loro ambizioni personali, allora ho scelto lo stesso. Ho scelto Prodi.
Prodi è il giusto antagonista di Berlusconi. Se non c'era bisognava inventarlo. Prodi è uno come noi. Berlusconi è come tanti vorrebbero diventare e questo non è una garanzia. Da Berlusconi ci si aspetta i miracoli, da Prodi ci si aspetta il giusto. Berlusconi va in aereo e il elicottero, Prodi va in pullman e in bicicletta. Berlusconi mette l'ansia, vuole tutto e se non ci riesce pare faccia i capricci. Prodi mette calma; è pacioso, informale e determinato per cose fattibili. Berlusconi è tipo da "nouvelle cuisine". Prodi è per lasagne e tortellini. Berlusconi è tra la Coca Cola e la spremuta di pompelmo. Prodi è tra il lambrusco e il sangiovese. Berlusconi è tra un "creme caramel" e una "banana split". Prodi è tra un profiteroles e il castagnaccio. Berlusconi è la "Ruota della Fortuna" e la tintura per capelli, come l'amico Fede. Prodi è una camicia sudata e un cappello di giornale come l'amico muratore. Un peccato però l'hanno in comune: ci hanno nascosto la Nutella, alias Gorgonzola, alias Cornetto Algida, alias Amaro Averna, alias il Gusto Pieno della Vita, alias un pò di piacere trasgressivo e un pò di sogni: sono la nostra realtà.

indice

LIMITI

Non accade mai nulla per caso e tutto ha una dimensione salutare; perfino la malattia ha i suoi lati belli: per Montanelli ci libereremo di Berlusconi, vaccinandoci, provandolo al governo. Così serio e serioso, impegnato e convinto nelle mie idee di sinistra, perdendo le elezioni, scoprirò il limite: perché fantasticare una visione del mondo dove far vivere tutti in armonia e felicità quando non riesco, in pratica, a farmi ubbidire dalla mia gatta? Le sconfitte possono essere educative. Governare un mondo che ci è sempre più straniero è una sfida ardua. In altri tempi Prezzolini diceva che governare gli italiani, non è difficile, è inutile; ora invece viviamo una fase in cui si è perdenti non come fazione, ma come cultura. L'uomo di Kafka è qui: siamo diventati tutti stranieri a noi stessi; così oltre che perdenti si ci sente persi...Eccetto Berlusconi lui dice che vince e vincerà. Per questo toccherà a lui l'arduo compito di governare, anzi comandare perché per lui è questione di comando: lo farà con gli spot ( ricordate lo stampino: "FATTO"?).Berlusconi potrà fare la squadra di pallone della Nazionale; rifare la Costituzione; abbassare le tasse, fornendo ad ogni cittadino una società off-shore; fornire i libri di storia gratis alle scuole: "Una storia italiana"; salvare la patria, ridarci la democrazia; metterà i suoi avvocati a disposizione di tutti i poveri perseguitati dai magistrati come lui...Tante cose avrà da fare, ma lui ci riuscirà: non conosce limiti...Poi infine ci libereremo di lui o forse anche lui si libererà di noi...D'altronde sono sempre i migliori i primi ad andarsene: questo è forse il suo solo limite.

indice

VACCINI

Allora siamo pronti per il vaccino? Montanelli ha detto che per guarire dalla malattia di Berlusconi bisognerà vaccinarsi: "dovremo provarlo al governo e poi ce ne sbarazzeremo definitivamente". Concordo. Ma io, ch e ho già sviluppato gli anticorpi di Berlusconi - sono gli stessi che combattono contro il fascismo, contro i superuomini, i leader, i boss salvatori di patrie virtuali e interessi personali - cosa devo fare?
Parafrasando Ferlinghetti (poeta americano della beat generation), mi verrebbe da dire a tutti:
venite, andiamo; per un po' non ci vediamo.
Mancheremo a tutti gli appuntamenti e non ci preoccuperemo più dei pagamenti, che vengano pure a prendersi tutto, non piangeremo per il lutto.
Venite, andiamo, lasciamo qui pure le scartoffie e la bigiotteria; per un po' di tempo staremo via.
Ma non disperate, ritorneremo con la barba incolta e fili d'erba sulla schiena; ritorneremo fra qualche anno: perché, loro, i cosiddetti vincitori non ci avranno.
Ritorneremo sull'onda di uno scontento e sarete sempre voi che ora applaudite allo sconcerto, voi che sentite da che parte gira il vento; voi che senza di noi avete perso, a reclamarci.
Ma perché aspettare? Ma perché poi, loro avrebbero vinto? E se usassimo l'omeopatia? Piccole infinitesimali sostanze ci possono guarire ugualmente sviluppando la memoria: la memoria dei "CAF" trascorsi. Poi un po' di raccoglimento e una piccola croce al posto giusto et voilà: si guarisce già.

indice

POLITICA e MORALE

Se la politica è la giusta difesa di interessi collettivi, fatta alla luce del sole, nello scontro tra le diverse ragioni per arrivare ad una sintesi di governo che garantisca una convivenza civile, io ho scelto. Ho scelto Prodi. Se invece la politica è un'arena dove si scontrano delle persone per poter imporre i loro interessi e le loro ambizioni personali, allora ho scelto lo stesso. Ho scelto Prodi. Prodi è il giusto antagonista di Berlusconi. Se non c'era bisognava inventarlo. Prodi è uno come noi. Berlusconi è come tanti vorrebbero diventare e questo non è una garanzia. Da Berlusconi ci si aspetta i miracoli, da Prodi ci si aspetta il giusto. Berlusconi va in aereo e il elicottero, Prodi va in pullman e in bicicletta. Berlusconi mette l'ansia, vuole tutto e se non ci riesce pare faccia i capricci. Prodi mette calma; è pacioso, informale e determinato per cose fattibili. Berlusconi è tipo da "nouvelle cuisine". Prodi è per lasagne e tortellini. Berlusconi è tra la Coca Cola e la spremuta di pompelmo. Prodi è tra il lambrusco e il sangiovese. Berlusconi è tra un "creme caramel" e una "banana split". Prodi è tra un profiteroles e il castagnaccio. Berlusconi è la "Ruota della Fortuna" e la tintura per capelli, come l'amico Fede. Prodi è una camicia sudata e un cappello di giornale come l'amico muratore. Un peccato però l'hanno in comune: ci hanno nascosto la Nutella, alias Gorgonzola, alias Cornetto Algida, alias Amaro Averna, alias il Gusto Pieno della Vita, alias un pò di piacere trasgressivo e un pò di sogni: sono la nostra realtà.

indice

PRRRRRR......

Anch'io a 20 anni mi sentivo il migliore, ero al centro del mondo: il mio. Crescevo e con me aumentava l'IO. Io ero tutto. Che ero il migliore me lo dicevo da solo, a vent'anni. Poi sono cresciuto davvero, in un'altra maniera: non ho accumulato capitali, ricchezze o proprietà, ho solo arricchito il sapere di me: di essere pieno di limiti e per questo insieme avere grandi ricchezze di sentimenti e di amore. Essere il migliore non mi interessava più, perché senza gli altri non si è niente; men che meno il migliore. Pensare "io sono quello che ha fatto" invece di "io sono quello che è", è un fraintedimento che può portare a fare chissà cosa. Può portare a clonarsi, a perpetuarsi in tanti robot che fanno...fanno...fanno. E poi? Anche i migliori muoiono e son sempre quelli che se ne vanno per primi. Così si dice. Tiè! (Il migliore non usa corna e non tocca ferro: è superiore) Che c'è da dire? Guardatevi dai migliori e da chi si attribuisce il titolo da solo. Se poi se lo attribuisce chi ha 65 anni ed è sull'orlo dell'arteriosclerosi, merita anche il pernacchio di eduardiana memoria: dopo aver scandito bene il nome dell'On. Dott. Ing. Cav. Uff. Silvio Berlusconi...PRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR....

indice

BERLUSCONI IMBIANCHINO

Dopo il Berlusconi operaio, il Berlusconi contadino, il Berlusconi artigiano a Genova abbiamo visto il Berlusconi imbianchino: appena ha visto un palazzo dalla facciata un pò malconcia ha proposto di dargli una mano di pittura con la scala dei pompieri. Berlusconi ha poi suggerito di levare alcuni cartelloni della pubblicità: proprio lui, che ha invaso con la sua faccia, da quasi un anno, tutti i cartelloni pubblicitari, ora propone di levarli. Le elezioni ormai le ha vinte e ora con 6 televisioni più la 7 possono bastare. Via i cartelloni, via le antenne, due fiori e un pò di pittura e il gioco è fatto; d'altronde la facciata è di sua competenza. Poi possono arrivare gli altri 7 grandi. Ed io che pensavo di accoglierli con un grande striscione con scritto, "Genova, città deberlusconizzata" , mi devo ricredere: metterà il marchio anche qui, sebbene lui Genova non l'avrebbe mai scelta.

indice

BERLUSFIGA

Non ho mai creduto alla cabala, non sono superstizioso, non credo agli amuleti e fatture, però da quando è diventato primo ministro Berlusconi, ho il presentimento che porti male.
Lui il Re Mida della TV, il ricco e vincente, per me porta sfiga; non a me personalmente che non devo fare bilanci e rogatorie e non conosco nè Borelli nè Squillante, ma per tutto quello che è successo con lui da quando è a capo del governo: G8 con pestaggi, saccheggi, centinaia di feriti e un morto; attacco alle Torri Gemelle e al Pentagono; Guerra all'Afghanistan; aumento degli sbarchi di clandestini; borseggi, rapine, furti negli appartamenti, incendi dolosi...
Ma lui ride. Lui si crede, stando con Bossi, invincibile; per me è solo un Berlusfiga. La fortuna l'ha fatta fare a Gasparri, Giovanardi, Castelli, Bossi e altri individui che mai e poi mai avrebbero potuto diventare ministri di qualche cosa. Si erano creduti fortunati i poveri pensionati, ultrasettantenni con il reddito minimo che hanno ricevuto, il primo Gennaio 2002, il milione di lire, che ammontava invece a € 516,46, e che ora dovranno pagarsi tutto di più. Anche se con la faccia tosta racconta barzellette, fa le corna, si leva le scarpe in pubblico, parla della mamma Rosa, dice che ci ha liberato dai comunisti, per me porta scalogna: non siamo stati mai così male.
Viviamo con l'ansia che qualcosa di "grosso" sta per succedere; non sarà che i nostri figli trovano lavoro; non sarà che pagheremo meno tasse...Sarà qualcosa d'infernale. Passate parola: Berlusconi porta male.

indice

BERLUSCONI NON DURERA'...

Berlusconi non durerà e non cambierà l'Italia.
Quello che dovrebbe essere l'occasione di cambiamento, di ammodernamento della società, è in realtà una antica ricetta, un vecchio percorso: la ricetta liberista del mercato senza regole.
Creare ricchezza senza controllo non farà crescere i ricchi ma aumentare i poveri. Come succede sempre. La spirale capitalista costringe a crescere, ad arricchirsi senza sosta; è inflessibile o ti espandi o muori. Avanti così cosa succederà? Chi crede al nuovo miracolo italiano? Basterà licenziare? Basterà convivere con la mafia? Basterà la legge del più forte e furbo? La ricchezza che creiamo, non è destinata alle generazioni future perchè l'inquinamento, il disastro ambientale, peserà sullo sviluppo del prossimo futuro. Questo è il debito incancellabile che lasciamo ai nostri figli. Berlusconi, mostrerà infine, ed ha già iniziato, quali sono i suoi veri interessi: via il falso in bilancio, libere donazioni ai supermiliardari - infatti ha subito regalato lo yacht al figlio Pier Silvio- mano libera sulle televisioni, via alle grandi opere pubbliche senza controlli - via nuovamente alle tangenti- Intanto i pensionati possono aspettare il milione di minima, i malati la sanità superefficiente, ma si continuerà a diventare ricchi con l'enalotto e i superquiz televisivi.
Chi ha votato Berlusconi si avvederà?
(pubblicato sull'Unità il 29 Agosto 2001e sul SECOLO XIX il 4 Settembre 2001)

indice

AUTHORITY

Si ritiene veramente che una authority serva a indagare sugli atti del governo per scoprire il conflitto di interessi? Si credono i cittadini fessi? Siamo tutti in grado di vedere quali enormi conflitti di interesse colpiscono il primo ministro che fa legiferare il Parlamento su falso in bilancio, annullamento delle rogatorie- anche con lievi vizi formali, eliminazione delle tasse su successioni e donazioni miliardarie- legge Tremonti su gli utili reinvestiti che dà beneficio alle aziende Fininvest, L'escamotage di nominare un'altra persona, e non il proprietario, quale beneficiario delle concessioni televisive. Come scaricare su moglie, figli, fratello le eventuali proprietà non consentite dalla legge sull'editoria televisiva: altra mossa da furbi e non da corretto comportamento.
D'altronde fatta la legge trovato l'inganno. Sempre da bravi italiaoti.
Propongo che l'authority sia fatta per spiegare, invece ai cittadini italiani, perché non c'è conflitto di interessi nelle leggi promulgate dal governo: quello che c'è lo vedono tutti. Ovvero, perché non c'è conflitto di interessi nel possedere giornali, finanziarie, televisioni, radio, case editrici e guidare il governo? Perché non c'è conflitto di interessi e promuovere leggi su procedimenti giudiziari che lo vedono imputato? Insomma non è che siamo entrando in una sorta di regime ad uso e consumo dell'arcimiliardario di turno? E' democrazia? E tutto questo perché si è dato l'avallo con delle elezioni democratiche? Definite così ora, ma pronte ad essere impugnate come manovrate dai comunisti qualora il miliardario avesse perso.
Spero di continuare a vivere in un paese democratico e che la mia libertà non mi sia tolta da una banda di ricchi miliardari e loro avvocati, con la morale che per tutto è solo questione di prezzo.

indice

LAVORO e VALORI ( pubblicato sull'UNITA')

Cara Unità, una riflessione sul lavoro e valori.
Lavoro e valori, tre fonemi quasi intercambiabili per un mondo che si trasforma. Il lavoro ha assunto valori riconosciuti al di là della sua reale accettazione: il lavoro può diventare tutto. Perché uno studia da avvocato, medico, ingegnere? Per guadagnare più soldi. Ovvio. Per gli attori o giornalisti, vale forse solo il detto: "Sempre meglio di lavorare". Naturalmente scherzo. Si studia e si scelgono certi lavori nient'altro che per il bisogno di fare soldi. Con questa logica che abbiamo assimilato tutti, cosa può spingere a fare certi lavori, definiti degradanti, se non l'accettazione di una propria condizione di bisogno? Di miseria e inferiorità? Andare a lavorare in una miniera, in una fonderia , non può essere perché animati da nobili intenzioni come qualcuno lo vanta per i medici, ma per una questione di sopravvivenza. Questo lavoro così concepito per paradosso ci ha tolto il lavoro: è il lavoro della logica di mercato e non della ricchezza per tutti. Il lavoro come forma di auto stima e dignità è diventato strumento di sopravvivenza o di privilegio. Mettiamo il dott. o avv. davanti al nome indicando una professione quale riconoscimento sociale: ci siamo inventati una identità in un rapporto di lavoro. Oggi si è arrivati, per paradosso, anche a chi si presenta come Presidente Operaio. Ma chi è oggi l'operaio? O meglio, esiste ancora l'operaio? Si, esiste: non è più classe ideologica; ma esiste in quanto condizione, in quanto lavoratore tipico - ora che si parla sempre più di lavoratori atipici. Gli operai sono i dipendenti salariati; oggi sono i giovani diplomati, gli indistinti tecnici, gli specializzati vari, i sottoposti a capi e capetti in una organizzazione del lavoro che dietro a neologismi inglesi riporta a nuovo, il vecchio sfruttamento del lavoro. Ora il Presidente Operaio sposa il decalogo della Confindustria. Il costo del lavoro e la flessibilità sono da sempre i chiodi fissi degli industriali; ma mai come oggi abbiamo una flessibilità selvaggia attuata con lavori interinali, contratti di formazione insieme a salari sempre più bassi. Eppure tutto continua ad appiattirsi; tutto è una marmellata, dove i valori vengono triturati e, oggi forse, sarebbe facile avere un Operaio Presidente con le stesse idee di un Presidente Operaio: è la cultura omogeneizzata. Infatti, anche gli operai votano Berlusconi. Ho visto un'immagine del Presidente Operaio Berlusconi, con l'orologio sopra il polsino- un vezzo da nuovi ricchi - copiato dall'Avvocato Presidente Agnelli; l'ho visto fare anche ai nuovi operai...c'è da perdere la speranza; io mi auguro sia solo per un momento. Ma ci sono ancora gli operai, portatori di solidarietà e nuovi valori? Io penso di si, può esistere allora una società ed un lavoro dove ognuno fa quello che immagina invece di produrre cose che si hanno già? Produrre cose che ci arricchiscano tutti veramente? Se ci interrogassimo su quali cose ci servono davvero si potrebbe decidere di farle un pò per uno insieme. Il resto si potrebbe immaginare e fare, senza avere il bisogno di nessun Berlusconi. Di nessun padrone. Il resto sarebbe vita.

indice

INVINCIBILI

Gli "invincibili", come si è dichiarato Berlusconi con Bossi, spesso hanno tutti una stessa parabola: dopo l'ascesa di consensi e gradimento, una caduta repentina. A farlo cadere ancora una volta non sarà l'opposizione ma qualcuno dei suoi adulanti compari. Infatti il tradimento è sempre presente nella storia di certi personaggi da Mussolini in giù, fino a Giulio Cesare. Questo è già successo nel 1994; ed è molto prevedibile che tutto si ripeta. Questo tradimento è l'innesco classico che dà l'avvio alla discesa negli inferi. Ed è proprio dai discepoli, dai più convinti sostenitori della invincibilità che scaturisce l'inizio della fine. Della sconfitta. Quello che capita non sarebbe di per sé grave se non che, ogni volta nel ripetersi del copione non si provochi anche dei danni alla collettività. Infatti tutte le varie parabole dei personaggi storici hanno sempre avuto una brutta fine che ha coinvolto anche la caduta della fiducia e la posizione economica dei molti cittadini dello Stato del protagonista. Io spero che le lacrime e il sangue che di solito accompagna la caduta di certi potenti, ci siano risparmiati e si ci fermi alla classica risata che li seppellirà. Io mi sono accorto che dopo la rabbia, l'indignazione, sto cominciando a ridere, a ridere forte. Come non ridere di fronte alle palle, alle battute sull'amore invertito, all esibizione delle corna e levata di scarpe del protagonista "invincibile"? Che non sia anche questo l'inizio della fine?

indice

POLITICA e MORALE

L'articolo di G. Bocca: "Tutti i complici dello stragismo" è forte, è giusto. Oggi c'è la continua ricerca per fare dimenticare e cancellare una pagina di storia sempre attuale. Ancora continuano i comportamenti dei corruttori. Ancora continua Tangentopoli. Ancora la politica è sganciata dall'etica: oggi, come sempre, è decisa dai soldi e dagli affari. Ancora i cittadini chiamano i politici ladri, seppure poi votano chi questi ladri difende. Ancora le verità giudiziarie non bastano a fare luce e pulizia sugli scandali nazionali. Guardateli in faccia i , pseudo nuovi, potenti: erano le seconde file del potere di ieri. Oggi ci si indigna per i disgraziati, per i clandestini, per gli scippi mentre in giacca e cravatta, sorridenti e intervistati su tutto, giornalmente in televisione, altri ladri continuano imperterriti a fregarci non solo i soldi ma più pericolosamente anche la democrazia. E' giusta l'esortazione di Amato a tornare ad una politica che non perda il legame con la morale e, aggiungo io, con la vera giustizia sociale.

indice

CONSIGLI PER I CANDIDATI

I consigli per i candidati li ho sentiti e, a dire il vero, sono coerenti con chi li ha pronunciati. Un'altra volta ho sentito lo stesso consigliere definirsi seguace d'Erasmo da Rotterdam, e proprio l'Erasmo che può consigliare bene chiunque, con "l'Elogio della Pazzia", consiglia i candidati: "Dicono essi: non v'è pazzo più grande del candidato alle elezioni, il quale umilmente si presta ad adulare il popolo, ne compra il favore con donativi, va in caccia degli applausi d'una massa di pazzi, è tutto contento quando lo acclamano, si lascia portare intorno in trionfo perché il popolo lo ammiri, come si fa per le immagini dei santi, e infine ammette di star ritto nella pubblica piazza effigiato nel bronzo. Con tali buaggini fanno il paio le adozioni di nomi e soprannomi, gli onori divini offerti ad uomini da nulla, e le pubbliche cerimonie con cui tiranni scelleratissimi vengono elevati al rango di divinità. Queste sono davvero pazzie belle e buone e non basterebbe un sol Democrito a farsene le dovute beffe... in definitiva la vita degli uomini nient'altro è che un gioco della pazzia." (anno 1511).
Ma Erasmo è soprattutto sinonimo di tolleranza, libertà di pensiero, ricchezza morale, critica dell'esteriorità...Allora io consiglio ai candidati di leggere tutti l'Elogio della Pazzia che è anche un trattato di psicologia che continuando spiega come la saggezza valga poco nei pubblici affari: per governare non serve la filosofia, è lontana dagli uomini e dalla vita quotidiana. Oggi poi anche l'onestà è diventata un optional, con la scoperta della fotografia, pare valga solo una bella faccia, una bella "linea" o l'età; ma per me pochi l'hanno, così di conseguenza felici continuiamo la pazzia; anche senza l'Erasmo, che di Arcore non era e non è.

indice

BERLUSCONI IMBIANCHINO

Dopo il Berlusconi operaio, il Berlusconi contadino, il Berlusconi artigiano a Genova abbiamo visto il Berlusconi imbianchino: appena ha visto un palazzo dalla facciata un pò malconcia ha proposto di dargli una mano di pittura con la scala dei pompieri. Berlusconi ha poi suggerito di levare alcuni cartelloni della pubblicità: proprio lui, che ha invaso con la sua faccia, da quasi un anno, tutti i cartelloni pubblicitari, ora propone di levarli. Le elezioni ormai le ha vinte e ora con 6 televisioni più la 7 possono bastare. Via i cartelloni, via le antenne, due fiori e un pò di pittura e il gioco è fatto; d'altronde la facciata è di sua competenza. Poi possono arrivare gli altri 7 grandi. Ed io che pensavo di accoglierli con un grande striscione con scritto, "Genova, città deberlusconizzata" , mi devo ricredere: metterà il marchio anche qui, sebbene lui Genova non l'avrebbe mai scelta.

indice

GOVERNO MASCHIO

Ridotta a due presenze la componente femminile nel governo Berlusconi.
La destra così dimostra, insieme al dispregio per l'ambiente, anche l'insensibilità per la capacità femminile.
C'è un frammento di folklore, riferito dall'antropologo Graham, che segnala come si usasse, una volta, al momento dell'eiaculazione, fare afferrare dalla moglie il testicolo sinistro del marito e strizzarlo al fine di impedire una discendenza femminile. La femminilità era qualcosa di sbagliato ed è stata associata alla parte sinistra. Così il maschile è superiore e il femminile l'inferiore.
E' conseguente, non a caso, che la politica di destra rappresenti il maschile come forza, monocultura, machismo; mentre invece la sinistra sia arrendevolezza, varietà, colori e più vicina al femminile.
C'è qualcosa, a mio parere, di profondo che divide la destra dalla sinistra; non è qualcosa di visibile all'istante, quello che divide non è un modello, che potrebbe risultare un contro-modello speculare alla destra, ma è anche la capacità, insegnata dall'universo femminile, di scuoterci e perturbarci per far avanzare la consapevolezza. Quelle femminili sono doti essenziali; questo divide, a mio avviso, la destra dalla sinistra. Io non so se a Berlusconi hanno strizzato qualcosa, durante "l'amplesso" da presidente incaricato, certo è che rivela di essere prigioniero del conformismo più bieco e dei bilancini politici maschili.
Berlusconi con questo governo ha aumentato i ministeri diminuendo il peso del femminile; con ciò rimarca la mancanza della ricchezza più vera e dello spirito universale che sempre dovrebbe guidare le scelte.

indice

COMUNICAZIONE

Paradossi della comunicazione: il "problema di comunicazione" denunciato dal governo di destra, ricordo era sostenuto dal governo precedente, di sinistra. Chi è al governo forse avrebbe bisogno dello stampino: "Fatto!", ve lo ricordate? Ma gli italiani vedono bene oppure bevono meglio? Non saprei, ma non occorre scomodare gli studiosi della materia, oltretutto a capo dell'attuale governo c'è quello che è considerato un campione di comunicazione; la trovata del "contratto con gli italiani" è stata straordinaria. Il fatto è che il passaggio successivo a quel tipo di comunicazione, se non viene rispettata la premessa, la comunicazione si interrompe. Capita sempre così. Si attende sempre che dalle dichiarazioni si passi ai fatti e questi lasciano perplessi. Quello che si vede, in attesa del nuovo miracolo italiano, sono la introduzione dei ticket sanitari, l'aumento della criminalità, compreso i bonus dati a chi ha truffato il fisco, esportato i capitali e falsifica i bilanci, mentre si levano i diritti a chi lavora. Problema di comunicazione? Eppure il capo del governo poco dopo dice che i sondaggi di soddisfazione del governo sono in salita: 57%. Dice anche che farà il giro delle sue televisioni a spiegarci bene cosa ha fatto e farà. Siamo noi che capiamo male, siamo un pò tonti: lui, ce lo spiegherà... Insomma, la riforma della Scuola, della Giustizia, della Sanità, arriverà e ci garantirà il miglior mondo possibile a colpi di maggioranza. Magari fra 4 anni ci sarà qualcun 'altro a illustrarci un'altra riforma della Sanità, della Scuola e della Giustizia; ma noi non capiremo ancora niente...Ma ci sarà qualcosa di condiviso? Fermo restando la libertà dei ricchi, l'impunità dei politici corrotti, dei furbi e bancarottieri, la mancanza di conflitti di interessi della maggioranza degli italiani, chi ci spiegherà o meglio comunicherà quello che non sappiamo già? Continua la presa in giro.

indice

I VERI BIPOLARI

Con l'avvento del bipolarismo ad ogni fine di legislatura, ogni 5 anni, cambiando la maggioranza di governo si cambierà tutto? Si avrà una nuova riforma scolastica? Una nuova legge federalista? Una nuova Sanità? Una nuova legge che regolamenti il conflitto di interessi?...Insomma con il bipolarismo dobbiamo imparare a vivere nel provvisorio e ne l'improvvisato, nel relativo e nell'aleatorio.
In democrazia niente è conquistato per sempre. Ricordo quando alla fine degli anni '70 si cercava di estendere l'art.18 dello Statuto dei Lavoratori, quello che impone la "giusta causa" per i licenziamenti, anche alle azienda sotto i 15 dipendenti. Si cercava di dare un diritto a tutti i lavoratori dipendenti: ora con la vittoria della destra si cerca di smantellare questo diritto.
Ricordo anche che E. Berlinguer aveva definito elementi di socialismo, che potevano convivere con il capitalismo, le riforme e le conquiste delle parti più deboli della società. Ci sono voluti decenni di sacrifici e battaglie per garantire diritti alle fasce meno tutelate della popolazione ma ora si tenta di scardinare tutto l'impianto riformatore. Chi si ricorda di DeLorenzo e Poggiolini? Era l'inizio di una riforma sanitaria piena di storture e tentativi di affossarla: c'è voluto l'impegno di diverse legislature e la volontà del ministro Rosi Bindi per portarla a compimento vincendo le baronie, i privilegi e le mangiatoie: ora si vuole andare daccapo. Speriamo di non dovere, con il senno di poi, proclamare santa Rosi Bindi. La scuola pubblica dopo 50 anni aveva avviato i nuovi cicli scolastici, ora si è bloccata la riforma: si dovrà aspettare altri 50 anni?
Si è fatta, a fine legislatura passata, una riforma federalista, ma una "devoluzione" incombe, contrabbandata dai politici, come una rivoluzione. Siamo tutti d'accordo per l'autogoverno, ma cosa ci sarà di rivoluzionario? Non sarà solo ripartire la spesa? Un problema di amministrazione?
Alla fine le grandi libertà proclamate si rivelano delle questioni di borsa: tasse da evadere e scambi da contrabbandare. I poveri, la grande massa degli elettori, continueranno ad ogni tornata elettorale, a bersi le sparate di una classe politica sempre più lontana, sempre più ricca, molto ricca, alla faccia dei poveri che non cambiano mai: i veri bipolari.

indice

AUTHORITY

Si ritiene veramente che una authority serva a indagare sugli atti del governo per scoprire il conflitto di interessi? Si credono i cittadini fessi? Siamo tutti in grado di vedere quali enormi conflitti di interesse colpiscono il primo ministro che fa legiferare il Parlamento su falso in bilancio, annullamento delle rogatorie- anche con lievi vizi formali, eliminazione delle tasse su successioni e donazioni miliardarie- legge Tremonti su gli utili reinvestiti che dà beneficio alle aziende Fininvest, L'escamotage di nominare un'altra persona, e non il proprietario, quale beneficiario delle concessioni televisive. Come scaricare su moglie, figli, fratello le eventuali proprietà non consentite dalla legge sull'editoria televisiva: altra mossa da furbi e non da corretto comportamento.
D'altronde fatta la legge trovato l'inganno. Sempre da bravi italiaoti.
Propongo che l'authority sia fatta per spiegare, invece ai cittadini italiani, perché non c'è conflitto di interessi nelle leggi promulgate dal governo: quello che c'è lo vedono tutti. Ovvero, perché non c'è conflitto di interessi nel possedere giornali, finanziarie, televisioni, radio, case editrici e guidare il governo? Perché non c'è conflitto di interessi e promuovere leggi su procedimenti giudiziari che lo vedono imputato? Insomma non è che siamo entrando in una sorta di regime ad uso e consumo dell'arcimiliardario di turno? E' democrazia? E tutto questo perché si è dato l'avallo con delle elezioni democratiche? Definite così ora, ma pronte ad essere impugnate come manovrate dai comunisti qualora il miliardario avesse perso.
Spero di continuare a vivere in un paese democratico e che la mia libertà non mi sia tolta da una banda di ricchi miliardari e loro avvocati, con la morale che per tutto è solo questione di prezzo.

indice

MODA ITALICA

Gli italiani non sono mai stati presi da quello che si intende per economia capitalista, ossia da ciò che è legato al liberismo; eppure hanno dato fiducia a Berlusconi che della cultura liberista è un campione. La contraddizione è forte e molto presente poiché, nello scopo di assicurarsi condizioni di vita agiata e bella, si incrementa la ricchezza ma ci si libera della morale e della religione di cui gli italiani ne sono altrettanto campioni.
Allora posso pensare che Berlusconi è di moda; è soprattutto una moda, e in questo gli italiani sono maestri. Indosseremo Berlusconi come un Armani o un Valentino? A me pare si accosti, per assonanza, di più ad un Dolce e Gabbana, dove quest'ultimo rivela il fine: Dolce nelle promesse, Gabbana nei risultati.
Come aspetto sociale la moda, oltre che far riconoscere e rendere simili, fa ridurre le distanze tra chi sta in basso e chi in alto. Già, perché si tende sempre ad imitare le classi che stanno in alto. Che gli italiani pensino di diventare dei berluschini? Mai come oggi l'apparire ha assunto tanto potere. Ma poi la moda è in sintonia con l'uomo moderno che vuole continuamente cambiare esprime anche la parte più diretta del capitalismo: vale solo ciò che è nuovo. Ma Berlusconi è nuovo? Incravattato e tappato nel completo blu, Berlusconi a me pare un perfetto yuppy anni '80. "Mi consenta...". "Se lo pigli pure...". Intanto, Forza Italia è diventato il primo partito, come la D.C. anni' 50. Così diventa moda non solo l'abbigliamento, l'arredamento, il cosa mangiare, il come divertirsi, ma diventa moda il giudizio su ciò che è bello e brutto; su ciò che è bene e male. La verità stessa diventa moda. Ma la contraddizione aumenta con l'andamento ciclico dei ritorni: ora ritornano gli anni '70 della contestazione con i vestiti degli hippy e invece si respira la restaurazione e la retorica degli anni'30 con Dio Patria e Famiglia.
"Yesterday all my troubles semed so far away now...". Ieri, tutti i miei problemi sembravano così lontani, ora li vedo ancora qui..."Oh, i believe in yesterday". Oh, io credo in ieri... Cosa ci resta da cantare? Speriamo che come tutte le mode, Berlusconi, passi presto. Ad ogni buon conto, nel frattempo ricordo la poesia di Quasimodo: Non ho perduto nulla. Sono ancora qui, il sole gira alle spalle come un falco e la terra ripete la mia voce nella tua...

indice

IMMIGRAZIONI

Insieme alla legge truffa sul conflitto di interessi il Parlamento si appresta a varare la nuova legge sull'immigrazione, una legge inumana.
La cosiddetta legge Fini-Bossi non farà altro che aumentare i clandestini e gli irregolari. Ma perché non si uniformano le leggi europee in materia? Si diceva che con l'abolizione delle frontiere tra gli stati europei, oggi non si sbarca più in Italia, in Francia o Germania ma in Europa. Allora perché una diversa legislazione? La nuova legge sull'immigrazione non permette più ricongiungimenti familiari; obbliga i datori di lavoro a trovare casa e a pagare il viaggio di ritorno agli immigrati, terminato il contratto di occupazione; la permanenza e la regolarità sarà vagliata dalle questure, come se gli immigrati fossero un problema di ordine pubblico. Dopo le leggi a personam su rogatorie, falso in bilancio, rientro dall'estero dei capitali illegali, conflitto di interessi, si passa alle leggi liberticide. Io sono un volontario della comunità di S. Egidio e so con quanta apprensione la chiesa cattolica e le sue associazioni guardano a questa legge: come si potrà ovviare a questa nuova illegalità? Non l'illegalità del rubare; ma quella della possibilità di migliorare la propria condizione umana. Come si può rispondere a questo nuovo egoismo? Non quello nel nome del diritto; ma del mero possesso e sfruttamento dei beni.

indice

CENSIMENTO

Ma l'Italia oggi cos'è, o meglio chi sono gli italiani? Ci hanno dato da compilare il Foglio di Famiglia per il 14° censimento - a proposito giace lì, in un cassetto da due settimane, in attesa di essere ritirato- e dovrebbe da ciò emergere, in visione statistica, l'Italia "che sei" e "l'Italia che sarai"... Sarà.
Io una mezza idea me la sono già fatta: con la vittoria di Berlusconi alle ultime elezioni gli italiani sono divisi a metà; metà di destra, metà di sinistra, tutti di centro e nessuno per l'aldilà. Agli italiani piace il populismo e piacciono i gaglioffi: sono passati quasi sessant'anni da quando Mussolini fece l'autobiografia degli italiani ed ora ci ritroviamo un nuovo - vecchio biografo. Ma il censimento è per le cose materiali: per quello che pensano gli italiani, pare ci siano le elezioni e la televisione. Allora ci domandano dove eravamo quel particolare giorno; quante case abbiamo e quante stanze abitiamo; se abbiamo il cesso, la doccia o l'amante (convivenza)...Sarà.
Ma chi sono gli italiani? Quelli che gridano Forza Italia e Forza U.S.A.? Forza Padania o Forza Sanremo? Già, canzoni e mandolini potrebbero resistere: "Voglio il tuo amoreeee, mi spezzi il cuoreeee...". Dirige Beppe Vessicchio. Sono i nostri giovani? Ma i nostri figli che si chiamano Erica e Omar: cosa cantano? Cosa pensano? Poi ci sono gli italiani come Gino Strada, come Rita Levi Montalcini, italiani tra i più diversi: anche loro italiani. Ma chi siamo veramente aldilà dell'enfasi patriottarda? Aldilà della bandiera? Crediamo ai Miracoli di Berlusconi come a quelli delle Madonne che piangono; crediamo al "tanto è lo stesso, sono tutti uguali" salvo poi maledire chi ci frega; e ci fregano come sudditi sempre alla ricerca di una corte...Sarà.
Intanto tempo fa ho letto un'indagine statistica che, in base alla bassa natalità, diceva come fra duecento anni non ci saranno più gli italiani: come tedeschi e francesi; almeno come li intendiamo oggi. Ma oggi siamo diventati europei, chissà se i nostri difetti come le virtù saranno stemperati...

indice

POLITICA DI DESTRA

Io continuo a pensare che la cultura di destra, non appartiene all'Italia. A differenza dell'Inghilterra, della Germania e della Francia, la destra italiana non ha radici e si muove goffamente con provvedimenti estemporanei. Berlusconi vuole fare la Tatcher, ma non ne ha nè la stoffa, nè l'intelligenza. Questo non deve consolare. La parola d'ordine di meno Stato, più Privato, trova una classe imprenditoriale che per prima ha vissuto alle spalle dello Stato. Lo stesso premier deve ringraziare lo Stato e i suoi referenti politici per essere riuscito a costruire l'impero che ha. Ora cercando di cassare o modificare l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, cercano di infliggere un duro colpo ai diritti e alla dignità del lavoratore ritenendolo solo "merce"; merce di scambio. Questo sarà di lezione agli operai che hanno votato Berlusconi credendo chissàcché. Un'altra lezione che ci insegna come niente è conquistato per sempre, specialmente quando si parla di diritti. Ora provando al governo la politica di destra, sarà utile almeno per formarsi degli anticorpi, e così tenerla lontana per un pò, se la sinistra vincerà nuovamente. Il problema è quanto durerà e quanti danni farà. Io spero pochi. Intanto le promesse meno tasse si rivelano un bluff: i ticket e le gabelle si sono trasferite con la Devolution alle Regioni. Aumenta il divario tra ricchi e poveri e questi ultimi crescono di numero. Si fanno tagli alla scuola pubblica per dare "buoni" utili alle scuole private. Si ravvederanno tutte quelle casalinghe e pensionati che hanno creduto a Iva Zanicchi e a Emilio Fede? Loro, in fondo, sono di destra una-tantum; ovvero dei miracolati dal padrone. A tale proposito siamo tutti in attesa di vedere all'opera l'intelligenza e la satira di destra nella prossima Rai TV: tornerà la Gabriella Carlucci? I Fichi d'India? Vigorelli e Lando Buzzanca?

indice

ITALIANI

Gli italiani li aveva ben conosciuti e descritti Montanelli; ora non ci rimane che Giorgio Bocca a richiamarci alla realtà. Dietro il ritorno della retorica della bandiera e il triste abbraccio alla guerra con il contorno di cortei, non so se ci resta da ridere con Alberto Sordi o piangere con Benigni e la memoria di Troisi.
Scriveva Montanelli il 15 Dicembre 1999: "...di noi italiani con le poche virtù e i molti difetti, fra i quali la scarsa consistenza morale, la mancanza di una coscienza civile, o per meglio dire civica, la disposizione ad andare sempre col vento che soffia e a cambiare col medesimo, la vocazione gregaria, la violenza e nello stesso tempo la superficialità delle passioni, il culto del nostro proprio "particulare", la credulità con cui ci abbandoniamo al primo ciarlatano che ci promette le soluzioni più facili e quindi più ingannevoli che si traduce nell'eterna attesa dell'"uomo della Provvidenza", la tendenza a lasciarci travolgere dall'enfasi e dalla retorica. E via di questo passo. Per concludere che di questi difetti, per fortuna corretti, anche nell'infuriare di tali sbornie, da un vigile senso di umanità e di misura, Mussolini fu la più compiuta incarnazione.".
Perfetto, ora Bocca aggiunge: "...che razza di patria è quella dei paradisi fiscali, dei governi che si scagliano contro la giustizia che li disturba, dei parlamentari che passano le leggi salvaladri e che rifiutano il dibattito sul merito di queste leggi richiamandosi ossessivamente al numero dei voti e dei seggi?". Io aggiungo: ma qual'é la nostra patria? C'è qualcuno che si sente solo padano, qualcun altro solo juventino o romanista; c'è chi ha conosciuto lo Stato solo come Polizia, Carabinieri, carceri e corruzione...
Oggi, illudendomi, e in attesa di un nuovo miracolo italiano - promesso da Fazio, Tremonti con l'avvallo di Berlusconi- mi dovrei sentire più europeo che italiano...domani chissà.

indice

INFRANGIBILI

Berlusconi con Bossi era invincibile, con Fini è infrangibile; infatti rimbalza come quelle palle di Natale che cadendo dall'albero non si rompono.
Peccato che intanto gli invincibili della storia siano morti tutti e gli infrangibili di oggi- una categoria nuova come la plastica- oltre che inquinanti sono di poco pregio: costano meno; durano di più? E' da vedere. Molti che hanno le palle (sempre di Natale) infrangibili poi si stufano e le buttano: le buttano proprio via, tanto che non si trovano neppure nei mercati delle pulci e nei bric a brac. Qualcuno a cui piace il modernariato forse ne conserva qualcuna in un cassetto; ma ricordano Natali tristi anni'50: chissà se l'allora sedicenne Silvio, papà di Piersilvio, le aveva attaccate all'albero...Rimembri Silvio gli anni '50? Già in quegli anni nascevano le prime immagini TV e l'esteriorità faceva con la plastica il suo debutto. Così i "riformatori di oggi in verità ci riportano ad una antica ricetta chiamata liberismo, che dà l'illusione di essere ricchi con le palle di plastica infrangibile.
Infrangibile a me ricorda il refrattario, l'insensibile, il dozzinale...Non sarà per caso un esempio sbagliato? Un cattivo aggettivo?

indice

FARE POLITICA

Io ammiro chi fa politica, chi è capace a farla. Io ho scoperto in me l'incapacità di farla; me ne dispiace, ma la lascio fare a chi ne ha, quello che considero, la dote. A questi politici non mi dispiace dargli un buon stipendio. Ammiro chi la fa e ha le giuste ambizioni di sentirsi utile, con la politica, al prossimo.
Io fare politica, l'ho provato anni fa: durante il ciclo amministrativo del sindaco Adriano Sansa. Ero un consigliere di circoscrizione di Portoria - S. Vincenzo a Genova. Ricordo i dibattiti sui problemi non ideologici ma reali della vita quotidiana dei cittadini: il fare rispettare un'ordinanza comunale, la pulizia delle strade e aiuole, il traffico, l'ordine, la sicurezza, l'ambiente...Insomma quelle cose che si ritrovano anche nei condomini. Ebbene in quelle sedute di consiglio, chi era più politicizzato sapeva sindacare su tutto. Tutto veniva riportato ai Massimi Sistemi. Non sempre, ma spesso anche il più semplice parere ( a quei tempi si esprimevano solo pareri) veniva rigirato in una logica di parte. E' il gioco della democrazia, si dice. E ogni volta, giustamente si finiva nella conta; così si stabiliva una maggioranza (vincente) e una opposizione (perdente). E io, e questo è il mio limite, la notte risognavo la seduta, dove riprendevo la parola e ridiscutevo tutto. Dove avevo sbagliato? Chi aveva ragione? Non era più facile fare le cose ed essere tutti d'accordo? Altre volte dei cittadini mi investivano dei loro problemi ed io telefonavo a destra e manca, camminavo nei vari uffici e scrivevo lettere con lo scopo di risolverli: non riuscivo più a staccare...
Ma io che non ho mai creduto alle razze, possibile che gli avversari politici mi diventavano di un'altra razza? Ma non eravamo tutti educati dalle stesse famiglie e con gli stessi problemi? Forse no. Era questione di cultura? Di egoismo? Chissà quale meccanismo influenzava le scelte. Beh, un pò di antipatia affiorava. Io il più delle volte diventavo o mi sembrava di essere, un'idiota che seguiva principi e ideologie anche quando speravo solo nel buon senso e nella bontà a priori del prossimo. Ero un "cattocomunista": così ero stato definito una volta; ora i leghisti mi chiamerebbero un "nazista rosso" e Berlusconi un "cretino di sinistra".
Certo che non avendo mai fatto il tifo per nessuna squadra di calcio - parteggiato sì- mi mancava lo spirito d'agone e trovavo difficile sostenere inutili tenzoni.
Io pensavo solo di fare delle cose scegliendo l'interesse dei cittadini mediando le ragioni che ognuno riteneva proprie. No, ogni volta uscivano degli interessi e scopi superiori. Superiori a chi? Era una sorta di potere non dichiarato: i soldi, le posizioni sociali, lo status quo, la pigrizia mentale...Insomma quelli che si ritenevano o si ritengono "nuovi" erano i vecchi più vecchi. Erano i nuovi Gattopardi: cambiamo tutto affinché nulla si modifichi.
Da quella esperienza ho capito che la politica non fa per me. Voto, partecipo alle discussioni, ma non mi presenterò mai più per entrare in una istituzione elettiva pubblica. Ora continuo ad arrabbiarmi e ad indignarmi per quello che fa l'attuale governo in materia di giustizia; dell'immoralità che accompagna le scelte dei ricchi: la lotta di "classe" ora la fanno i padroni.
Ho scoperto di essere intollerante, razzista e anche il mio pacifismo vacilla: prenderei per il collo molti politici. Non sono proprio tagliato per la politica: non riuscirei a prendere il caffè con Bossi e Berlusconi...A proposito di "cattocomunismo", è vero, per i mercanti nel tempio anch'io vado fuori di testa...
Lo so, senz'altro il mio è egoismo: non mi do agli altri; ma solo per la paura che gli altri non si diano troppo a me. Ne sarei gratificato, ma soffocato. La politica è una cosa nobile è senz'altro abnegazione, altruismo (eccetto qualche volta) e ne abbiamo tutti bisogno: dalla politica dipende anche la nostra libertà, come collettività e individui. La politica con la democrazia è un esercizio difficile e insegna oltre all'umiltà, la piattezza che a guardare lo scenario politico oggi, poca ce n'è.
Così io, la mia libertà, la vivo con il pensiero di essere pronto in qualunque momento di partire dalla mia città, dalla mia casa, per un posto lontano senza ritornare; ma soprattutto senza renderne conto a nessuno. La mia libertà, vissuta se non altro con il pensiero di non dipendere da nessuno - senza aspettarmi e volere che nessuno mi "liberi" o mi "salvi", rimandandogli i suoi giudizi con un sorriso - è semplicemente questa. Comunque viva la politica e i suoi candidati.

indice

LE PERSONE SEMPLICI

Chi sono quei "giacobini", portatori di odio che in oltre 500 mila hanno manifestato a S. Giovanni?
Una è Velia, 73 anni, volontaria nel sociale: aiuta gli anziani. Ma come, non sei anche tu anziana? Sì, risponde, ma io sto in salute e aiuto chi ha bisogno. A dire il vero, Velia, ha avuto un incidente cadendo dalle scale lasciando il passo ad un'altra persona: "Io sono educata e faccio passare sempre davanti gli altri. Questo lo ho insegnato anche ai miei figli. Io sono così"; ora si è ristabilita. Velia parla in napoletano, " Sono lucìana - di Santa Lucia - e sebbene da 40 anni abito a Genova io il dialetto non lo dimentico. E' il mio amore per la terra dove sono nata".
Velia dice che è nata benestante, poi ha conosciuto la miseria...Un miseria grande eppure con grandi sacrifici ha laureato i figli e ora è qui, sul pullman per Roma. Non dimentica.
Un'altra è Chiara, 23 anni, diplomata maestra; dopo aver lavorato in un asilo, ora lavora in un bar: barista, come qualunque altra cosa che le dia lavoro e dignità. Il cellulare squilla sempre è il suo ragazzo che vuole sapere: "Dove sei? Come va?". "Stai tranquillo, ci vediamo al ritorno...". Ma quando? Impossibile saperlo: le 3, le 4, chissà. "Tu vai a dormire".
Altri sono Helen e Andrea, giovani di 28 anni. Lei svedese di nascita ma italianissima di fatto; lui gran lavoratore, sempre pronto a raccogliere ogni opportunità. Vivono insieme da molti anni, un'avventura d'amore iniziata con due sedie, un tavolo e una rete. Non è finita, ora mano nella mano sfilano in corteo. Questi sono alcuni.
Ma cosa ha spinto, così tante persone innamorate della vita e della giustizia, ad affrontare ore e ore di bus, di resse agli autogrill, di fatica fisica se non l'amore e la speranza di vedere qualcosa di buono? Questi sarebbero i giacobini? Queste persone fanno paura a Berlusconi. Oggi, 3 Marzo, dopo la diretta di ieri, su tutto è calato il silenzio. Queste persone, si è deciso di cancellarle. Oggi si parlerà solo della Lega, di Bossi, di Berlusconi, ma quello che è successo ieri influirà di più di tutto. Alla fine vinceranno le persone semplici.

indice

CONFORMISMO

C'è un conformismo che è dato dall'uniformità dei comportamenti propri di una società consumistica e regolata dalle leggi di mercato. Questa uniformità, pare a me, anch'essa regolata dall'entropia o seconda legge della termodinamica che afferma come tutti i processi fisici che sviluppano calore vanno in una unica direzione: dall'ordine al disordine.
Così il calore delle passioni, delle lotte, dei sentimenti viene stemprato in un crogiolo dove tutto fonde e sfuma. Così abbiamo una società sempre più disordinata ma omologa. E' un pò come mescolare delle palline bianche e nere facendole diventare tutte grigie.
Questo è il grigiore della cultura d'oggi. All'apice si candida per "salvarci" da questa società, un campione del conformismodilagante ed è probabile che vinca. Vincerà, forse, un campione della televisione, un campione degli spot; un campione di questa società. Infatti oggi si fa paradossalmente il processo alla volgarità televisiva per nascondere la volgarità del pensiero unico che predica la libertà e pratica la censura; vuole la legalità perseguendo i disgraziati senza permesso di soggiorno e non chi ruba in giacca e cravatta a tutti noi con i falsi in bilancio. Si nascondono gli affari sporchi e si perseguono interessi personali spacciandoli per nazionali.
Non so alla fine cosa e chi ci salverà. Forse sarà un marziano o chissà: sarà un uomo che non riesce a leggere la pubblicità; sarà un uomo che viene da lontano, che ha attraversato il deserto e non conosce più il linguaggio di questa società...
Ma a pensarci non di salvatori abbiamo bisogno, ma di interrogazioni e di silenzio. Abbiamo bisogno di inventarci una nuova società, senza questi protagonisti; pensarla senza di loro è già un fatto che ci farà uscire dall'uniformità: diventiamo nuove palline colorate che sfuggono al fuoco e vanno controcorrente.

indice

GRANDE FRATELLO

Il Grande Fratello insegna: l'evento mediatico si costruisce sul nulla. Una televisione che riprende una televisione, che riprende una televisione, (fare seguire per il numero che si vuole) crea la notizia. Si crea così Sanremo; si crea il rimbellicimento generale e la realtà.
Il Grande Fratello sono tanti piccoli occhi che guardano insieme la stessa cosa. Ecco la fregatura famigliare: il fratello non è maggiore o minore è solo grande perché vede dappertutto. Ma cosa? Il niente: vede noi che ci guardiamo.
La potenza del mezzo televisivo può risultare da un parente scemo che diventa famoso o da uno stupido che diventa potente; anche questa è la realtà. All'interno di questo circo mediatico poi viene inserito di tutto; tra uno spot e l'altro: si organizzano incontri di parenti lontani, si inviano postini fasulli per richieste d'amore e banalizzare i sentimenti e l'intimità. Alla fine diventa tutto "merce", tutto oggetto da inserire nel palinsesto, dove avviene il rito del Grande Mercato; dove oltre alle compra e vendite delle merci si svende il cervello.
Ora c'è la televisione che ci fa televivere; ci dà le telenotizie senza informarci; ci teleracconta le telestorie per intrattenerci. Tutto in attesa di una guerra o di un crimine che prima o poi succederà e sarà anch'esso un evento televisivo. Avremo il bravo inviato, davanti ad un portone, un cancello o diversamente il giusto banale fondale, che ci racconterà sul posto che cosa potrebbe succedere, ora che già tutto è successo, "in diretta" sempre sulla stessa rete: quella che guardate in quel momento...
Allora, io dico viva il giornale; io dico tornate a leggere: basta che per farlo i giornalisti non si mettano anch'essi davanti alla TV. Diversamente se tutto è specchio della società, aspettiamoci una palingenesi, dopo che tutto il "blob" ci sommergerà.

indice

DEMOCRAZIA FORSE

Lo sò è difficile e anche se i "ragli d'asino non arrivano in cielo" bisogna prendere atto che quello che sostiene Berlusconi è conseguente alla sua cultura dominante. Chi ha "conquistato" televisioni, (perchè lui se le è conquistate) giornali ecc.; chi intende la politica come un grosso mercato di consensi da "conquistare" attraverso gli spot, trova ingiusti e non democratici i vincoli delle regole per tutti.
La democrazia è un esercizio difficile e insegna oltre all'umiltà, la piattezza e a guardare lo scenario politico, poca ce n'è. Berlusconi si proclama moderato ed è un eccesso in tutto: in possesso, in parole, in giudizi...
Così la democrazia perde i fondamenti filosofici che ci aiutano a stabilire che cosa sia la ragione e diventa un pragmatismo che individua una "verità assoluta" che è utile credere.
Berlusconi si muove dentro questa cultura, la nostra, e la nostra democrazia è nel dilemma tra godersi la ricchezza della Terra rispetto al Sud del Pianeta e per questo ci si trova nella condizione di essere uomini in una gabbia, con delle bestie feroci da uccidere o addormentare, (anche con gli spot) o nella ricerca di una sintesi che superi le proprie "verità" assolute che fanno chiamare barbari chi non le condivide. Purtroppo ho paura che abbracciando la prima idea di democrazia avverrà quello che la storia ripete: si dovrà bere sino in fondo l'amaro calice. Poi forse guariremo... Per un pò.

indice

CERVI

Colui che vuol rifondare l'Italia sappia che, questa Italia, ha una storia degna. Per questa terra scrisse parole d'amore Salvatore Quasimodo scrivendo ai sette fratelli Cervi. Ma forse chi non conosce i fratelli Cervi non conosce neppure Quasimodo e le sue parole sempre attuali: "Ogni terra vorrebbe i nostri nomi di forza, di pudore, non per memoria, ma per giorni che strisciano storia, rapidi di macchine di sangue".
Ancora ci ricorda Quasimodo di come non sapevano soldati, filosofi e poeti di questo umanesimo di razza contadina. Allora possiamo perdonare? E sì! Per la nostra libertà sono morti contadini ed operai: operai veri che hanno conosciuto la dittatura fascista e l'invasore tedesco. Forse oggi molti lo ignorano o peggio l'hanno dimenticato. Questa libertà e le nostre, vostre, parole possono essere stupide e banali; possono essere d'amore o di odio, ma sempre peseranno alla nostra responsabilità di esseri ora liberi. Oggi possiamo dire e perderci da soli, questo è bene che si sappia: ai nuovi "salvatori" renderà più difficile la strada.

indice

NON LUOGHI

Ci sono posti che si possono definire "non luoghi". I "non luoghi" fisici sono gli spazi indefiniti, i luoghi post- moderni della società attuale: sono gli autogrill, i parcheggi sotterranei, i mega centri commerciali, i condomini dormitorio, le fabbriche dismesse e in ultimo alcuni insediamenti urbanistici: nel cuore di Genova abbiamo ad esempio il Centro dei Liguri.
Questi non luoghi caratterizzano la società d'oggi e sono l'espressione di alienazione: in nome di una funzionalità per soddisfare dei bisogni umani, si è costruito, paradossalmente, escludendo l'uomo stesso.
Con i non luoghi fisici si hanno anche i non luoghi della politica. Il non luogo della politica che genera i non politici è un luogo non di destra e non di sinistra, è il centro denominato Forza Italia.
Questo partito è l'espressione di un capo che clona i desideri, come i comportamenti privati, annullando quello a cui la politica invece è destinata: aumentare gli spazi di libertà nella convivenza pacifica. Si può immaginare di vivere in pace con Berlusconi al governo?
Riuscireste a immaginare Forza Italia senza Berlusconi e i suoi soldi? Riuscireste a pensarlo senza conflitti d'interessi? Impossibile, la vera politica lo escluderebbe: gli interessi sono sempre collettivi.
Purtroppo dopo tangentopoli c'è stato un rigetto per una classe politica corrotta che ha generato questo non luogo politico. Senza Di Pietro e la Lega forse avremmo ancora Bettino Craxi, Cirino Pomicino e Forlani; non avremmo Berlusconi e Gasparri ministro...Ma forse il vero non luogo è il non "luogo a procedere": procedere verso la vera giustizia e la vera libertà.

indice

RICCO DI ME

Io mi considero più ricco di Berlusconi semplicemente per una sola questione: io possiedo il mio tempo, lui no.
Io mi considero più libero di Berlusconi, per questo lui forse vive con l'ossessione della libertà. Poi lui si è preso tanti di quegli impegni, come fare la squadra del Milan, fare il governo e disfare il conflitto di interessi, rilasciare interviste, scrivere libri, telefonare alla moglie e in televisione, salutare i figli, portare in crociera la mamma...che chissà a quali nevrosi è sottoposto: Insaziabilità? Missione mistica? Altruismo ossessivo? Forse tutto questo e di più; d'altronde è la sindrome del "migliore". Lui vuole raggiungere la santità.
Perciò chi gli vuole bene non lo voti, gli salvi la salute, la prostata e quant'altro; gli faccia capire che non si interessi più di tanto di noi. Si preoccupi di lui del suo tempo e dei suoi amori che capirà non siamo noi. La sua ricchezza forse emergerà senza conflitti, senza stallieri e guardie del corpo. Gli si risparmi soprattutto la classica parabola dei leader di tal fatta: una irresistibile ascesa con un inevitabile colossale caduta in disgrazia. Risparmiatela a lui e all'Italia.
Dato poi l'età, si dovrà averlo inopportunamente davanti per una decina d'anni al massimo, poi per legge naturale si passa (così si dice) ad una vita migliore. Entrambi. Lui, allora sì, con in più la santità.

indice

BERLUSCONI Pt.

Chissà se dopo le prossime elezioni vedremo Berlusconi Presidente del Consiglio che da una delle televisioni del Presidente del Consiglio dove viene trasmessa la pubblicità raccolta dal Presidente del Consiglio mostrerà la squadra di calcio del Presidente del Consiglio che giocherà con la strategia suggerita dal Presidente del Consiglio il quale commenterà poi su un giornale del Presidente del Consiglio la partita e dove si ricorderà anche di un libro della casa editrice del Presidente del Consiglio dove riaffermerà come il Grande Fratello comunista vuole prendersi tutto del Presidente del Consiglio
Chissà a quel punto dove avrò scampo? Scapperò aggrappato alle mutande nel cesso e dopo aver controllato che non ci siano telecamere nascoste del Presidente del Consiglio con un sommario controllo accerterò di non avere la prostata guarita del Presidente del Consiglio e appurato dopo avere sollevato la tavoletta del WC di non avere nascosta una web cam del portale Internet del Presidente del Consiglio mi lancerò in un fantozziano liberatorio urlo vaffan...nuovo Presidente del Consiglio. Post Scriptum la punteggiatura non c'è per il copyright del nuovo Presidente del Consiglio
Punto = Presidente del Consiglio
Virgola = Presidente del Consiglio
Punto e virgola = Presidente del Consiglio
Due Punti = Presidente del Consiglio
Punto Interrogativo = no quello rimane nostro
Chissà se la leggerà?

indice

NUOVO MIRACOLO ITALIANO

E' arrivato l'inverno, è arrivata l'entrata in guerra, nel frattempo sono passati i fatidici cento giorni di preparazione e di rincorsa per il grande salto nel paese dei balocchi; restiamo sempre in attesa del nuovo miracolo italiano promesso da Berlusconi, Tremonti e Fazio.
Restiamo in attesa della Devolution, del milione e mezzo di posti di lavoro e delle pensioni minime ad un milione netto al mese. Intanto si è dato il via allo smantellamento delle riforme sanitaria e scolastica. Intanto si sono messi al riparo i miliardari da tasse di successione e donazioni e da tutti quei reati che li possono interessare: falsi in bilancio, rogatorie, traffici di valuta ecc...Può essere che allora arrivi il nuovo miracolo italiano con il rilancio della tangenti, con il rilancio dell'abusivismo, della cancellazione delle regole; poi ci vorrà di nuovo quella che è stata chiamata "guerra civile" che in sostanza erano le persecuzioni ai ladri e le finanziarie - quelle si di guerra - per pagare i conflitti di interessi generalizzati. Poi si ritornerà a riparlare di nuovo miracolo italiano.
Ci vorrà però un nuovo Cavaliere, con nuovi conflitti d'interessi che ci insegni che in fondo l'interesse non è suo, ma nostro se vogliamo veramente il nuovo miracolo italiano.
E noi che ci crediamo...ci crediamo nuovamente: un vero miracolo italiano di povera gente.

indice

CENSIMENTO

Ma l'Italia oggi cos'è, o meglio chi sono gli italiani? Ci hanno dato da compilare il Foglio di Famiglia per il 14° censimento - a proposito giace lì, in un cassetto da due settimane, in attesa di essere ritirato- e dovrebbe da ciò emergere, in visione statistica, l'Italia "che sei" e "l'Italia che sarai"... Sarà.
Io una mezza idea me la sono già fatta: con la vittoria di Berlusconi alle ultime elezioni gli italiani sono divisi a metà; metà di destra, metà di sinistra, tutti di centro e nessuno per l'aldilà. Agli italiani piace il populismo e piacciono i gaglioffi: sono passati quasi sessant'anni da quando Mussolini fece l'autobiografia degli italiani ed ora ci ritroviamo un nuovo - vecchio biografo. Ma il censimento è per le cose materiali: per quello che pensano gli italiani, pare ci siano le elezioni e la televisione. Allora ci domandano dove eravamo quel particolare giorno; quante case abbiamo e quante stanze abitiamo; se abbiamo il cesso, la doccia o l'amante (convivenza)...Sarà.
Ma chi sono gli italiani? Quelli che gridano Forza Italia e Forza U.S.A.? Forza Padania o Forza Sanremo? Già, canzoni e mandolini potrebbero resistere: "Voglio il tuo amoreeee, mi spezzi il cuoreeee...". Dirige Beppe Vessicchio. Sono i nostri giovani? Ma i nostri figli che si chiamano Erica e Omar: cosa cantano? Cosa pensano? Poi ci sono gli italiani come Gino Strada, come Rita Levi Montalcini, italiani tra i più diversi: anche loro italiani. Ma chi siamo veramente aldilà dell'enfasi patriottarda? Aldilà della bandiera? Crediamo ai Miracoli di Berlusconi come a quelli delle Madonne che piangono; crediamo al "tanto è lo stesso, sono tutti uguali" salvo poi maledire chi ci frega; e ci fregano come sudditi sempre alla ricerca di una corte...Sarà.
Intanto tempo fa ho letto un'indagine statistica che, in base alla bassa natalità, diceva come fra duecento anni non ci saranno più gli italiani: come tedeschi e francesi; almeno come li intendiamo oggi. Ma oggi siamo diventati europei, chissà se i nostri difetti come le virtù saranno stemperati...

indice

MODERNITA'

Con il governo Berlusconi, abbiamo finalmente scoperto cos'è la modernità. E' da tempo che si parla di modernità: c'è bisogno di modernizzare tutto si diceva. Il mondo del lavoro ad esempio, con tutti quei lacci e lacciuoli, quei sindacati che frenano lo sviluppo, privilegiano i lavativi e chi il lavoro ha già: ecco se ci fosse la modernità tutto si sistemerebbe. Evviva la modernità. Essere moderni è poi dare un calcio alle regole della Giustizia. Bisogna essere garantisti, in galera non ci deve andare nessuno se non si è sicuri della colpevolezza: è per questo che in galera ci sono solo i poveracci e i disgraziati...Gli altri (quelli che hanno mezzi finanziari) non si sà veramente se sono colpevoli. Evviva la modernità. Ma cos'è la modernità? Io sapevo invero che cos'è il modernariato, quel filone artistico e produttivo che rappresenta gli anni '50. E' modernariato una radio di plastica, un juke box o una chevrolet, ma quel modernariato vuol dire oggi anche antico. Ma cos'è la modernità? Ecco che finalmente Berlusconi ce lo dice: moderni vuol dire meno tasse più lavoro. Che bello! Vuol dire basta processi a chi comanda e fa tutto per il bene dell'Italia e degli italiani. Fantastico! Ma come? Semplice, levando i diritti ai lavoratori, levando un pò di salute ai cittadini e poi, via al sano egoismo capitalista: quello che fa moderni in ogni epoca, fa ricchi e contenti. Ma non l'avevamo già vista questa modernità? Non si era così moderni anche al tempo del modernariato? Una volta infatti si poteva licenziare come si voleva; come si stava bene una volta. In galera ci andavano solo i poveracci o quelli presi sul fatto. "Si stava meglio quando si stava peggio": questo potrebbe essere l'assunto di questa modernità. Questa è la modernità di Berlusconi.

indice

POESIA UN ACCIDENTE

La poesia come un accidente. Nessuno si sa poeta; eppure quel che si dice talento, è in forza ad ognuno. Così la penso per cultura umanistica, ma poi a scrutare le facce, i movimenti e certe idee, trasalisco e vince lo sconforto: è giusto allora che la pena di morte continui; continui a portarci via, a ripulire la piazza; non certo la pena di morte inferta dai tribunali, ma quella di una provvida natura.
E' giusto che si rinnovino sentimenti, si perpetuino rabbia e dolore, si riascoltino risate e gioia. Ma perché tanta ricchezza viene sperperata? Perché un'unità di scambio, fa scegliere un lingotto d'oro ad un bacio?
Eccolo allora il poeta mancato; eccolo un Berlusconi in elicottero a mirarci dall'alto, lui il poveretto a inseguire "case chiuse" e farfalle variopinte...Che mi racconti un sogno, il Berlusconi, che non racconti di giudici e denari; di ministeri e poteri: vorrei da lui, un sogno fatto nella notte; un sogno fatto mentre dorme ed è inerme, io allora lo riconoscerò. Forse.
Ah la poesia, ultima risorsa per non sentirci avviliti; ultimo sguardo per vederci tutti uomini.
Ma perché oggi rido poco? Forza ridiamo che Berlusconi passerà: si è fermato a fare lo chansonnier per poco. Noi tireremo in avanti.

indice

LIBERISMO

A vedere come va il mondo sembra che il liberalismo abbia vinto. A distanza di 225 anni dalla pubblicazione di " Le ricerche sopra la natura e le cause della ricchezza delle nazioni" di Adam Smith e il fallimento delle teorie comuniste, pare che il mondo sia governato da quelle idee. L'ideologia liberale attribuisce il merito del successo, come il demerito dell'insuccesso, alle virtù e ai vizi individuali che poi si ripropongono nella società con le diseguaglianze sociali. Nello stato liberale lo svantaggio sociale viene così attribuito alla carenza di mobilitazione morale e degenerazione della volontà. E' sempre e davvero così? C'è in questo una parte di verità poiché le doti umane si affinano o degenerano anche a seconda delle tradizioni famigliari e dell'ambiente sociale, fortemente condizionanti; ma io ho i miei dubbi: le doti morali che accompagnano i potenti e il successo non esistono, esistono soldi che chiamano soldi. Le " difference of talents", che richiama sempre A. Smith, sono sì la definizione di una identità ma nel rapporto con il mercato non rappresentano solo un valore, sempre tradotto in soldoni, ma la filosofia del più furbo che non vuol dire intelligente.
Tutto questo è causa di guerre, odio, poiché le doti morali vantate, sono l'imbellettamento del "lupo famelico" che per "grazia" o "elezione" diventa dispensatore di ricchezze e beni materiali. Questa ideologia persiste e avanza come "legge naturale"...Ma lo è?
Chi crede nell'uomo e nella libertà continua a combattere contro questo liberismo.

indice

ODIO GLI AVVERSARI

L'odio per gli avversari politici io l'ho provato; non so se l'ho superato.
Gli odiati erano i “fasci”, i “demo(ni)cristiani”; erano soprattutto quelli che avevano detenuto il potere: quelli con i soldi in Svizzera e che ora gridano “Forza Italia”. Erano per me quelli di “destra”; quelli che negavano la libertà; quelli che licenziavano chi faceva sindacato; quelli che ti dicevano che intanto nel rubare sono tutti uguali- in fondo quella era la vera “uguaglianza” da loro ammessa. Erano i “Lor Signori” e i loro chierici che così bene descriveva Fortebraccio.
Nel frattempo molte cose sono cambiate: prima c'è stato il terrorismo, schifoso e vigliacco che decretava la pena di morte agli avversari. Era forse il mio odio portato alle estreme conseguenze? Ma la mia morale voleva essere migliore, per questo voleva vincere. La morale di vendetta e di morte della mafia brigatista rossa, come poteva vincere? La prima sconfitta gliela inflisse il perdono dei figli di Vittorio Bachelet: la vittoria di una vera morale cristiana. Poi sono arrivati gli scandali, o meglio si è scoperchiato l'intrigo tra politica, affari e finanza. Ancora l'odio cresceva e certi politici a spiegarci che la morale non ci doveva entrare, così come il codice penale. C'è chi faceva l'equazione: tutti ladri, tutti assolti. A me non piaceva e l'odio continuava. Poi è arrivato Berlusconi a spiegare che la colpa di tutto era dei “comunisti”, della “sinistra”; (ma il suo amico-padrino Craxi era di sinistra?)l'odio può tranquillamente continuare. Nel frattempo i post-comunisti sono al potere e in fondo nulla cambia. Quanto odio sprecato…Ma forse la parola odio è troppo grossa. Eppure…
In uno scritto inedito, Freud scrive che siamo un branco di ossessivi e di assassini: “Nei nostri segreti pensieri eliminiamo ogni giorno, ad ogni ora, tutti coloro che ci sbarrano la via, che ci hanno offeso e danneggiato. Si, il nostro inconscio uccide anche per piccolezze. Se questi malvagi desideri fossero esauditi, il genere umano sarebbe già estinto da lungo tempo. Non esisterebbero più neppure gli uomini più buoni e le donne più belle e dolci.”. Allora? Per non essere “qualunquisti” abbiamo una sola possibilità: interrogarci ad ogni piè sospinto di quanti uomini possiamo salvare; indipendentemente dall'essere di “destra” o di “sinistra”. E' buonismo? Intanto resto un odiante, odioso di sinistra ,che però vuol salvare tutti e rimane contro la pena di morte. Sempre.

indice

ODIO ANCORA

Per chi ha solo la ricchezza del proprio lavoro, l'articolo 18 è una tutela inalienabile. Perché accettare dei soldi per lasciare il posto di lavoro? Per poi non trovarne più? Perché certi datori di lavoro vogliono a tutti i costi sfondare questa porta? Per aumentare i posti di lavoro come si dice? No, semplicemente per togliersi i sindacati dalla fabbrica. Si licenzierà così chiunque fa sindacato (questa è appunto una causa ingiusta); eliminando l'art. 18 tutto diviene semplice: anche se si ricorre alla magistratura del lavoro, la controversia non prevederà più il reintegro ma semplicemente una cifra di soldi una tantum. Questa abrogazione è una pietra angolare, dove poggia il neoliberismo di marca berlusconiana; di questo, in campagna elettorale non si era parlato, era stato semplicemente detto che si condivideva il programma confindustriale. Appunto...
Per arrivare a questa legge altro che odio: morti, sopraffazioni, violenze, sacrifici....Ora ci parlano, con i toni di chi sembra avere sempre ragione, di pacatezza, di non avere odio; ma perché ? Non c'è odio nella società? In questa società? Dovreste ascoltarli certi piccoli industriali che utilizzando la flessibilità dei contratti a termine: si vantano di tenere lontani i sindacati...Gli altri li trovano una zeppa per lo sviluppo delle proprie aziende; allora? Non è giusto per la libera concorrenza: via i sindacati da tutte le parti. Non è odio? Io ad esempio esercito l'odio da sempre...Contro i terroristi, contro la guerra, contro i criminali, contro i potenti e gli arroganti. Forse l'odio un pò l'ho imparato frequentando la chiesa, un pò guardando certi politici, padroni e politicanti. Ma il mio odio non porta certo ad uccidere; è un sano sentimento di disgusto, di indignazione, di energetica linfa per cambiare la società. Quindi chi richiama all'odio, solo per fare i propri interessi, tenga presente quanto ne può avere lui stesso.

indice

VECCHIONE

Condannati a parlare del Cavaliere; condannati a schernirlo, a sentirlo, a vederlo, a contestarlo. Io vorrei prendermi da tempo, una vacanza, vorrei partire per un viaggio senza biglietto di ritorno, ma non ci riesco. Già da un pò il cavaliere mi dà da fare: tutti i sabati un girotondo, tutte le settimane un dibattito sulle sue pseudoriforme, tutti i mercoledì un sit-in in piazza per la pace, ogni quindici giorni una manifestazione per difendere un diritto offeso; poi scioperi, lettere, volantinaggi, presidi...Insomma ho tanto da fare. Come me noto in tanti la voglia di partecipare; siamo tutti presi dall'impegno e pare cresciamo, ci troviamo ad ogni tornata sempre di più: ma guarda un pò c'è anche la vicina del terzo piano quella che fino a ieri credevi di Forza Italia e invece...Guarda c'è anche Ginetto, era dal '68 che smesso il "cagnaro" non si era più visto. Ora arrivano anche le elezioni comunali e provinciali; lavoro si aggiunge a lavoro: sarà forse questo il lavoro promesso? L'obiettivo è recuperare i voti persi; è convincere la gente che lo ha votato di avere sbagliato: così la condanna a parlare del cavaliere continua. Ma siamo fieri, siamo risoluti; siamo diventati tutti ragazzi e quel cavaliere dai capelli tinti, dalla parlata da "bauscia", dalle arroganti "sparate", si rivela improvvisamente un vecchione di ben più dei suoi 65 anni che ci riporta agli anni '20 del secolo scorso.

indice

CONDANNATI

Condannati a parlare del Cavaliere; condannati a schernirlo, a sentirlo, a vederlo, a contestarlo. Io vorrei prendermi da tempo, una vacanza, vorrei partire per un viaggio senza biglietto di ritorno, ma non ci riesco. Già da un pò il cavaliere mi dà da fare: tutti i sabati un girotondo, tutte le settimane un dibattito sulle sue pseudoriforme, tutti i mercoledì un sit-in in piazza per la pace, ogni quindici giorni una manifestazione per difendere un diritto offeso; poi scioperi, lettere, volantinaggi, presidi...Insomma ho tanto da fare. Come me noto in tanti la voglia di partecipare; siamo tutti presi dall'impegno e pare cresciamo, ci troviamo ad ogni tornata sempre di più: ma guarda un pò c'è anche la vicina del terzo piano quella che fino a ieri credevi di Forza Italia e invece...Guarda c'è anche Ginetto, era dal '68 che smesso il "cagnaro" non si era più visto. Ora arrivano anche le elezioni comunali e provinciali; lavoro si aggiunge a lavoro: sarà forse questo il lavoro promesso? L'obiettivo è recuperare i voti persi; è convincere la gente che lo ha votato di avere sbagliato: così la condanna a parlare del cavaliere continua. Ma siamo fieri, siamo risoluti; siamo diventati tutti ragazzi e quel cavaliere dai capelli tinti, dalla parlata da "bauscia", dalle arroganti "sparate", si rivela improvvisamente un vecchione di ben più dei suoi 65 anni che ci riporta agli anni '20 del secolo scorso.

indice

OGGI HO PERSO

Non accade mai nulla per caso e tutto ha una dimensione salutare; perfino la malattia ha i suoi lati belli: per Montanelli ci libereremo di Berlusconi, vaccinandoci, provandolo al governo. Così serio e serioso, impegnato e convinto nelle mie idee di sinistra, perdendo le elezioni, scopro il limite: perché fantasticare una visione del mondo dove far vivere tutti in armonia e felicità quando non riesco, in pratica, a farmi ubbidire dalla mia gatta? Le sconfitte possono essere educative. Governare un mondo che ci è sempre più straniero è una sfida ardua. In altri tempi Prezzolini diceva che governare gli italiani, non è difficile, è inutile. Ora, invece, viviamo una fase in cui si è perdenti non come fazione, ma come cultura. L'uomo di Kafka è qui: siamo diventati tutti stranieri a noi stessi; così oltre che perdenti si ci sente persi...Eccetto Berlusconi lui vince. Gli italiani lo vogliono: è l'Italia delle merendine, del Grande Fratello, delle Telenovelas, dei Quiz miliardari, delle code in autostrada per il week end al mare e del calcio parlato, insomma di tutto quanto ci aliena. Ma poi? Ci sono anche gli altri e io sono uno di quelli: uno che ha ucciso il papà (metaforicamente) e che forse cerca di entrare in una mamma (sempre metaforicamente). Sono un "altro", mi dicono artista e io godo, eppure mi considero un fortunato mediocre che non ho bisogno del papà; non ho bisogno delle promesse degli altri, mi bastano quelle che mi faccio da solo. Sono nella condizione di aspirare al di più, contento di avere quello che ho e non avere di meno: sono l'esempio di un limite. Un limite è anche la democrazia...La democrazia è un esercizio difficile e insegna oltre all'umiltà, la piattezza e a guardare Berlusconi poca ce n'è; lui si proclama moderato ed è un eccesso in tutto: in possesso, in parole, in giudizi...Per questo toccherà a lui l'arduo compito di governare, anzi comandare perché per lui è questione di comando. Come lo farà? Come l'altra volta? Con gli spot? ( ricordate lo stampino: "FATTO"?).
Berlusconi potrà fare la squadra di pallone della Nazionale; rifare la Costituzione; abbassare le tasse, fornendo ad ogni cittadino una società off-shore; fornire i libri di storia gratis alle scuole: "Una storia italiana"; salvare la patria, ridarci la democrazia; metterà i suoi avvocati a disposizione di tutti i poveri perseguitati dai magistrati come lui...Tante cose avrà da fare, ma lui ci riuscirà: non conosce limiti...Poi infine ci libereremo di lui o forse anche lui si libererà di noi...D'altronde sono sempre i migliori i primi ad andarsene: questo è forse il suo solo limite.

indice

GIROTONDI

"Dura minga, dura no". Non può durare. Diceva così l'Ernesto Calindri di un carosello di tanti anni fa. E mi domando: ma davvero la televisione può trasformare in potente un simpatico venditore? Ma cos'è che ha fatto diventare primo ministro, un miliardario arricchitosi con referenti politici corrotti? Può durare una situazione di conflittualità così grande?
Certo che lo scadimento degli eletti, rispecchia quello degli elettori. Ognuno ha forse una grande opinione di sé; ma quelle persone che si tengono per mano, che scandiscono parole di libertà, non ci stanno a pensare un'Italia che scade. Dicono di no.
"Sempre bene non può andare, sempre male non può durare". Così diceva la nonna di Enzo Biagi e allora ben vengano i girotondi. Allora: girogirotondo...Ma non casca il mondo, non casca la terra se Berlusconi va giù per terra. Ma quale terra può tollerare che un 'uomo, tra i più ricchi d'Europa, detenga il potere anche dell'informazione? No, non si potrà governare se non si cade nel regime, contro questa gente. No, non si potrà evadere dalle domande che queste persone chiedono. Bisognerà che chi governa ne tenga conto. Queste persone dei girotondi sono dei moderati; sono professori, casalinghe, impiegati, pensionati, studenti, professionisti, operai, categorie tra le più varie unite non per fare la rivoluzione, ma per rivendicare semplicemente rispetto della legalità, dei diritti, della giustizia e della libertà. Girogirotondo: è sempre l'ora di cambiare.

indice

TAO

Mi farò aiutare dal TAO, resterò fermo ad aspettare. Basterà solo un pò di tempo e vedrò crollare quello che non mi piace.
Il TAO ha costruito la regola dell' "aura mediocrità" dove c'è la consapevolezza che ogni volta una situazione si sviluppa alle estreme conseguenze, è costretta ad invertire il proprio andamento trasformandosi nel suo opposto.
La principale caratteristica del TAO è la natura ciclica del movimento e del mutamento: per questo allontanarsi significa tornare. Perciò io resto qui fermo ad aspettare colui che si è allontanato; certo passerà nuovamente, magari vestito diversamente, avvolto in un'altra bandiera; magari con lo stesso ghigno, con la stessa dentiera.
Ma stiamo certi che sarà lui, io non vi dico chi, se starete fermi con me e saprete aspettare, lo riconoscerete e allora capirete. Vi dico di più, è ricco, tanto ricco; potrebbe essere questo il solo eccesso, ma non è nel suo possesso la sua vergogna, è nell'appetito, nell'aspirare e solo la santa inutilità lo potrà appagare. State certi che è lui e lo vedrete passare.

indice

PERCHE' PRENDERSELA?

Perché prendersela? In fondo il "berlusconismo" non è Berlusconi; certo lui lo rappresenta, ne è il simbolo e l'origine etimologica del termine, ma la sua filosofia lo trascende. Vi pare possibile che un impresario televisivo ottenga quello che ha ottenuto politicamente se non esistesse già nella società l'humus, il costume che ha dato origine al berlusconismo? Esisteva già. Guardate bene chi ci rappresenta in Parlamento, guardate anche la fisiognomica, non vi pare di incontrare dei Pera o dei Schifani, quando girate per il mercato? Io ad esempio sull'autobus, di Bossi, Borghesio e Calderoli ne incontro tutti i giorni; o almeno ascolto i loro discorsi: "Ma cosa vengono a fare qui, tutti questi negri?", "Ormai sono tutti di loro, vengono qui a comandarci". Già, intanto chi comanda è sempre il denaro e sono i soldi e sempre quelli, che li chiamano qui. Allora pensiamoci bene. L'Italia che si trova insieme negli stadi, nel metrò, magari a teatro o all'autogrill, è profondamente divisa e ha perso, paradossalmente dietro nomi di partito che sono slogan, il senso della comunità e della civiltà. Ma allora sono proprio maggioranza davvero chi ci governa? Ma veramente l'Italia è quella lì? Quella di Castelli, di Tremonti, Bossi e Gasparri? Ma io in fondo quelli li ho sempre visti, ci sono sempre stati; Quelli, li ho sempre sentiti parlare così: " Va beh, bisogna battere i comunisti. Via quello e via questo. Bisogna fare piazza pulita della sinistra marxista. Tutti stalinisti, leninisti...".
Ma sì, una volta bastava frequentare un Bar Sport e tra una pallonata e l'altra usciva sempre qualche giudizio netto sulla politica: "Sono tutti uguali, in galera devono andare, tutti ladri. Quando arrivano a Montecitorio cambiano...". E sì cambiavano, erano uguali spiaccicati al barista e al giocatore di biliardo. Ma volete vedere che è cambiata anche l'antropologia del Bar Sport? Ora c'è l'American Bar, si è passati dalla spuma e caffè ai cocktails più sofisticati; ora c'è Berlusconi che fa il pianobar...Sono cambiati anche i discorsi: "Sì però questi magistrati, cosa vogliono in fondo? Devono lasciare fare. Se mi tolgono le tasse mi faccio subito il "ferrarino". Vedrai che ci riusciranno."... Eppure chi lo dice mi pare quello di prima che giocava al biliardo e anche il barista sembra lo stesso. Io a volte mi sento circondato, ma non vivo in un fortino e non sarà certo il berlusconismo e la sua idea di società vincente e impenitente; volgare e grassa, ricca e insieme stracciona e ignorante a fagocitarmi. In fondo poi ho degli amici molto cari, degli amici con cui non parlo di calcio, di optional automobilistici, di velocità, di griffe o di moda, ma parliamo di noi come "naufraghi e viaggiatori", parliamo di musica e d'amore, parliamo di poesia, di Ferlinghetti e Jodorowsky visti ieri sera...Così ritrovo un altro mondo; chissà se sarà quello per mia figlia domani.

indice

CASE CHIUSE

Berlusconi il senso del limite, proprio non lo ha; lui può fare benissimo tutto: il Presidente del Consiglio, il Ministro degli Esteri e per quanto riguarda la prostituzione, anche il Ministro degli interni...Insomma se gli rimanesse un pò di tempo e se avesse le tette - con una battuta famosa- potrebbe fare anche a fare la valletta in TV; oltretutto lui si diverte. Intanto da imprenditore ha già pronto il progetto per trasformare i ministeri in funzionali aziende pieni di "yesman" a fare il fatturato; per questo si vedrebbe bene anche al Ministero del Tesoro, delle Comunicazioni lo è già. Alla fine inconsciamente, con l'uscita sulle "case chiuse", penso che la sua vera aspirazione è la gestione di una di queste: lì tutti godono e lui guadagna; il massimo. Non sarà che l'Italia, con Berlusconi, si avvii a diventare proprio una "casa chiusa"? Il sogno vero di Berlusconi.

indice

TRASLAZIONI

Già da subito, rimasi perplesso: il programma Word con cui scrivo normalmente al computer e che sottolinea in rosso le parole sconosciute, errate e non corrette, la parola "Berlusconi" non mi veniva segnalata come scorretta. Ma come, è un vocabolo della lingua italiana? Eppure non esiste in nessun vocabolario o dizionario da me conosciuto: c'è "berlocca", segnale con il tamburo per l'ora di pranzo; c'è "berlocche", mancar di parola; beh, forse di queste due voci sarà una traslazione, mi sono detto. Ma Berlusconi non c'è. Posso pensare allora che c'è all'opera un virus che, da Grande Fratello, modifica i canoni linguistici per farci accettare l'inaccettabile? C'è una strisciante operazione per la risoluzione del "conflitto di interessi"? O sarà il mio programma Word, il mio solo computer che assimilati i miei giudizi su "Berlusconi" lo ha tradotto in un corretto epiteto? Sei un Berlusconi! Un aggettivo per: bravo, ricco, bugiardo, megalomane, venditore, barzelettiere...Alla fine per me rimane un mistero. C'è qualcuno che lo sa'? Perché la parola "Berlusconi", non viene sottolineata in rosso? Non ditemi che il computer conosce l'antieteticità di quella parola al colore rosso e che preferisce il nero. Non ditemi che è una parola ammessa dalla Crusca, questo non mi basta. Voglio la verità.

indice

...CON SU DELLA GENTE...

"Quelle navi con su della gente...che vengono qui a sbatterci fuori a noi..." Queste parole pronunciate dal capo del governo, hanno giustamente indignato linguisti, intellettuali, scrittori e cristiani. Per i primi è anche questione di cultura, e si sà non è vero che i soldi, potere lauree siano sinonimo di cultura, per altri è anche una questione di umanità. Si sà, certe politiche sono più rivolte all'egoismo che alla generosità; o meglio la generosità la si elargisce ai propri simili, soprattutto ai supporter ideologici: a Bossi, a Fini, a Gasparri...
Ma quel "...con su della gente" è un milanesismo come:"...tè prendi su la roba...Ma cos'hai su in testa?". Niente; niente memoria. Questa Pasqua è passata e non si ricorda di un'altra Pasqua dove all'arrivo di un'altra nave con "su della gente", e affondata per una collisione con una nostra nave, il "cummenda" accorse in Puglia e piangendo disse: "questa povera gente viene qui a cercare benessere e guardate come la accogliamo...". Ora sempre il "cummenda" ci dice che questa "gente su delle navi" viene qui a sbatterci fuori. Esemplare. Il lumbard o si è convertito, o si è scordato: voce del verbo scordare e anche aggettivo.

indice

DURA MINGA

"Dura minga, dura no". Non può durare. Diceva così l'Ernesto Calindri di un carosello di tanti anni fa. E mi domando: ma davvero la televisione può trasformare in potente un simpatico venditore? Ma cos'è che ha fatto diventare primo ministro, un miliardario arricchitosi con referenti politici corrotti? Può durare una situazione di conflittualità così grande?
Certo che lo scadimento degli eletti, rispecchia quello degli elettori. Ognuno ha forse una grande opinione di sé; ma quelle persone che si tengono per mano, che scandiscono parole di libertà, non ci stanno a pensare un'Italia che scade. Dicono di no.
"Sempre bene non può andare, sempre male non può durare". Così diceva la nonna di Enzo Biagi e allora ben vengano i girotondi. Allora: girogirotondo...Ma non casca il mondo, non casca la terra se Berlusconi va giù per terra. Ma quale terra può tollerare che un 'uomo, tra i più ricchi d'Europa, detenga il potere anche dell'informazione? No, non si potrà governare se non si cade nel regime, contro questa gente. No, non si potrà evadere dalle domande che queste persone chiedono. Bisognerà che chi governa ne tenga conto. Queste persone dei girotondi sono dei moderati; sono professori, casalinghe, impiegati, pensionati, studenti, professionisti, operai, categorie tra le più varie unite non per fare la rivoluzione, ma per rivendicare semplicemente rispetto della legalità, dei diritti, della giustizia e della libertà. Girogirotondo: è sempre l'ora di cambiare.

indice

GIOCHI DRAMMATICI

Ricordate quando Berlusconi disse che a fare il ministro degli Esteri - insieme alla carica di Presidente del consiglio- si divertiva? Ebbene il suo divertimento continua. Lui gioca e gli piace usare le cose in maniera molto personale; poi non bisogna dire che non abbia delle idee, infatti del gioco vuol fare anche le regole. Berlusconi conferma una affermazione di Freud, che vale per tutti: "L'uomo diventando adulto cambia il gioco, ma non smette mai di giocare". Ma per Berlusconi vale, oltre alla particolarità che al suo gioco noi non ci divertiamo, anche la possibilità di vedere il suo gioco trasformarsi in dramma. Infatti il nostro conferma anche la teoria del gioco drammatico che vede lo scambio dei tre ruoli che lo compongono: la Vittima, il Persecutore e il Salvatore; lui li sta assumendo tutti e tre entrando in cortocircuito. Vorrebbe essere il Salvatore dell'Italia, ma è Vittima di complotti della magistratura, dei comunisti, dei "buchi" degli avversari e così cercando di perseguire i suoi scopi, è anche Persecutore comparendo dappertutto, su manifesti, televisioni, giornali; non risolvendo il suo conflitto di interessi personali, infine perseguita anche la democrazia...Cosa succederà allora? L'uscita dai ruoli comporterà la tregenda dello psicodramma: O scoppierà a piangere in pubblico chiedendo scusa a tutti e quindi ritornerà a suonare il pianoforte con il fedele Confalonieri, o continuerà imperterrito a salire una immaginaria scala di poteri che lo porteranno all'autodistruzione. Quest'ultimo finale purtroppo creerà guai anche ai suoi sudditi. Consiglio a tutti di iniziare a prendere le distanze: se non si ci può togliere la "palla" del gioco, almeno restringiamogli il campo d'azione. Intanto incrociamo le dita.

indice

LEGITTIMI SOSPETTI

Di sospetti legittimi tantissimi italiani ne hanno una valanga: per esempio che Previti, Dell'Utri, Pacifico, Squillante, Verde e compagnia bella siano una banda di ladroni; voi non avete questo sospetto? Allora vuol dire che il vostro sospetto è sui giudici: sono dei comunisti, sono politicizzati e di sinistra. Così, di sospetto in sospetto, si pensa che i giudici emettano sentenze non sulle prove ma per l'appartenenza politica. Allora i trasferimenti di soldi da un conto svizzero all'altro, dall'avvocato Previti al giudice Squillante, non destano legittimi sospetti; i sospetti sono per i giudici di Milano: quei cattivoni che mettono sotto processo i politici insospettabili. Insospettabili per chi? Ma per tutti quelli che vogliono i "legittimi sospetti": lo vogliono per legge chiedendo che si cambi il giudice; speriamo prima della sentenza; questi (sempre certi politici) sono capaci di farlo anche dopo, annullando le sentenze. Intanto di legittimi sospetti gli italiani ne hanno sempre avuti anche senza la legge ad hoc. Per esempio il sospetto che Berlusconi sia sceso "in campo" proprio per salvarsi dai processi: la sua coalizione sta cambiando il codice di procedura penale a suo uso e consumo. Ci sono anche sospetti che Berlusconi abbia pagato molte persone per evitare dei processi - non come il fratello che ha pagato invece per evitare la galera.
Ma poi, pur con tanti sospetti, alla fine credo che non è tutto solo questione di prezzo, qualche principio continuerà a valere, l'etica resiste.
Ma poi, si sà che l'etica non va molto d'accordo con gli "affari" e allora italianamente il sospetto vige sempre: c'è sempre qualcuno che te lo vuole mettere...Dietro c'è sempre questo sospetto. Forzitalianamente.

indice

SOSPETTO LEGITTIMO

Cosa devono pensare gli italiani del proprio Presidente del Consiglio che sfugge davanti ad un processo? Al giudizio di un tribunale della Repubblica italiana, facendo approvare dalla sua maggioranza una legge apposita? Cosa pensa questo Presidente del Consiglio di se stesso? Che è furbo, come sostiene anche il suo capogruppo al Senato Schifani? Che è bravo? Che ha i sondaggi dalla sua parte che lo assolveranno con il gradimento al 99%? Con le sue televisioni poi andrà a spiegare che a Milano ci sono i giudici comunisti?
Quello che è successo è per me un affronto alle regole democratiche che farà cambiare per sempre i rapporti tra maggioranza e opposizione; ma di più dividerà l'Italia con una insanabile ferita.
Da una parte ci parà di vedere i "servi" pagati da un signorotto corrotto e strafottente e da l'altra gli ultimi difensori di valori etici e democratici di una repubblica che si sta imbarbarendo. Io non vorrei questo.
Da democratico rispettoso delle opinioni libere e sincere non vorrei che si pensi così. Questo è invece quello che vuole l'attuale maggioranza parlamentare. Questo è il vero "legittimo sospetto".

indice

ANCHE CANTANTE

Dopo il libro sulla sua vita, spedito in ogni casa degli italiani, ora aspettiamoci il CD con le sue canzoni. Per me sarebbe meglio che andasse a cantare in questura, altro che strofe pseudonapoletane; altro che " te chiamme e nun rispunne. Te cerc e nun ce staje. Aggio perduto 'o suonno dint a st'uocchie tuoie...". Ma questo presidente, ministro, ingegnere, poeta, cantante, impresario, musico, trombettiere, operaio, chansonnier, paroliere e forse ballerino non ci finisce di stupire; dobbiamo dirgli che è bravo? Forse fa tutto questo per compiacerci, per cercare il consenso e con uno scappellotto in testa o un buffetto sulla guancia sentirsi dire: "Ma va la?!? Lo sai che sei forte?". Io aggiungerei : "Però ora smetti...Sai il troppo stroppia. D'accordo che lavori per l'eternità e ti restano ormai pochi anni, ma rilassati, fermati un pò, non farti del male". Soprattutto non farne a noi.
Ma il cantante che si nasconde in lui è più forte e continua: " E provo a nun te penzà, ma si cchiù forte 'e me. Sì brava a fa suffrì e io resto accussì, sperduto e senza 'e te". Magari, penso tra me e me, ma a lui non ditelo ci rimarrebbe troppo male e noi non lo vogliamo fa suffrì.
Basterebbe come ho detto prima che come cantante, si trovasse dei palcoscenici più adatti, più consoni e più abbordabili...con dei poliziotti o dei magistrati ad esempio troverebbe comprensione. Chissà se non troverebbe allora anche la sua pace e forse noi troveremo la nostra.

indice

SILVIO AGLI ESTERI

Per me Berlusconi può pure continuare a fare il Ministro degli Esteri. Intanto deve finire la sua rivoluzione copernicana di trasformare in piazzisti gli ambasciatori. E poi chi meglio di Berlusconi ci può rappresentare? Se non lui forse Alberto Sordi; lui ne pare proprio un suo personaggio, il tipo "Awanagana". Il tipo che ti appioppa una pacca sulle spalle, ti racconta una barzelletta e con un sorriso ammiccante ti fa capire che lui è furbo se non il migliore... Sò Cavaliere, sò er più ricco, ammazzate ecche sò? Mandrake?
Io so' Silvio, er Silvietto tuo, me dai nà mano e io zac...te prendo il braccio...Mannaggia. Dimme tutto che io tric e trac te risolvo la situescion. Che voi fà? L'imprenditore? Lascia perde, non è roba da te. Cercate un posto tranquillo; anzi te lo trovo io. Con la faccia che ti ritrovi, il becchino è il lavoro tuo. Lì stai tranquillo, non c'è crisi, nun te caccia via nessuno, neppure l'art.18, al massimo il 47...Morto che parla...Ah...Ah te ce lo credevi eh? Mortacci tua. Putin? Amico mio. Bush? Sò annato nel suo ranch; lui è cow boy, io c'hò la villa cor mausoleo, lui c'hà le bestie, anche se pure lui è ricco e non so quanti elicotteri tiene.
Blair, Chirac? Amiconi pure loro, non parliamo poi de Aznar, aznarino mio...è come un fjo...
Io il Silvio, plenipotenziario agli Esteri, lo immagino così: un Sordi versione meneghina. un Sordi del film "Finchè c'è guerra c'è speranza"; un bauscia di successo. Lasciatelo lì, in fondo gli Esteri sono gli altri.

indice

BERLUSFIGA 2

Continuate a sostenere che Berlusconi non porta sfiga? Ecco, ora tocca alla Fiat, tocca all'unica holding italiana nel mondo. E poi si sta delineando il baratro dei conti pubblici: altro che spendere di più e diminuire le tasse, qui si preannuncia la più grande beffa dopo tangentopoli. Pagheremo caro e pagheremo tutto. Ma Berlusconi è sempre sorridente, si definisce un miracolo vivente, un miracolo che cammina. Il novello Re Mida, da un pò di tempo qualunque cosa tocchi fa danni. Resistono solo i suoi conti bancari, resistono le sue proprietà; ma vedrete che è solo questione di poco. La dura legge del mercato capitalista impone di crescere senza sosta: chi si ferma è perduto; per questo si cerca di ridimensionare la RAI e far prendere tutto quello che rimane del mercato pubblicitario alla Fininvest. Ma purtroppo anche lì si addensano le nubi di una triste recessione...Insieme a culi e tette ci sarà più poco da vendere...Allora dopo la Fiat niente di più facile vedere Mediaset in rotta.
Credetemi Berlusconi porta sfiga, come Tremonti e Bossi. Toccatevi e tenetevi forte, ma soprattutto svegli.

indice

ITALIA BRUTTA

L'Italia d'oggi è davvero brutta. Pensate un po' quale cosa ci può rappresentare: uno spot, una televendita associata al programma di punta, quello preferito dagli italiani: "C'è posta per te". Sì perché qualcuno ha promesso di scriverci, si sa: verba volant scripta manent; quel qualcuno aveva sottoscritto anche un contratto, va beh ha scritto anche canzoni napoletane, barzellette, libri, libretti e programmi vari, ma questa volta ci scriverà una "lettera agli italiani" per informarci sulla riforma delle pensioni. Splendido.
Nel frattempo la sua banca Mediolanum ha stipulato un contratto con le Poste spa, così si garantisce anche gli sportelli postali: vuoi vedere che guadagna anche sui francobolli? Questa volta però non ci sarà nessun persuasore occulto, non ci saranno gonzi da raggirare, la taglia deve essere giusta: lo senti se i pantaloni sono larghi o la giacca stretta. Guardate bene cosa vuol rifilarvi il salumiere, di formaggi ne ha a dismisura: di capra, pecora o mucca tutti in quota latte. Con il latte poi viene alla mente Parmalat; non è forse il frutto della deregulation? Dell'Italia senza freni? Ora chi ha insegnato a raggirare le regole le vuole applicare, ma a chi? Forse ai tranvieri? Agli assistenti di volo?
Prima o poi tutto si paga; così diceva il nonno, si paga, oh se si paga. Per questo ci ritroviamo con l'Italia brutta, perché abbiamo voluto fare i furbi e allora…Che Italia brutta, checché ne dica quel qualcuno: a lui piace e fa comodo così.

indice

I RICCHI AL GOVERNO

Quando i ricchi erano ricchi, i ricchi erano bianchi di carnagione e i poveri abbronzati; si sa, i poveri lavoravano nei campi e allora si abbronzavano. Poi i poveri hanno cambiato lavoro e sono diventati bianchi e allora i ricchi si sono abbronzati. Allora anche i poveri si sono di nuovo abbronzati. Quando i ricchi erano ricchi, i ricchi erano grassi e i poveri magri; si sa, i poveri non avevano molto da mangiare. Poi i poveri con il tempo hanno avuto a disposizione molto cibo e sono diventati grassi e allora i ricchi sono diventati magri. Allora anche i poveri ora cercano di dimagrire.
Questo è un breve ritratto delle distinzioni: si tenta sempre di imitare i ricchi, anzi ci uniformiamo a modelli che annullano le differenze; ma si sa che qualcuno vuole sempre distinguersi. E così un ricco (a dire il vero il più ricco) è diventato padrone dell'Italia promettendo che con lui saremmo stati tutti bene: infatti, guardando lui, non serve più essere magri, per abbronzarci basta un fondotinta, non bisogna essere neanche tanto alti e non servono neanche i capelli. Non parliamo poi di vacanze a uno che lavora 14 ore al giorno: e di pensione? Figurarsi, è quasi settantenne e non ci pensa; anzi non ci vuole mandare nessuno. Ecco, abbiamo la mediocrità al potere; con lui possiamo aspirare al «basso» in tutti i sensi, non serve neppure tanta cultura e le fregnacce si possono sempre smentire: hanno frainteso, scritto male, capovolto il pensiero. Maledetto pensiero, volete vedere che questo ricco ce l'hanno mandato apposta per depistarci? Per toglierci i riferimenti? Per dirci che in verità i ricchi non esistono? Abbronzati o no, ridenti o tristi, nani o pelati siamo tutti poveri e se lo vogliamo imitare poveri lo siamo due volte: anche di spirito.